Il Papa: in Africa ho visto la freschezza del sì alla vita

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“In Africa ho visto una freschezza del sì alla vita, una freschezza del senso religioso e della speranza, una percezione della realtà nella sua totalità con Dio e non ridotta ad un positivismo che, alla fine, spegne la speranza.” Così oggi il Papa all’ udienza generale ha riassunto il senso del recente viaggio in Benin. Il Papa ha ripetuto il suo grazie alla Chiesa cattolica in Africa e ricordato le tappe principali del viaggio, dalla consegna dell’ Africae munus alla visita sulla tomba “di un illustre figlio del Benin e dell’Africa, e grande uomo di Chiesa, l’indimenticabile Cardinale Bernardin Gantin, la cui venerata memoria è più che mai viva nel suo Paese, che lo considera un Padre della patria, e nell’intero Continente.” “Sul modello di Maria- ha detto- la Chiesa in Africa ha accolto la Buona Novella del Vangelo, generando molti popoli alla fede. Ora le comunità cristiane dell’Africa – come sottolineato sia dal tema del Sinodo sia dal motto del mio Viaggio Apostolico – sono chiamate a rinnovarsi nella fede per essere sempre più al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. Esse sono invitate a riconciliarsi al loro interno per diventare strumenti gioiosi della misericordia divina, ognuna apportando le proprie ricchezze spirituali e materiali all’impegno comune.” Benedetto XVI ha ripetuto che c’è necessità “di costruire una società in cui i rapporti tra etnie e religioni diverse siano caratterizzati dal dialogo e dall’armonia.

Ho invitato tutti ad essere veri seminatori di speranza in ogni realtà e in ogni ambiente.” A proposito della grande messa a Cotonou il Papa l’ha definita “ uno straordinario momento di preghiera e di festa alla quale hanno preso parte migliaia di fedeli del Benin e di altri Paesi africani, dai più anziani ai più giovani: una meravigliosa testimonianza di come la fede riesca ad unire le generazioni e sappia rispondere alle sfide di ogni stagione della vita.” Una celebrazione “toccante e solenne” nella quale ha consegnato il testo in cui “ ogni fedele troverà le linee fondamentali che guideranno e incoraggeranno il cammino della Chiesa in Africa, chiamata ad essere sempre più il “sale della terra” e la “luce del mondo”.” Un invito ad essere costruttori di pace: “ Gli africani – dice Benedetto XVI- hanno risposto con il loro entusiasmo all’invito del Papa, e sui loro volti, nella loro fede ardente, nella loro adesione convinta al Vangelo della vita ho riconosciuto ancora una volta segni consolatori di speranza per il grande Continente africano.”

Il Papa ha ricordato anche l’incontro con i bambini: “mi ha fatto vivere un momento di grande commozione incontrando bambini abbandonati e malati e mi ha consentito di vedere concretamente come l’amore e la solidarietà sanno rendere presente nella debolezza la forza e l’affetto di Cristo risorto.”

I seminaristi, i religiosi e soprattuto l’incontro con l’Episcopato del Benin sono stati occasione “per riflettere in particolare sull’origine dell’annuncio evangelico nel loro Paese, ad opera di missionari che hanno generosamente donato la loro vita, talvolta in modo eroico, affinché l’amore di Dio fosse annunciato a tutti.” Il Papa conclude: “In questa fase cruciale per l’intero Continente, la Chiesa in Africa, con il suo impegno al servizio del Vangelo, con la coraggiosa testimonianza di fattiva solidarietà, potrà essere protagonista di una nuova stagione di speranza. Tutto ciò dice che in quel Continente c’è una riserva di vita e di vitalità per il futuro, sulla quale noi possiamo contare, sulla quale la Chiesa può contare.” E ha affidato a Maria “Madre della Chiesa e Nostra Signora d’Africa coloro che ho avuto modo di incontrare in questo mio indimenticabile Viaggio Apostolico. A Lei raccomando la Chiesa in Africa.”

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