Il matrimonio in Chiesa è per tutti un Sacramento?

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“Quando due giovani si uniscono, non è più necessariamente sulla base di un’alleanza formalizzata e di un progetto di vita. I giovani non distinguono bene la differenza tra un matrimonio per sempre, vale a dire fino alla morte, e un matrimonio per il più lungo tempo possibile”. Lo ha dichiarato il Segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia, mons. Jean Laffitte, durante la conferenza stampa per la presentazione dell’Assemblea Plenaria (29 novembre – 1° dicembre 2011) del Pontificio Consiglio per la Famiglia in occasione del duplice XXX anniversario della Familiaris consortio (22 novembre 2011) e della creazione dello stesso Pontificio Consiglio (13 maggio 1981). La società moderna spesso banalizza l’esperienza dell’amore umano, offrendo ai giovani un modello di identità familiare in piena crisi morale. Ma è soprattutto nella delicatissima sfera dei rapporti affettivi che si registra un notevole crescendo di incertezze e disvalori. “l’uso del proprio corpo e del corpo dell’altro, – chiarisce mons. Laffitte – attraverso un’unione che sia davvero un dono autentico, non si improvvisa, è frutto di una educazione al rispetto di sé e al rispetto dell’altro”.

Peraltro, prosegue Laffitte: “dobbiamo riconoscere che oggi, anche in una prospettiva specificamente cristiana, incontriamo nuove difficoltà: il progetto di sposarsi in Chiesa spesso non è più integrato in una vita di fede attiva; e con questo viene a mancare la consapevolezza della santità del matrimonio cristiano. Capiamo perché oggi più che mai la pastorale coniugale e familiare esiga una preparazione seria e approfondita”. I nostri giovani andrebbero aiutati a conoscere meglio il particolare dono d’amore che Dio riserva alla coppia. Nel Matrimonio c’è una “sostanza sacramentale” che le giovani coppie non sanno più riconoscere… perché, purtroppo, nessuno gliene parla più, o peggio ancora si affronta l’argomento in modo esclusivamente romantico ed idealizzato, privo di richiami con la realtà! “Il Pontificio Consiglio per la Famiglia – riferisce mons. Laffitte – è stato invitato a riflettere su un documento di natura pastorale, per la preparazione al matrimonio e per l’accompagnamento delle famiglie, riprendendo l’ormai classica distinzione tra preparazione remota, prossima e immediata al sacramento”. Spesso il problema dei rapporti prematrimoniali allontana i giovani fidanzati dalla pratica religiosa.

“Il fidanzamento – ricorda il Segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia – è il tempo oggettivamente e essenzialmente diverso dall’unione coniugale, dal momento che questo tempo di preparazione non prevede ancora di mettere in comune le rispettive esistenze. Sono personalmente convinto che la maggioranza dei giovani è in grado di capire una tale differenza e di cogliere la ricchezza specifica dei due diversi momenti: quello della promessa e quello della realizzazione. Ovviamente, se nessuno li introduce a tale mistero, ad essi non rimarrà altra scelta che seguire i comportamenti propri della cultura dominante”. Mons. Laffitte suggerisce inoltre: “Ai battezzati non praticanti potrebbe essere proposto un percorso breve di formazione sistematica includente ad esempio un’iniziazione alla lettura della Parola di Dio, una trasmissione dei fondamenti più elementari della fede cristiana, un’iniziazione alla vita sacramentale insistendo in particolare sui sacramenti del matrimonio, dell’eucaristia e della riconciliazione”.

«Oggi – dichiara il presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, mons. Ennio Antonelli – che la visione cristiana del matrimonio con i valori di umiltà, fedeltà, indissolubilità, apertura alla vita non è più condivisa nella società civile e nella mentalità diffusa, non si può più presumere neppure la validità del matrimonio celebrato in Chiesa; in molti casi è a rischio non solo la fruttuosità, ma la stessa validità». E ancora: «La famiglia negli  ultimi trent’anni è stata investita da una vera e propria valanga tra separazioni, divorzi, aborti che sono motivo di sofferenze e  solitudini».
Il Pontificio Consiglio per la Famiglia – come è stato annunciato – valuterà lo studio di un documento pastorale per la preparazione al matrimonio e per l’accompagnamento delle famiglie, dove non mancheranno riferimenti alle esperienze di convivenza pre-matrimoniale e spunti per un corretto orientamento morale della coppia.

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