Messa finale della GMG. Il papa ai giovani: siate profeti di una nuova era

“‘Avrete forza dallo spirito Santo, che scenderà su di voi e sarete miei testimoni’. Abbiamo visto realizzata questa promessa!”. Benedetto XVI, nella messa finale della XXIII GMG cede alla contentezza, e ai 500mila pellegrini della distesa di Randiwick, “nuovo Cenacolo”, offre un augurio. “Possa il fuoco dell’amore di Dio scendere e riempire i vostri cuori, per unirvi sempre più al Signore e alla sua Chiesa e inviarvi come nuova generazione di apostoli, a portare il mondo a Cristo”.
Una celebrazione solenne, quella di papa Benedetto, che nell’Angelus ha annunciato ufficialmente che la prossima GMG del 2011 tornerà in Europa, a Madrid. Puntuale come da programma, alle 10 (le 2 italiane), il papa ha dato il via alla messa, concelebrata da 26 cardinali, 420 vescovi e oltre 3000 sacerdoti. Solenni le musiche del coro della St. Mary’s Cathedral composto da 300 persone e 80 strumenti. Una atmosfera composta e silente ha caratterizzato tutto lo svolgimento della celebrazione. Il boato durante i saluti nelle diverse lingue, contornato dallo sventolio delle bandiere.
Lo Spirito Santo il tema dominante della celebrazione, scandito dai colori e dai gesti. Casule rosse per il papa e i vescovi, stole rosse con le stelle del sud per i sacerdoti. Durante la celebrazione il Papa ha impartito il sacramento della Cresima a 24 giovani, di diverse nazionalità: un momento molto toccante, scandito dal battimani della gente. La multiculturalità delle celebrazioni, si è vista anche durante il canto dell’alleluia, animato da una danza tipica delle isole Fiji, la seconda lettura è stata letta in italiano, mentre la preghiera dei fedeli è stata letta in sudanese, polacco, vietnamita e arabo, oltre che in inglese e tedesco.

LE PAROLE DEL PAPA. Molto forti le parole dell’omelia. Benedetto XVI ha invitato i giovani ad essere profeti di speranza e artefici del nuovo rinnovamento della società, ma anche della nella difesa della vita e dell’amore puro, nella speranza. Il papa è ritornato su alcuni concetti che aveva espresso durante la veglia, chiamando i giovani ad essere testimoni nei propri ambiti. Benedetto XVI chiarisce che il potere dello Spirito è il “potere della vita di Dio”, visibile nella Chiesa, una comunità vivente d’amore, “comprendente gente di ogni razza, nazione e lingua, di ogni tempo e luogo, nell’unità nata dalla nostra fede nel Signore risorto”.
Ritorna sull’importanza della preghiera, e chiede ai giovani che tipo di mondo si augurano di lasciare alle generazioni future. Da Benedetto XVI arriva una richiesta di rinnovamento, promosso “da una nuova generazione di cristiani”: una generazione “chiamata a contribuire all’edificazione di un mondo in cui la vita sia accolta, rispettata e curata amorevolmente, non respinta o temuta come una minaccia e perciò distrutta. (…) Una nuova era nella quale la speranza ci liberi dalla superficialità, dall’apatia e dalla chiusura che mortificano le nostre anime e avvelenano i rapporti umani”.
I giovani devono “essere profeti di questa nuova era”, capaci “di attrarre la gente verso il Padre e di costruire un futuro di speranza per tutta l’umanità”. Tutto questo contro il “deserto spirituale”, al “vuoto interiore”, alla “paura indefinibile”, al “nascosto senso di disperazione”. “La Chiesa – dice il papa – ha specialmente bisogno del dono dei giovani, di tutti i giovani. Essa ha bisogno di crescere nella forza dello Spirito che anche adesso dona gioia a voi giovani e vi ispira a servire il Signore con allegrezza”.
I giovani sono chiamati ad essere profeti di speranza e artefici di rinnovamento nella società, ma anche della Chiesa: nella difesa della vita e dell’amore puro, nella speranza. Il papa parla dello Spirito Santo: una riflessione che parte dalla definizione della sua forza, per arrivare ad indicazioni concrete per la vita di tutti i giorni. Benedetto XVI chiarisce che il potere dello Spirito è il “potere della vita di Dio”, visibile nella Chiesa, una comunità vivente d’amore, “comprendente gente di ogni razza, nazione e lingua, di ogni tempo e luogo, nell’unità nata dalla nostra fede nel Signore risorto”.
Un amore che può sprigionare forza “solo quando gli permettiamo di cambiarci dal di dentro”. “Noi – dice il papa – dobbiamo permettergli di penetrare nella dura crosta della nostra indifferenza, della nostra stanchezza spirituale, del nostro cieco conformismo allo spirito di questo nostro tempo. Solo allora possiamo permettergli di accendere la nostra immaginazione e plasmare i nostri desideri più profondi”. Da qui, l’importanza della preghiera, “pura ricettività della grazia di Dio, amore in azione, comunione con lo Spirito che dimora in noi”. È quanto hanno sperimentato i santi, come dimostrano anche le iniziative di bene che hanno lasciato.
E voi, – chiede il papa in modo provocatorio, che cosa lascerete alla prossima generazione? “Che eredità lascerete ai giovani che verranno? Quale differenza voi farete?”. Ecco così che da Benedetto XVI arriva una richiesta di rinnovamento, promosso “da una nuova generazione di cristiani”: una generazione “chiamata a contribuire all’edificazione di un mondo in cui la vita sia accolta, rispettata e curata amorevolmente, non respinta o temuta come una minaccia e perciò distrutta.
Una nuova era in cui l’amore non sia avido ed egoista, ma puro, fedele e sinceramente libero, aperto agli altri, rispettoso della loro dignità, un amore che promuova il loro bene e irradi gioia e bellezza. Una nuova era nella quale la speranza ci liberi dalla superficialità, dall’apatia e dalla chiusura che mortificano le nostre anime e avvelenano i rapporti umani”. I giovani devono “essere profeti di questa nuova era”, capaci “di attrarre la gente verso il Padre e di costruire un futuro di speranza per tutta l’umanità”.
È la risposta al “deserto spirituale” delle società attuali, al loro “vuoto interiore”, alla “paura indefinibile”, al “nascosto senso di disperazione”. Al tempo stesso, anche all’esigenza della Chiesa di rinnovarsi, rimanendo “sempre giovane nello Spirito”. “La Chiesa – dice il papa – ha specialmente bisogno del dono dei giovani, di tutti i giovani. Essa ha bisogno di crescere nella forza dello Spirito che anche adesso dona gioia a voi giovani e vi ispira a servire il Signore con allegrezza”. “Che ciascuno di noi sia rinnovato nello spirito della sapienza e dell’intelligenza, – è la preghiera conclusiva del papa – lo spirito del giusto giudizio e del coraggio, lo spirito della conoscenza e della pietà, lo spirito della meraviglia e del timore alla presenza di Dio!”.

GLI ALTRI INTERVENTI. Molto apprezzato il ringraziamento finale del Cardinale Gorge Pell, che ha espresso il suo grazie a tutti gli organizzatori e alle autorità civili. “A tutti i pellegrini esprimo la mia gratitudine, perché siete venuti a rafforzare la nostra fede – ha detto ai giovani – In cambio speriamo possiate riportare a casa un tenero ricordo non solo della nostra ospitalità, ma anche della nostra testimonianza cristiana”.
“Guardiamo a quest’immensa assemblea e vediamo che ciò che ha detto è proprio vero”, ha detto il cardinale Stanislaw Rilko, presidente del pontificio consiglio dei laici. “La Chiesa è viva ed è giovane. E’ una benedizione essere insieme per la Giornata Mondiale della Gioventù ed è una benedizione che lei sia venuto da noi in nome del Signore Gesù”.
“Questa mattina, a Sydney, vediamo la Chiesa non solo con gli occhi della fede, ma anche come si manifesta davanti a noi – ha aggiunto – Vediamo giovani donne e giovani uomini che in questo momento stanno riscoprendo la propria missione nella vita. Meglio una missione di mille alternative, e i loro ideali ci invitano ad accettare la missione che il Signore ha scelto per loro”.