Il Papa: la pace è la somma e la sintesi di tutte le benedizioni

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“Maria è madre e modello della Chiesa, che accoglie nella fede la divina Parola e si offre a Dio come “terra buona” in cui Egli può continuare a compiere il suo mistero di salvezza. Anche la Chiesa partecipa al mistero della divina maternità, mediante la predicazione, che sparge nel mondo il seme del Vangelo, e mediante i Sacramenti, che comunicano agli uomini la grazia e la vita divina.” Così Benedetto XVI, nella basilica di San Pietro in Vaticano, ha aperto questa mattina l’omelia della Celebrazione eucaristica nella solennità di Maria SS Madre di Dio. “Lei è la “benedetta fra le donne”- ha spiegato il Santo padre ai numerosi fedeli che hanno assistito alla messa – è la donna che ha accolto Gesù in sé e lo ha dato alla luce per tutta la famiglia umana.”

Il papa ha ricordato inoltre, che Gesù è la misericordia e la pace che il mondo da sé non può darsi, e di cui ha bisogno sempre, come e più del pane. E proprio sul tema della pace il papa si è soffermato lungamente, di cui oggi ricorre la XLV Giornata Mondiale, e riprendendo il testo del suo messaggio scritto proprio per questa ricorrenza, ha sottolineato l’importanza fondamentale dell’ educare le giovani generazioni alla giustizia e alla pace “Di fronte alle ombre che oggi oscurano l’orizzonte del mondo – ha detto il pontefice – assumersi la responsabilità di educare i giovani alla conoscenza della verità, ai valori fondamentali dell’esistenza, alle virtù intellettuali, teologali e morali, significa guardare al futuro con speranza.”.

Di qui la necessita di un’opera educativa che parta dalla famiglia ma si vada sviluppando anche nella scuola e nelle altre esperienze formative. E una responsabilità particolare spetta anche alle comunità religiose. “Ogni itinerario di autentica formazione religiosa – ha concluso il papa- accompagna la persona, fin dalla più tenera età, a conoscere Dio, ad amarlo e a fare la sua volontà. Dio è amore, è giusto e pacifico, e chi vuole onorarlo deve anzitutto comportarsi come un figlio che segue l’esempio del padre.” E anche durante l’Angelus, il primo del nuovo anno, che ha visto la presenza di migliaia di fedeli in piazza S. Pietro, il papa ha rivolto il suo pensiero soprattutto ai giovani che guardano con preoccupazione il futuro, manifestando aspetti della loro vita che meritano attenzione, come «il desiderio di ricevere una formazione che li prepari in modo più profondo ad affrontare la realtà, la difficoltà a formare una famiglia e a trovare un posto stabile di lavoro, l’effettiva capacità di contribuire al mondo della politica, della cultura e dell’economia per la costruzione di una società dal volto più umano e solidale».

E il Santo Padre ha invitato tutti a non demordere nella pazienza e nella costanza di ricercare la giustizia e la pace, perché “La pace non è mai un bene raggiunto pienamente, ma una meta a cui tutti dobbiamo aspirare e per la quale tutti dobbiamo operare”. E dopo l’Angelus Benedetto XVI ha ringraziato quanti in questi giorni hanno gli inviato messaggi augurali, ricordando in particolare il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano e rivolgendo all’ Italia ogni miglior auspicio di pace e di prosperità per l’anno appena iniziato. Inoltre tra i saluti, in occasione della Giornata mondiale per la pace, ha ricordato i partecipanti alla Marcia per la pace promossa stamani a Roma e in altre città del mondo dalla Comunità di Sant’Egidio, i giovani dell’Opera Don Orione e le famiglie del Movimento dell’Amore Familiare, che la scorsa notte hanno scelto di aspettare l’arrivo del nuovo anno in una veglia di preghiera, in Piazza San Pietro.

 

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