Contro l’indifferenza religiosa rileggiamo Marshall

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Che fare se il mondo si avvia inesorabilmente verso l’ateismo, l’incredulità, o peggio ancora, verso l’indifferenza verso Dio? Semplice, basta chiedere un miracolo, un’azione divina eclatante, un gran miracolo che nessuno potrà contestare e negare: l’esistenza del Creatore si imporrà da se’. Lo pensa padre Malachia, nel grigiore pesante di una Edimburgo degli anni Trenta. Chiede questo miracolo, lo ottiene, ma i risultati saranno molto diversi da quello che si aspettava. Il mondo continua ad essere fondamentalmente indifferente alla presenza di Dio, che però continua a manifestarsi nel prodigio della quotidianità piena e trasfigurata dell’esistenza cristiana. Di questo – e ovviamente di molto altro – si parla nel romanzo “Il miracolo di padre Malachia” di Bruce Marshall. Il romanzo, scritto negli anni Quaranta, è stato rieditato dalla casa editrice Jaca Book nel 2007.

Rileggere questo romanzo è consolante, illuminante, rasserenante. Ma è anche l’occasione per riscoprire un autore molto interessante e non troppo conosciuto. Tra i suoi titoli “A ogni uomo un soldo” e “Il mondo, la carne e Padre Smith”, “Danubio rosso”, romanzi che sono stati dei best sellers ma poi sono caduto in una sorta di oblio, oppure diffusi tra pochi estimatori di nicchia. Spesso i protagonisti sono sacerdoti alle prese con una società che si va allontanandosi sempre più e con sempre meno consapevolezza dalla mentalità cristiana. Ma anche loro, i protagonisti, non sono esenti da uno sguardo critico e per nulla compiacente alle stesse debolezze e ai limiti del clero. Non ci sono happy end consolatori, perché la fede non consiste in formule capaci di risolvere o chiarire il mistero della vita, ma una sfida continua, che però contiene il segreto dell’unica, vera felicità.

Spesso e volentieri i preti di Marshall sono poveri, goffi, per nulla compiacenti e alla moda, incapaci di trascinare i fedeli alla devozione totale, tutt’altro… Eppure, anche se emarginati dalle gerarchie, senza la riconoscenza di coloro che anno aiutati, già vecchi e malati, riescono a comprendere la bellezza della fedeltà alla tradizione e alla Chiesa, il che li rende alla fine i veri anticonformisti e davvero capaci di amare. La scrittura di Marshall è attraversata da ironia, senso dell’umorismo, profonda conoscenza teologica, oggi forse poco in sintonia con il linguaggio sciatto e limitato di tanta letteratura contemporanea. Motivo di più per leggerlo.

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