Focsiv: l’Italia tuteli i Paesi poveri
La crisi alimentare sta aggravando le poche risorse dei Paesi poveri, nonostante le promesse fatte dal recente G8, cosicché l’organizzazione non governativa Focsiv chiede all’Italia che sia tutelata l’agricoltura in questi Paesi. L’invito è rivolto al sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, Adolfo Urso, incontrato nell’ambito del tavolo Omc voluto dal ministero presso l’Istituto per il commercio estero.
In particolare, la Focsiv ha dichiarato di “condividere la proposta venuta anche dai sindacati di differenziare i paesi emergenti dai paesi più poveri, al fine di tutelare maggiormente gli interessi di questi ultimi e di portare economie come Cina, India e Brasile ad assumersi delle responsabilità anche in materia commerciale”.
La Focsiv ha anche sottolineato come “la più forte preoccupazione sia quella che, l’intrecciarsi di deroghe e di eccezioni a favore delle economie industrializzate non faccia che perpetrare l’attuale ingiustizia del sistema commerciale internazionale, dove i paesi più ricchi riescono a bloccare l’accesso ai propri mercati proprio ai prodotti che i Paesi poveri producono e potrebbero esportare relegandoli al margine del sistema di scambio. È il caso della norma che prevede l’accesso senza dazi e senza restrizioni quantitative ai prodotti provenienti dai paesi meno avanzati, ma che allo stesso tempo riconosce ai paesi industrializzati la possibilità di porre un eccezione del 3% in cui verrebbero inclusi proprio gli unici prodotti che i paesi meno avanzati potrebbero esportare”. La Focsiv chiede che “oltre alle indicazioni geografiche e alla tutela dei prodotti sensibili per l’agricoltura italiana anche la salvaguardia dei paesi più poveri sia un ulteriore linea rossa del Governo su cui non derogare”.
Tra le priorità strategiche che l’Italia intende difendere, definite linee rosse, infatti, si ricorda proprio la questione delle indicazioni geografiche, ovvero le norme sulla tracciabilità per prevenire la contraffazione a tutela della produzione agricola nazionale. Mentre secondo CRBM, Crocevia, Fair e la Fondazione Responsabilità Etica l’accordo favorisce soltanto le grandi multinazionali.
“Questo accordo nasconde un doppio inganno” accusano le organizzazioni in una nota. “I nuovi trattati non porteranno alcuna nuova opportunità per i Paesi più poveri, sacrificati all’altare della crescita illimitata di pochi Paesi emergenti come Brasile, India e Cina. Villaggi e popolazioni di intere regioni devono scegliere tra diventare (in pochi) manodopera sfruttata, oppure abbandonare casa e terra e (in tanti, per lo più donne e bambini) riparare altrove. Il pacchetto di liberalizzazioni commerciali in discussione rappresenta un gravissimo pericolo per il settore industriale e per quello agricolo del nostro Paese”.