Pregare insieme all’università. A Roma 3, debutta una struttura plurireligiosa
Un po’ nuvola, un po’ tenda. Due metafore che nei testi sacri delle tre grandi religioni, il cristianesimo, l’ebraismo e l’islam, richiamano la presenza di Dio e il desiderio degli uomini, di tutti gli uomini, di incontrarlo nella preghiera. Ed è questa la forma e lo spirito della struttura temporanea multireligiosa inaugurata nei giorni scorsi negli spazi del Prato della Vasca Navale dell’università di Roma Tre, alla presenza del rettore Guido Fabiani.
Una piccola selva di triangoli di cartone riciclati e intrecciati tra loro, retti in piedi da tiranti, per un totale di appena 32 mq di spazio, senza varchi di accesso e coperture, che per una settimana, fino al 24 luglio, svolgerà la funzione di luogo multireligioso. Uno spazio aperto, fruibile da tutti per celebrazioni e piccoli riti collettivi oppure usato come luogo individuale di meditazione e riflessione personale.
Il progetto, realizzato a seguito di un bando di poche migliaia di euro promosso da Laziodisu sul tema del ‘superamento delle diversità’, è stato realizzato da un gruppo di architetti e studenti della Facoltà di Architettura di Roma Tre (i docenti Caterina Padoa Schioppa e Stefan Pollak, gli universitari Riccardo Fabrizio, Mariangela Marano, Costanza Ronchetti, Matteo Sarrocco, Maria Rocco, coordinati dal professor Andrea Vidotto del Dipartimento di Progettazione e Studio dell’Architettura dell’Ateneo in collaborazione con il Centro Interconfessionale per la Pace -CIPAX), e desidera incoraggiare lo scambio laico e interreligioso all’interno dell’università, promuovendo nel contempo la ricerca architettonica sul tema della complessità e dell’adattabilità, nonché sui temi dell’ambiente e della salvaguardia del creato.
“In un’epoca di contrapposizioni terrificanti – ha detto il rettore Fabiani all’inaugurazione della struttura – questo è un luogo che interpreta bene le aspirazioni dei giovani all’incontro tra i popoli e alla pace”. Identiche valutazioni sono state espresse anche dal direttore del CIPAX, che ha letto un testo di un mistico cristiano del ‘500, dal rappresentante della Comunità ebraica di Roma, che ha ricordato la somiglianza della struttura con la ‘tenda di Abramo’, e da un giovane musulmano, che ha eseguito un canto coranico beneagurante.