Il Papa: combattete la pedofilia come fa la Chiesa

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Ai vescovi degli Stati Uniti che incontra per la prima volta dopo la visita del 2008, il Papa ricorda subito il tema di quel viaggio che “intendeva incoraggiare i cattolici d’America sulla scia dello scandalo e del disorientamento causato dalla crisi scatenata dagli abusi sessuali negli ultimi decenni.” Benedetto XVI ha ricevuto un gruppo di vescovi degli Usa per la consueta quinquennale visita ad limina, ed entra subito in argomento. “Ho voluto-dice- riconoscere personalmente la sofferenza inflitta alle vittime e gli sforzi onesti compiuti per garantire l’incolumità dei nostri bambini e per affrontare in modo appropriato e trasparente le accuse quando vengono mosse. Auspico che gli sforzi coscienziosi della Chiesa per affrontare questa realtà aiuteranno tutta la comunità a riconoscere le cause, la vera portata e le conseguenze devastanti dell’abuso sessuale e a rispondere con efficacia a questa piaga che affligge tutti i livelli della società.” E mette in evidenza che la Chiesa non è la sola a dover affrontare questo problema e quindi “proprio come la Chiesa si attiene giustamente a parametri precisi a questo proposito, tutte le altre istituzioni, senza eccezioni, dovrebbero attenersi agli stessi criteri.”

Un chiarimento necessario per il Paese dal quale sono arrivate fantasiose richieste di “impeachment” del Papa. Altro tema quello caro a Benedetto XVI come a Giovanni Paolo II della necessità di una nuova evangelizzazione in un “panorama religioso e sociale che sta cambiando in modo clamoroso”. Insomma il Papa condivide le preoccupazioni dei vescovi che trovano difficile vivere una “testimonianza cristiana”, che osservano “un crollo preoccupante delle fondamenta intellettuali, culturali e morali della vita sociale”, e che vedono crescere “spaesamento” e “insicurezza, in particolare fra i giovani, di fronte agli ampi cambiamenti sociali”. E nonostante i tentativi di zittire la Chiesa in molti guardano a Lei “per trarne saggezza, discernimento e sana guida nell’affrontare questa crisi di vasta portata”. Niente scoraggiamento dunque, ma “una esortazione a mettere in pratica la dimensione profetica del vostro ministero episcopale pronunciandovi, con umiltà ma anche con insistenza, in difesa della verità morale e offrendo una parola di speranza in grado di aprire il cuore e la mente alla verità che rende liberi.” Certo è che la secolarizzazione ostacola la vita dei credenti, crea attriti anche dentro la Chiesa.

“Immersi in questa cultura, i credenti sono quotidianamente turbati dalle obiezioni, dalle questioni inquietanti e dal cinismo di una società che sembra aver perso le proprie radici, da un mondo in cui l’amore di Dio è divenuto freddo in così tanti cuori”. La ricetta di Papa Benedetto è una “autovalutazione rigorosa, critica e costante e da una conversione alla luce della verità della Chiesa. Solo attraverso questo rinnovamento interiore potremo discernere e soddisfare le esigenze spirituali della nostra epoca con la verità eterna del Vangelo.” In particolare il Papa ringrazia per “i documenti recenti sulla cittadinanza dei fedeli e sull’istituzione del matrimonio.” Una nota anche per la nuova traduzione inglese del messale una vera “catechesi permanente che evidenzi la natura autentica della liturgia e, soprattutto, il valore unico del sacrificio salvifico di Cristo per la redenzione del mondo.” Dietro l’angolo c’è un altro pericolo infatti: “Un senso indebolito del significato e dell’importanza del culto cristiano può portare soltanto a un senso indebolito della vocazione specifica ed essenziale del laicato che consiste nel permeare l’ordine temporale di spirito evangelico.

L’America ha un’orgogliosa tradizione di rispetto per la domenica. Questa eredità deve essere consolidata come esortazione al servizio del Regno di Dio e al rinnovamento del tessuto sociale secondo la sua verità immutabile.” Quello che il Papa chiede è un “ripristino di una visione comune e di un senso di missione da parte di tutta la comunità cattolica.” Fondamentale in questo senso il ruolo delle università cattoliche e ricorda “iniziative quali il simposio tenutosi di recente presso la Catholic University of America sull’attività intellettuale per la nuova evangelizzazione. I giovani hanno il diritto di ascoltare con chiarezza l’insegnamento della Chiesa e, ancora più importante, di essere inspirati dalla coerenza e dalla bellezza del messaggio cristiano cosicché a loro volta possano infondere nei coetanei un amore profondo per Cristo e per la sua Chiesa.”

Il Papa è realista, ma non pessimista e il suo saluto finale è un incoraggiamento:“sono consapevole dei problemi numerosi, pressanti e a volte apparentemente irrisolvibili che affrontate ogni giorno nell’esercizio del vostro ministero. Con la fiducia scaturita dalla fede, e con grande affetto, vi offro queste parole di incoraggiamento e affido volentieri voi e il clero, i religiosi e i laici delle vostre Diocesi all’intercessione di Maria Immacolata, patrona degli Stati Uniti.”

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