In Vaticano si prepara la Messa della Notte di Natale: ecco i simboli della liturgia

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In queste poche ore che ormai mancano alle celebrazioni natalizie in Vaticano tutti si scambiano gli auguri e lasciano gli uffici. Ma al primo piano del Palazzo Apostolico c’è un ufficio dove l’attività si intensifica. E’ l’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice. Fervono le prove per le letture, lo svolgimento delle liturgie, i canti dell’assemblea. Ecco allora come sarà l’ altare della notte di Natale a San Pietro. Ci sarà la statua lignea della Vergine con il Bambino Gesù che normalmente è ai Musei Vaticani, ed è stata donata dell’allora Presidente del Brasile João Goulart a Paolo VI in occasione della Sua elezione al soglio pontificio nel 1963. L’opera, di scuola brasiliana e risalente al sec. XVIII, rappresenta Nostra Signora di Montserrat ed è dipinta in oro con policromia originale e argento. Chi partecipa alle liturgie in San Pietro sa che deve arrivare parecchio tempo in anticipo. Ecco allora che prima dell’inizio di ogni celebrazione liturgica si prevede un tempo di introduzione e preparazione, mediante l’esecuzione di alcuni canti a cura della Cappella Pontificia Sistina. In tal modo l’assemblea si dispone al clima di preghiera e di raccoglimento consono a favorire un’autentica partecipazione liturgica.

Il 24 notte in particolare prima della Messa ci sarà l‘Ufficio delle Letture e il canto della Kalenda l’annuncio del Natale che si legge alla data del 25 Dicembre e che si presenta come una splendida ricapitolazione dell’attesa universale del giorno ormai giunto, del compimento dell’Avvento del Signore. Al termine della Kalenda, un diacono provvederà a svelare la statua di Gesù Bambino, collocata, come di consueto, davanti all’altare della Confessione. Tutto è scritto sui libretti liturgici con le rubriche, l’indicazione di un tempo di silenzio previsto dopo l’omelia del Santo Padre e dopo la distribuzione della Santa Comunione. “Si tratta di momenti brevi, spiega una nota del Maestro delle Cerimonie monsignor Guido Marini, ma pienamente integrati nel rito in quanto veri tempi di preghiera, che aiutano il raccoglimento e l’adorazione, soprattutto per assimilare il dono della Parola di Dio e dell’Eucaristia.” Passiamo alla scelta delle lingue per le letture della Messa. “Le Celebrazioni liturgiche papali, in un modo del tutto particolare, devono esprimere allo stesso tempo la varietà e l’unità. In questo senso la molteplicità delle lingue scelte per le letture e per le intenzioni della preghiera dei fedeli sottolinea la partecipazione alla Celebrazione Liturgica papale di persone provenienti da diversi paesi del mondo; mentre l’uso della lingua latina esprime l’unità, l’universalità, la continuità nel tempo della Liturgia della Chiesa.”

La preghiera dei fedeli da qualche tempo è introdotta dal diacono che rivolge all’assemblea, in lingua latina, un invito a pregare per le diverse necessità della Chiesa universale e del mondo. Poi alcuni fedeli propongono, in diverse lingue nazionali, le intenzioni di preghiera, alle quali l’assemblea risponde cantando. Presenti alle liturgie più solenni anche i Cardinali diaconi che storicamente hanno sempre garantito l’amministrazione della città di Roma e il servizio liturgico al Papa. “La loro presenza, oggi, esprime una tradizione storica e liturgica propria della vita e della liturgia papale.” Indossare la dalmatica, paramento tipico del diaconato, manifesta la loro funzione liturgica di servitori e collaboratori del Pontefice. “La scelta delle vesti liturgiche – spiega l’Ufficio liturgico del Papa-corrisponde sempre alla volontà di dare espressione al sano e sereno equilibrio tra passato e presente, nel segno della continuità e variando gli stili adottati secondo il criterio della nobile bellezza che si addice alla celebrazione dei misteri del Signore.” La Cappella Sistina esegue brani in gregoriano e in polifonia con qualche mottetto di Pier Luigi da Palestrina per la Cappella Sistina, e con un antico graduale la notte di Natale al posto del Salmo responsoriale. Da qualche anno sono ricomparsi gli ottoni che dalle loggie di Sant’Elena e di Sant’Andrea suonano all’ingresso del Papa.

Il Canto dell’Adeste fideles sarà eseguito nella versione di David Willcocks, organista e compositore e direttore di coro inglese, classe 1919 ancora scaricatissimo in mp3 sulla rete. Al canto del Gloria, dopo l’intonazione del Santo Padre, saranno suonate le campane della Basilica con l’accompagnamento dell’organo, mentre l’omaggio floreale dei bambini avverrà al termine della Celebrazione Eucaristica, quando il Santo Padre si recherà davanti al presepio all’ interno della Basilica per la collocazione dell’immagine del Bambino Gesù.

In quel momento alcuni bambini, in rappresentanza di vari paesi (Italia, Guatemala, Gabon, Burkina Faso, Corea del sud, Francia) deporranno l’omaggio floreale davanti al Bambinello. Accanto all’immagine di Gesù Bambino, disposta sul piccolo trono davanti alla confessione, verrà collocato anche il libro dei Santi Vangeli a sottolineare il grande evento della notte di Natale: il Verbo di Dio si è fatto carne. I testi della preghiera universale sono stati preparati dai Monaci Certosini della Certosa di Farneta, una delle tre presenti in Italia. Oltre ai cardinali che concelebrano con il Papa il servizio liturgico sarà svolto dai seminaristi del Catholic Studies Program dell’Università di San Tommaso di St. Paul, Minnesota (USA).

 

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