Il papa ai movimenti popolari: non lasciatevi ingabbiare
‘Affrontiamo il terrore con l’amore’: dopo l’incontro del 2014 a Roma e quello del 2015 durante il viaggio in Bolivia per la terza volta papa Francesco ha ricevuto i movimenti popolari internazionali impegnati nella difesa di ‘terra, casa e lavoro per tutti’. Nel discorso papa Francesco ha denunciato la ‘bancarotta dell’umanità’, rappresentata dal meccanismo della paura, che sostiene un sistema iniquo.
Inoltre ha ricordato gli incontri precedenti, che hanno portato frutto nella popolazione: “Ho saputo anche di incontri e laboratori tenuti in diversi Paesi, dove si sono moltiplicati i dibattiti alla luce della realtà di ogni comunità. Questo è molto importante perché le soluzioni reali alle problematiche attuali non verranno fuori da una, tre o mille conferenze: devono essere frutto di un discernimento collettivo che maturi nei territori insieme con i fratelli, un discernimento che diventa azione trasformatrice ‘secondo i luoghi, i tempi e le persone’, come diceva sant’Ignazio”.
Il papa ha invitato i movimenti all’azione e non alle dichiarazioni formali: “Credo che questo nostro dialogo, che si aggiunge agli sforzi di tanti milioni di persone che lavorano quotidianamente per la giustizia in tutto il mondo, sta mettendo radici. Vorrei toccare alcuni temi più specifici… Tuttavia, questa germinazione, che è lenta, che ha i suoi tempi come tutte le gestazioni, è minacciata dalla velocità di un meccanismo distruttivo che opera in senso contrario.
Ci sono forze potenti che possono neutralizzare questo processo di maturazione di un cambiamento che sia in grado di spostare il primato del denaro e mettere nuovamente al centro l’essere umano: uomo e donna. Quel ‘filo invisibile’ di cui abbiamo parlato in Bolivia, quella struttura ingiusta che collega tutte le esclusioni che voi soffrite, può consolidarsi e trasformarsi in una frusta, una frusta esistenziale che, come nell’Egitto dell’Antico Testamento, rende schiavi, ruba la libertà, colpisce senza misericordia alcuni e minaccia costantemente altri, per abbattere tutti come bestiame fin dove vuole il denaro divinizzato”.
Ricordando le condanne dei precedenti papi sull’uso distorto del denaro ha sottolineato che la Dottrina Sociale della Chiesa ha avuto parole dure contro il denaro, che alimenta la paura: “Nessuna tirannia si sostiene senza sfruttare le nostre paure. Questo è fondamentale. Da qui il fatto che ogni tirannia sia terroristica.
E quando questo terrore, che è stato seminato nelle periferie con massacri, saccheggi, oppressione e ingiustizia, esplode nei centri con diverse forme di violenza, persino con attentati odiosi e vili, i cittadini che ancora conservano alcuni diritti sono tentati dalla falsa sicurezza dei muri fisici o sociali. Muri che rinchiudono alcuni ed esiliano altri. Cittadini murati, terrorizzati, da un lato; esclusi, esiliati, ancora più terrorizzati, dall’altro”.
Invece il papa ha tracciato una strada ‘alternativa’, quella dell’amore: “Per questo Gesù ci dice: ‘Non abbiate paura’, perché la misericordia è il miglior antidoto contro la paura. E’ molto meglio degli antidepressivi e degli ansiolitici. Molto più efficace dei muri, delle inferriate, degli allarmi e delle armi. Ed è gratis: è un dono di Dio… Le 3-T, il vostro grido che faccio mio, ha qualcosa di quella intelligenza umile ma al tempo stesso forte e risanatrice.
Un progetto-ponte dei popoli di fronte al progetto-muro del denaro. Un progetto che mira allo sviluppo umano integrale… Il contrario dello sviluppo, si potrebbe dire, è l’atrofia, la paralisi. Dobbiamo aiutare a guarire il mondo dalla sua atrofia morale. Questo sistema atrofizzato è in grado di fornire alcune “protesi” cosmetiche che non sono vero sviluppo: crescita economica, progressi tecnologici, maggiore ‘efficienza’ per produrre cose che si comprano, si usano e si buttano inglobandoci tutti in una vertiginosa dinamica dello scarto…
Ma non consente lo sviluppo dell’essere umano nella sua integralità, lo sviluppo che non si riduce al consumo, che non si riduce al benessere di pochi, che include tutti i popoli e le persone nella pienezza della loro dignità, godendo fraternamente la meraviglia del creato. Questo è lo sviluppo di cui abbiamo bisogno: umano, integrale, rispettoso del creato, di questa casa comune”.
Un altro compito fondamentale che il papa ha affidato ai movimenti ha riguardato la bancarotta delle banche, che causa le migrazione: “Cosa succede al mondo di oggi che, quando avviene la bancarotta di una banca, immediatamente appaiono somme scandalose per salvarla, ma quando avviene questa bancarotta dell’umanità non c’è quasi una millesima parte per salvare quei fratelli che soffrono tanto?
E così il Mediterraneo è diventato un cimitero, e non solo il Mediterraneo… molti cimiteri vicino ai muri, muri macchiati di sangue innocente… La paura indurisce il cuore e si trasforma in crudeltà cieca che si rifiuta di vedere il sangue, il dolore, il volto dell’altro… E’ veramente, un problema del mondo. Nessuno dovrebbe vedersi costretto a fuggire dalla propria patria.
Ma il male è doppio quando, davanti a quelle terribili circostanze, il migrante si vede gettato nelle grinfie dei trafficanti di persone per attraversare le frontiere, ed è triplo se arrivando nella terra in cui si pensava di trovare un futuro migliore, si viene disprezzati, sfruttati e addirittura schiavizzati. Questo si può vedere in qualunque angolo di centinaia di città. A volte non ci permettono di vederlo”.
Infine ha invitato ad esercitare la politica come ‘alta forma di carità’: “Voi, organizzazioni degli esclusi e tante organizzazioni di altri settori della società, siete chiamati a rivitalizzare, a rifondare le democrazie che stanno attraversando una vera crisi. Non cadete nella tentazione della casella che vi riduce ad attori secondari o, peggio, a meri amministratori della miseria esistente.
In questi tempi di paralisi, disorientamento e proposte distruttive, la partecipazione da protagonisti dei popoli che cercano il bene comune può vincere, con l’aiuto di Dio, i falsi profeti che sfruttano la paura e la disperazione, che vendono formule magiche di odio e crudeltà o di un benessere egoistico e una sicurezza illusoria”.
In apertura dell’incontro dei 200 delegati, il card. Peter Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, ha ricordato l’enciclica papale ‘Laudato sì’: “In questo incontro vi abbiamo invitato a discutere su come cambiare le cose: non si tratta di essere agenti di cambiamento unicamente verso l’esterno, ma anche verso l’interno…
Non siamo cercatori di lavoro, siamo creatori di lavoro. Quando parliamo di lavoro, di casa, di terra, di democrazia, il punto di partenza è sempre la gente reale con i suoi problemi reali. Più in là delle statistiche, si tratta di persone concrete”. João Pedro Stédile, coordinatore del Movimento dei Senza Terra, ha indicato che “ci troviamo dinanzi a un capitalismo che esprime l’arretratezza, lo sfruttamento, l’espulsione… Il pianeta è sotto l’aggressione del capitale, che si è appropriato della natura, privando della stessa gli esseri umani”.
Juan Grabois, co-fondatore del Movimento dei Lavoratori Esclusi e della Confederazione dei Lavoratori dell’Economia Popolare, ha sottolineato che l’incontro “ha a che vedere con l’azione.
Seguendo il metodo della Dottrina Sociale della Chiesa, nel primo incontro ci siamo dedicati al vedere, a conoscerci, nel secondo al giudicare, abbiamo fatto una diagnosi e assunto impegni tra le oltre mille organizzazioni che hanno preso parte all’incontro. Oggi è il momento di agire… Per costruire la forza dei Movimenti Popolari abbiamo bisogno di 5 principi: Unità, Organizzazione, Coscienza, Sfoto-com-dia-1pirito elevato e Azione”.
Vandana Shiva, fondatrice di Navdanya Trust ha evidenziato l’importanza di ‘vivere come ha chiesto l’Altissimo, rispettando la terra e la creazione’: “La terra, che è la nostra casa comune, deve tornare nelle mani di coloro che se ne prendono cura secondo le istruzioni date dalla terra stessa, come insegnano le culture indigene. La biodiversità non è una invenzione di chi è impegnato in quest’ambito.
Il mio lavoro di oltre trent’anni mi ha dimostrato che proteggere la biodiversità è anche un dovere spirituale. Inventare semi che non esistevano prima è una violenza contro l’integrità della creazione, che fomenta ingiustizia e conduce perfino alla morte, come ha detto anche il Papa. Ricordiamo che 300.000 contadini indiani si sono suicidati perché indebitati per comprare sementi ogm che non si possono riprodurre”.