Padre Lombardi: forse ancora una encilica inattesa per il papa

A poche ora dal rientro da Sydney, in Vaticano già si organizzano i prossimi appuntamenti, si attende l’enciclica sociale e forse anche una “sorpresa” di Benedetto XVI. In una lunga intervista alla Radio Vaticana, trasmessa integralmente questa mattina nel programma settimanale dedicato all’attività del papa, Padre Federico Lombardi, esprime la sua soddisfazione per la riuscita del viaggio. Ecco la trascrizione.
Padre Lombardi, il Papa è soddisfatto di come sia andata la GMG?
“Io direi proprio di sì. In fondo ha passato un giorno intero, dopo la conclusione della GMG e dopo la grande Messa, a ringraziare per come era andata, per quello che era stato fatto e per il grandissimo impegno che era stato messo nell’organizzazione. Ha ringraziato i benefattori; e poi, in un incontro separato, gli organizzatori; e ancora i volontari, che hanno partecipato – a migliaia – aiutando lo svolgimento della Giornata. Nel discorso finale, ha ringraziato anche molto le autorità: le autorità pubbliche dell’Australia e le autorità dello Stato del New South Wales. Erano ringraziamenti veramente sentiti. Sappiamo che il Papa è molto grato, sinceramente e profondamente grato.
Mi è venuto in mente il Papa quando – durante il viaggio negli Stati Uniti – ha detto: “Ero venuto per confortarvi e in realtà siete poi voi che mi avete confortato con la vostra risposta, con la vostra accoglienza e con la vostra testimonianza”. Questo certamente è stato il suo sentimento anche in Australia. Bisogna anche dire che il tempo ha aiutato molto. Mi ha fatto sorridere il Papa quando, in una delle conversazioni che stava facendo con dei suoi ospiti in una udienza privata, ricordava il viaggio a Napoli e il viaggio a Genova che non erano stati del tutto favoriti dal bel tempo, mentre in Australia questo è stato veramente aiutato da un tempo meraviglioso, che certamente aiuta quando ci sono 250 mila ragazzi in giro. Questo ha creato anche un clima di grande serenità e di festa”.
Quale il messaggio centrale di questa Giornata mondiale della Gioventù?
“Il messaggio centrale è quello collegato al tema su cui il Papa è stato molto preciso nell’attenersi nelle sue catechesi, il tema della testimonianza cristiana come frutto della potenza dello Spirito, dello Spirito Santo che è presente nella vita del cristiano e che anche attraverso i Sacramenti – il Battesimo prima e poi, in particolare, nella Confermazione – prende possesso e trasforma la vita di ognuno di noi. Oltre a questo, direi che l’evento della Giornata Mondiale della Gioventù è un messaggio in sé, è un messaggio di vitalità della Chiesa, è un messaggio di speranza.
Ho trovato molto efficace quello che ha detto il cardinale Pell in questi giorni: anche gli anziani e gli adulti sono molto contenti quando vedono i giovani contenti. Si respirava nella città di Sydney – una grande città ed anche largamente secolare – una profonda gioia, una profonda partecipazione della società intera a questo fiume di ragazzi che davano una testimonianza di gioia, di serenità nella loro vita impegnata, secondo la loro fede cristiana. Credo che questo sia uno dei grandi messaggi, dei grandi servizi della Giornata Mondiale della Gioventù, al di fuori di se stessa e cioè per l’ambiente che la ospita, per l’ambiente che la vede e che ne segue un po’ lo svolgimento. Penso che anche per il futuro, questo sia il grande servizio che le Giornate Mondiali della Gioventù renderanno alla società, al mondo di oggi e di domani”.
La prossima GMG sarà a Madrid. Si torna, dunque, in Europa…
“Sì e qualcuno si dispiace che purtroppo non sia ancora possibile fare concretamente una Giornata Mondiale della Gioventù in Africa per problemi di carattere organizzativo, di sicurezza e via dicendo. Si torna dunque in Europa, anche se certamente c’è l’intenzione di coinvolgere il continente africano attraverso tutte le maniere possibili. L’Europa ha già accolto più volte le Giornate Mondiali della Gioventù, ma è un continente in cui il confronto tra la fede e i problemi della società moderna, della secolarizzazione, dello sviluppo, che nel tempo il mondo impone alla fede, è sempre vivo.
Il Papa parla spesso dei rischi che anche l’Europa ha di perdere i suoi valori fondanti e connessi alla tradizione cristiana e al contributo che la fede ha dato allo sviluppo di questo continente. Certamente questo sarà evidentemente uno dei temi e degli obiettivi della Giornata della Gioventù prossima, anche se senza alcuna polemica e senza alcuna volontà di contrapposizione al mondo che ci circonda. Ricordo in Spagna la bellissima Giornata Mondiale delle Famiglie, a Valencia, in cui il messaggio del Papa era stato tutto assolutamente positivo, centrato sulla bellezza di essere cristiani, sul messaggio positivo anche per la famiglia oggi. In un tempo in cui la famiglia vive grandissime difficoltà, l’essere cristiani è un messaggio positivo. Penso che questo debba essere lo spirito anche della prossima Giornata della Gioventù in Spagna: un messaggio di speranza, un messaggio che dice che la fede dà un contributo bello e grande per l’avvenire delle nostre società e del nostro mondo, come è stato effettivamente anche in Australia. Forse, però, in Europa avrà un suo tono caratteristico”.
Tra i prossimi impegni c’è l’incontro – venerdì – con il premier iracheno al Maliki e dunque l’Iraq resta al centro delle attenzioni di Benedetto XVI; in settembre, poi, dopo il periodo di riposo a Bressanone, i viaggi a Cagliari e in Francia…
“Questa udienza al premier dell’Iraq ha certamente un grande significato, pensando proprio alla problematica della pace nel mondo e ad un’area così cruciale come è quella del Medio Oriente. Ma anche pensando ai problemi che hanno i cattolici e i cristiani in genere, in questo Paese, dove sappiamo essere in difficoltà. Ricordiamo anche la morte di mons. Raho e l’emigrazione in un certo senso costretta di tanti cristiani da questo Paese. E’ quindi un Paese a cui guardiamo tutti con molta partecipazione e con molta preoccupazione. Il Papa certamente lo ha presente nella sua preghiera ogni giorno. Bressanone come luogo delle vacanze è una novità rispetto agli anni passati.
E’ una scelta intenzionale del Papa: è proprio lui che ha voluto infatti andare a Bressanone, che è collegato a tanti ricordi della sua vita. Vorrei anche dire che è un luogo di particolare valore per la cultura di lingua tedesca: quello che noi chiamiamo Alto Adige e che la lingua tedesca chiama Südtirol è infatti un punto fondamentale per la storia della cultura di lingua tedesca e certamente il Papa, come grande uomo di cultura, si può sentire a suo agio in questa area. Speriamo che sia un tempo di riposo. Non sono previsti impegni, se non quello – che è già diventato un po’ tradizionale – dell’incontro con i sacerdoti, soprattutto della diocesi e comunque dell’area. Sarà certo una conversazione ricca ed interessante, come è stata sempre negli anni passati. Ovviamente noi guardiamo anche al mese di settembre, in cui il Papa avrà subito degli impegni importanti: il viaggio a Cagliari e il viaggio in Francia, a Parigi e a Lourdes. Dopo c’è anche il Sinodo dei vescovi, a cui naturalmente il Papa si sta già preparando.
E’ possibile anche che dedichi del tempo – se tutto va bene e se si trova riposato e in buone condizioni per lavorare – alla seconda parte del suo libro su Gesù o al completamento di questa sua Enciclica sociale che stiamo aspettando da tempo, oppure chissà che non se ne inventi un’altra: anche l’anno scorso ci ha donato quell’Enciclica sulla speranza, che noi in un certo senso non ci aspettavamo, ma che in lui certamente è nata nella profondità della sua preghiera e della sua riflessione. Speriamo che sia, quindi, un tempo buono per il Papa e nel quale si possano veramente raggiungere tutti gli scopi di riposo fisico e spirituale che se ne attende”.