Sorpresa di una GMG. Dietro le critiche, giornate che agiscono e portano novità

L’appuntamento di Madrid (saremo nel 2011, a quel punto) sarà molto più affollato di quello appena conclusosi a Sydney, ma difficilmente potrà portarsi dietro quella netta sensazione, avuta in Oceania, di una grande festa di fede e di colori capace di percorrere i chilometri, attraversare gli oceani e spingersi fino agli estremi confini della terra. La sua collocazione geografica ha infatti reso la città della GMG 2008 un’espressione visibile e concreta dell’universalità dell’esperienza cattolica, capace di trovare spazio ovunque, innestandosi in ogni contesto culturale e geografico.

La GMG di Sydney, come tutte le altre che l’hanno preceduta, è stata un’occasione privilegiata di incontro con una fede vitale e gioiosa, nient’affatto chiusa nelle sacrestie o incupita al cospetto di decaloghi, comandamenti e codici di comportamento più o meno comprensibili: una fede al tempo stesso semplice e ricercata, che non si accontenta del comodo e del facile, di una religiosità “all’acqua di rose”, della serie “come viene, viene”, modellata secondo gusti e desideri personali, ma che cerca invece di crescere fino in fondo, desiderosa di afferrare il meglio di questa vita.
La sorpresa della GMG, la sorpresa di ogni GMG, è quella di ragazzi e ragazze che testimoniano questa volontà, che camminano non solo con i piedi ma anche con la testa, che compiono un passo avanti nel processo della propria crescita personale. Perché queste giornate non passano come tutte le altre, ma sono foriere di novità, di nuove consapevolezze, di nuovi obiettivi, di nuovi intendimenti: queste giornate insomma calano nella vita di ognuno e agiscono, portando novità.
Non sembrino queste parole il penoso tentativo di trovare un senso spirituale ad un evento essenzialmente mediatico: le GMG non sono la “prova di forza” del Vaticano per dimostrare la sua capacità di far scendere i propri seguaci in piazza, e non sono neppure un’occasione di divertimento low cost (per Sydney poi di “low”, come “cost”, non c’era praticamente nulla…). Le GMG sono un momento di condivisione comune di una fede che travalica le frontiere e si esprime ad ogni latitudine; sono un momento di testimonianza e di rafforzamento della propria identità, delle proprie origini, di ciò che si è e di ciò che si desidera diventare. E poco contano i numeri, le centinaia di migliaia o i milioni di presenti ad una veglia o ad una messa: contano i percorsi personali, compiuti settimana dopo settimana nelle proprie città, nelle proprie famiglie, nei propri luoghi di lavoro o di divertimento. Non sarà la formula perfetta per antonomasia (e infatti non lo è), inizierà pure ad avere i suoi punti deboli (un’organizzazione mastodontica, il lievitare dei costi, una certa difficoltà a parlare al tempo stesso con un linguaggio vicino alle esperienze degli adolescenti e a quelle dei giovani adulti), ma resta un’occasione preziosa per comunicare, condividere, esprimere, mostrare, accrescere un sentimento – quello religioso – che altrove, nella quotidianità di tutti i giorni, viene invece spinto, quasi nascosto, nella dimensione del privato.