Il più antico codice paleoslavo riunificato digitalmente in una mostra alla Cancelleria

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Scritto su pergamena, con grafia accurata, fu rinvenuto nel 1823 dal canonico Michał Bobrowski presso il monastero basiliano uniate di Supraśl – nella Lituania di allora, odierna Polonia nordorientale – che lo inviò allo studioso sloveno Bartholomaeus Kopitar affinché potesse esaminarlo. Alla morte di quest’ultimo, i primi 118 fogli rimasero nella Biblioteca universitaria di Ljubljana, dove sono tuttora, i 16 seguenti vennero acquistati dallo storico e paleografo russo Afanasy Fedorovich Bychkov e si conservano nella Biblioteca nazionale russa di San Pietroburgo, mentre gli altri 151, già della collezione Zamoyski, scomparsi durante la seconda Guerra Mondiale e ritrovati negli Stati Uniti, furono restituiti alla Polonia nel 1968 e sono attualmente conservati nella Biblioteca Nazionale di Varsavia.

Merito della mostra sarà dunque la riunificazione “virtuale” del codice, di cui sarà presentata l’edizione digitale. Le omelie del manoscritto sono di San Giovanni Crisostomo, di San Basilio il Grande e del Patriarca Fozio e commentano i grandi misteri della fede cristiana – Annunciazione, Passione, Morte e Risurrezione – o brani evangelici, quali la risurrezione di Lazzaro e l’ingresso a Gerusalemme. Le vite dei santi monaci evocano le prove cui furono sottoposti e i miracoli da essi compiuti, in particolare le guarigioni; riguardano, tra gli altri, San Gregorio Magno (11 marzo), San Paolo il Semplice (19 marzo) e San Giovanni Climaco (30 marzo).

Dal manoscritto emergono importanti dati sui processi e le fasi nello sviluppo del paleoslavo (o antico bulgaro) fino alla fine del X secolo, in un momento in cui la Bulgaria si affermava come culla delle lettere slave e la scuola letteraria di Preslav ricopriva un ruolo significativo nella formazione della comunità politica, religiosa e culturale slavo-bizantina. Nell’893, durante il Concilio Ecclesiastico di Preslav, il paleoslavo fu dichiarato lingua ufficiale liturgica e amministrativa, con una portata simile a quella del latino, ad ovest, e del greco, ad est. Il monastero dell’Annunciazione di Supraśl, da cui il codice prende nome, è situato nei pressi di Białystok, nel Voivodato di Podlasie ed è uno dei sei monasteri ortodossi della Polonia. Fu fondato agli inizi del ‘500 sul territorio del Gran Ducato di Lituania e divenne nel corso dei secoli un importante centro culturale per ortodossi e uniati, con stamperia propria e una biblioteca dotata di un’importante collezione di manoscritti.

 

Fonte: Radio Vaticana

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