Il Papa ai napoletani: “Il cielo è aperto sopra di voi”

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“Cari amici di Napoli, il cielo è aperto sopra di voi! E voi potete camminare con rinnovato entusiasmo e affrontare con la forza della fede, della speranza e della carità i molti e complessi problemi che si incontrano nella vita quotidiana”. Si conclude con un videomessaggio di Benedetto XVI il Giubileo della Città di Napoli, fortemente voluto dal cardinal Crescenzio Sepe, arcivescovo della città. Un anno di manifestazioni che si sono concluse, in un crescendo, con i dialoghi con la città, la riapertura delle chiese chiuse, la richiesta di perdono modellata su quelle fatte nella basilica di San Pietro durante il Giubileo del 2000.

 

“Dobbiamo chiedere perdono, ciascuno per la sua parte di responsabilità, per come abbiamo ridotto questa città, la nostra Napoli, che diciamo di amare, ma che, spesso, non rispettiamo”, aveva detto in quell’occasione il cardinal Sepe. Il quale, per la solenne veglia di conclusione del Giubileo della Città, ha consegnato ai rappresentanti civili e religiosi la lettera pastorale “Per amore del mio popolo”. E poi ha fatto proiettare il videomessaggio del Papa fuori dalla Cattedrale, che era stata simbolicamente aperta, a testimoniare la volontà della Chiesa partenopea di andare incontro ai bisogni della gente.

Benedetto XVI ha ricordato che “questo speciale anno giubilare è stato, infatti, per la Chiesa che è in Napoli un tempo di immersione nel mistero di Dio, e perciò un anno di grazia. Si può paragonarlo ad un “battesimo”, perché, in un certo senso, il Giubileo ha aperto il cielo su di voi e ha fatto discendere sulla vostra vita e sulla vostra comunità la forza dello Spirito Santo, similmente a quando discese sui discepoli nel cenacolo, a Pentecoste. E’ proprio lo Spirito Santo che ha reso belli e significativi i diversi momenti del vostro Giubileo, e ha suscitato in voi propositi santi, progetti generosi, e soprattutto un rinnovato desiderio di infiammare la vostra Città con il fuoco del Vangelo”.

Il Papa ha poi invitato la gente di Napoli a farsi missionari nella propria stessa città: “Come gli Apostoli, dopo la Pentecoste, si misero ad annunciare con coraggio la Buona Novella, anche voi, dopo questo Giubileo, rinnovate la speranza, lasciatevi guidare dalla forza dello Spirito Santo e collaborate con rinnovato slancio alla missione della Chiesa. Ciascuno mettendo a frutto i doni ricevuti, ponendoli al servizio degli altri e della edificazione dell’intera comunità, senza personalismi né rivalità, ma in spirito di sincera umiltà e in gioiosa fraternità. Abbiate sempre, come già fate, speciale cura dei fratelli più piccoli e fragili, dei più poveri e svantaggiati”.

E non poteva mancare la benedizione, invocata per intercessione di San Gennaro e della Beata Vergine del Carmine, protettori della città. Tradotto in napoletano, “A Maronna v’accumpagna”.

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