Milano si prepara al Natale
Domenica 18 dicembre, sesta e ultima domenica d’Avvento, il cardinale Angelo Scola ha presieduto la messa nel Duomo di Milano, come ha fatto per tutto il tempo di preparazione al Natale. L’Arcivescovo Scola ha concluso il suo ciclo di meditazione, avviato domenica 13 novembre, sul tema ‘La vicinanza del Mistero’: in questa domenica la meditazione del Card. Scola ha avuto per tema ‘Nulla è impossibile a Dio’. Il suo invito è stato rivolto ai cristiani che rinnovano nel tempo di Avvento l’esperienza dell’attesa della venuta di Cristo nel Natale e il momento propizio per riconoscere e approfondire la vicinanza di Dio alla vita di ciascuno. Ma l’appuntamento è stato suggerito anche a quanti da tempo non frequentano più l’Eucaristia domenicale, per riscoprire la vicinanza del Mistero alla loro vita, e a quanti, ritenendosi non credenti, desiderano scoprire Gesù.
Nelle settimane di Avvento il card. Scola aveva indirizzato ai fedeli una lettera per le benedizioni natalizie: “La memoria viva della nascita di Gesù, che la Chiesa celebra solennemente nella Santa Messa di mezzanotte, riempie di gioia i cristiani e tutti ‘gli uomini che Egli ama’. Si capisce bene allora perché il Natale sia una benedizione e questo spiega l’andare del sacerdote per vie, per condomini e per case…
La benedizione natalizia non è una magia. Così come la grande tradizione di incontrarsi tra familiari a Natale, rompendo con un momento di festa un ritmo di vita spesso troppo meccanico, non è puro sentimentalismo. Al contrario è fare spazio alla risposta al desiderio che sta nel cuore di ciascuno di noi”.
Nelle case ci abitano le famiglie e nelle famiglie ci sono (nella maggior parte) anche i bambini; così il card. Scola, come tradizione ambrosiana, ha scritto una lettera ai bambini: ‘Gesù è vivo e cammina con te’, perché il Natale è un invito a una festa speciale: “Gli auguri di Natale sono diversi da quelli del tuo compleanno, quello per cui la mamma e il papà organizzano in tuo onore una festa a cui tu inviti gli amici. Ascolta un po’ in cosa consiste questa differenza. A Natale io e te ci scambiamo gli auguri, ma la festa non è anzitutto per noi. E’ per un altro: Gesù Bambino. Noi siamo gli invitati. Il Natale infatti è il Suo compleanno… Per cogliere bene il senso compleanno di Gesù, del Natale tu ed io, insieme, dobbiamo fare un passo. Dobbiamo riconoscere che Gesù è vivo e cammina con noi. Ci accompagna a scuola, in casa, nel gioco con gli amici… in una parola: nella vita. Se è presente in mezzo a noi si capisce che ci inviti al suo compleanno”.
Quindi il card. Scola ha scritto anche una lettera ai malati, introdotta dalle parole del Sermone 192 di Sant’Agostino, ‘Per voi l’Autore del tempo si è fatto temporale, per voi il Costruttore del mondo apparve nella carne, per voi il Creatore è stato creato’: “Carissima, carissimo, desidero che il mio ‘Buon Natale’, espresso con le parole di Sant’Agostino, ti raggiunga personalmente. Nella sofferenza che spesso appesantisce le tue giornate e rende lunghe e inquiete le notti, non sei solo. Gesù è con te. Lui, che per amore si è consegnato liberamente alla passione e alla croce, le ha trasformate in preziosi strumenti di salvezza. Ti auguro che questo Natale ti porti la guarigione o almeno un po’ di sollievo dalla tua malattia. Gesù Bambino è vicino come il più potente segno di speranza. Ti affido a Sua madre Maria. Prego con te e di tutto cuore ti benedico insieme ai tuoi cari”.
Infine il Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano, composto dalle seguenti Chiese: Anglicana, Apostolica Armena, Cattolica ambrosiana, Copta ortodossa di Egitto, Cristiana protestante, Evangelica Metodista, Evangelica Valdese, Evangeliche Battiste, Luterana svedese, Ortodossa bulgara del Patriarcato di Sofia, Ortodossa etiope, Ortodossa greca, Ortodossa romena, Ortodossa russa del Patriarcato di Mosca, Ortodossa serba, ha scritto una lettera comune ai propri fedeli, partendo dall’adorazione dei Re Magi:
“Un tempo, uomini sapienti hanno seguito una stella, visione o sogno, che diceva loro di una nascita, di una speranza da cullare, trasmessa dai profeti e alimentata dalle Scritture… Riviviamo il Natale della sobrietà evangelica, del segno essenziale, dell’umiltà del Salvatore che sceglie la mangiatoia e non il palazzo, l’aria aperta e non il tempio luccicante. Lasciamo il superfluo per fare spazio al Signore. Crisi e difficoltà di questi nostri tempi ci richiamino al bisogno di quanti sono il nostro prossimo in difficoltà: diamo loro del nostro, in vicinanza, comprensione e solidarietà. E sia pace e serenità a voi e alle vostre famiglie”.