Il Benin a Napoli
Da oggi a Napoli c’è un nuovo consolato: è quello del Benin, lo stato africano appena visitato da Benedetto XVI. La nuova sede Consolare della Repubblica del Benin in Italia nasce con un retaggio culturale e operativo già di notevole rilievo alle spalle, frutto di importanti collaborazioni sia con organi istituzionali, che con associazioni operanti nel campo dell’assistenza, sino a finire con i privati cittadini.
Negli ultimi anni, infatti, grazie all’apporto operativo ed ai generosi contributi, sono stati realizzati ben otto pozzi idraulici che, grazie ad un sistema di pompaggio e filtraggio delle acque di falda che si spinge a decine di metri di profondità, riesce a fornire acqua potabile in zone dove la scarsità di tale risorsa, è fonte di sofferenza nonché di malattie per la popolazione. L’apporto e la volontà del Console, dott. Gambardella e dei suoi collaboratori, ha ricevuto notevole sostegno dall’Ambasciatore a Roma, Rosemonde Deffon Yakoubou, e non avrebbe avuto realizzazione senza la preziosa collaborazione dell’Associazione ONLUS, “Insieme per l’Infanzia” di Bacoli, presieduta da Maria Lucia Della Ragione, che ha contribuito a costruire ben 3 pozzi; mentre altri 5 sono stati finanziati da privati cittadini. Ottima collaborazione anche con l’Associazione “Il Girotondo” e Luigia Carbone che, grazie all’apporto istituzionale del Ministero degli Affari Esteri italiano, insieme al Ministero dell’istruzione beninese, ha consentito a 6 bambini beninesi di essere ospiti di altrettante famiglie in Italia.
C’è poi la scuola dei Frati dell’Immacolata (nella foto con il console Gambardella) che accoglie i bambini orfani. Da non dimenticare poi la donazione di 7 apparecchiature di sostegno uditivo realizzata grazie al dott. Rino Bartolomucci, ai bambini aiutati dal Convento di San Filippo Smaldone, nella regione della Atakorà. Tra i progetti che il Consolato vuole contribuire a realiazzare s’intendono realizzare, ci sono nuovi pozzi e strutture scolastiche che consentano ai beninesi di apprendere e realizzare autonomamente la via della propria autodeterminazione.