Arresto di Karadzic. Amnesty International: un passo avanti verso la giustizia

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La sera di lunedì 22 luglio le agenzie battevano due righe importantissime: l’arresto di Radovan Karadzic, ex presidente della Republika Srpska, capo del Partito democratico serbo e comandante supremo dell’Esercito serbo bosniaco. Le accuse contro Karadzic comprendono l’assassinio di circa 8000 uomini, adulti e ragazzi, avvenuto a Srebrenica nel 1995.

Lunga la lista di incriminazione in questi dodici anni di latitanza: genocidio, complicità in genocidio, sterminio, omicidio, persecuzione, deportazione, atti inumani e altri crimini commessi contro la popolazione musulmano bosniaca, croato bosniaca e altri civili non serbi in Bosnia ed Erzegovina durante il conflitto 1992-1995.

Per questi gravissimi reati Amnesty International chiede che il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia abbia il tempo e le risorse necessarie per stabilire la verità e garantire giustizia per le vittime dei crimini di guerra commessi in Bosnia ed Erzegovina. “Il Consiglio di sicurezza deve rivedere la scadenza arbitraria, imposta al Tribunale, di terminare i suoi lavori entro il 2010”, ha dichiarato Amnesty International. “Sui 161 casi di persone incriminate dal Tribunale, 115 sono chiusi ma ci sono procedimenti in corso riguardanti gli altri 46 imputati. Due di essi, Ratko Mladic e Goran Hadzic, sono ancora latitanti. Il Tribunale deve avere il tempo necessario per completare tutti i procedimenti”.

Il rischio, in caso contrario, è che non vi sarà tempo per esaminare tutte le imputazioni e gli eventuali appelli. Oppure, i casi potranno essere deferiti ai tribunali nazionali, su cui Amnesty International nutre profonde preoccupazioni relative alla qualità della giustizia, alla capacità di proteggere vittime e testimoni così come di rintracciare le prove e, infine, all’impegno di condurre indagini e procedimenti approfonditi. Nella maggior parte dei paesi dell’ex Jugoslavia la mancanza di volontà politica e, talvolta, persino ostruzioni deliberate continuano a bloccare le indagini e i processi nei confronti dei criminali di guerra.

“‘L’arresto di Radovan Karadzic, che Amnesty International sollecitava da oltre un decennio, è una grande vittoria. Ma di fronte a imputazioni così gravi, come anche nel caso di Ratko Mladic e Goran Hadzic, la competenza deve essere del Tribunale”, ha precisato l’organizzazione per i diritti umani.

Da parte sua, mons. Stanislav Hocevar, arcivescovo metropolita di Belgrado legge in questi termini il gesto di collaborazione delle autorità serbe con il Tribunale penale internazionale dell’Aia (Tpi): “Il processo appena iniziato in Serbia sarà abbastanza lungo per la diversità dei partiti e degli orientamenti, ma è importante che il presidente Tadic e il governo si impegnino per promuovere – ancorché gradualmente – la catarsi interiore di cui la popolazione ha realmente bisogno”.

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