Un Natale da leggere
Non ci si può sottrarre ale tradizioni: mancano pochissimi giorni a Natale e tutti si prodigano a creare liste, a dare consigli per i regali. Anche in questo fosco periodo di crisi, è difficile rinunciare anche solo a piccoli segni della festa. Certo, può essere questa la buona occasione per dare alle feste un tono più raccolto, più meditativo, più orientato a pensare a cosa significhi realmente il Natale, nella sua accezione profondamente religiosa. I libri, pensiamo, sono forse il regalo più consono, anche se sappiamo molto bene che, in Italia, leggere è un’attività poco frequentata, e più che mai ora che internet tenti di soppiantare i bei tomi di carta… Eppure non è possibile rinunciare al piacere unico di sfogliare e girare le pagine, di scorrere i dorsi lucidi sgli scaffali. No, non possiamo rinunciarci. Allora, continuiamo a dare consigli, del tutto personali, per leggere – anche di più, se fosse possibile – durante le feste che stanno arrivando.
La lettura del Vangelo, prima di tutto e prima di ogni altra cosa, le pagine che raccontano l’annuncio a Maria e la Natività: tutto comincia così. Poi, per chi non l’avesse ancora fatto, i due libri scritti dal Papa sulla figura di Gesù (editi dalla Libreria Editrice Vaticana). Per fare gli auguri in modo più originale e con un piccolo, grande dono, consigliamo i libriccini editi da Ancora: quello intitolato “Canti di Natale” raccoglie brevi testi, preghiere, testi di canti e splendide immagini per fare al Natale. Ci sono poi due romanzi, molto diversi, ma che possono adattarsi molto bene al periodo che stiamo vivendo. Il primo è “Casa” di Marilyn Robinson (edito da Einauid) un’autrice americana di cui abbiamo amato molto un altro romanzo, “Gilead”, unito idealmente a “Casa”, visto che i protagonisti sono gli stessi. Si narra, con una scrittura tesa, nitida, colta ma per nulla intellettualoide, le vicende di una famiglia particolare, quella di un pastore evangelico, uomo di profonda fede e di grande amore per la vita. In effetti, in questi romanzi si respira un’aria limpida e serena, pervasa di fiducia, in Dio e negli uomini, senza censurare il male, la sofferenza, l’odio, le ingiustizie.
Tutt’altra aria si respira nel romanzo “Per mano mia” di Maurizio De Giovanni (anche questo edito da Einaudi) che ha creato l’inusuale commissario Ricciardi, che possiede l’amaro dono di vedere e sentire i morti di morte violenta, e vive e risolve casi di omicidi particolarmente ingarbugliati in una Napoli degli anni Trenta, dolente e fascinosa. “Per mano mia” è ambientato proprio nei giorni che precedono il Natale e pone al centro del racconto la straordinaria tradizione del presepe napoletano, di cui un simpatico e umanissimo sacerdote, don Pierino, svela gli antichi simboli.