La veglia della GMG. Il papa: testimonianza e comunione con la forza dello Spirito

Palco rosso e colomba bianca sulla sommità, sotto una croce illuminata. E’ il palco di Randwick, l’ippodromo di Sydney che ha accolto Benedetto XVI per la veglia della XXIII GMG.
250mila i giovani presenti, che hanno pregato insieme con il papa, riflettendo sui sette doni della terza persona della Trinità, in accordo con il tema della GMG: “Riceverete forza dallo Spirito Santo, che scenderà su di voi e sarete miei testimoni”.
Una celebrazione suggestiva, cominciata al buio. La spianata si è poi gradualmente illuminata con il fuoco di un cero, acceso da una ragazza aborigena. Dal palco una fortissima luce rossa. Il fuoco è passato da persona a persona, accendendo tutte le candele dei pellegrini. Il colpo d’occhio della spianata si è fatto notevole, l’atmosfera perfino rarefatta quando è cominciata l’adorazione.
I giovani hanno riflettuto e pregato, tra la musica, le danze e le testimonianze, che si sono fatte assolo quando ha parlato il pellegrino più importante, Benedetto XVI.
“Ciò che costituisce la nostra fede non è in primo luogo ciò che facciamo, ma ciò che riceviamo”, ha detto il papa ai giovani, parlando di comunione e testimonianza. “Dopo tutto, – ha aggiunto – molte persone generose che non sono cristiane possono realizzare ben di più di ciò che facciamo noi”.
Sul palco la croce e l’icona della GMG, portate dai volontari. Come sottofondo il “Receive the power”, spesso con la prima strofa in italiano. Al papa vengono presentati i giovani che domani riceveranno la cresima, e i rappresentanti dei giovani del mondo, che leggono le meditazioni.
“Amici, accettate di essere introdotti nella vita trinitaria di Dio? Accettate di essere introdotti nella sua comunione d’amore?” chiede Benedetto XVI ai giovani. I doni dello Spirito “ci chiamano ad un’attiva e gioiosa partecipazione alla vita della Chiesa – ha spiegato – nelle parrocchie e nei movimenti ecclesiali, nelle lezioni di religione a scuola, nelle cappellanie universitarie e nelle altre organizzazioni cattoliche. Sì, la Chiesa deve crescere nell’unità, deve rafforzarsi nella santità, ringiovanirsi, e costantemente rinnovarsi . Ma secondo quali criteri? Quelli dello Spirito Santo!”

E’ un richiamo forte ad una fede praticata e trasmessa, quello di Benedetto XVI, che deve fare però i conti con la quotidianità delle scelte.
Occorre allora, dice il papa, “resistere alla tentazione di andarcene via”, la tentazione cioè del “Cristo si, Chiesa no”. Occorre anche rifuggire le occasioni illusorie di appagamento. “Dio è con noi nella realtà della vita e non nella fantasia! Affrontare la realtà, non di sfuggirla: è questo ciò che noi cerchiamo! Perciò lo Spirito Santo con delicatezza, ma anche con risolutezza ci attira a ciò che è reale, a ciò che è durevole, a ciò che è vero. E’ lo Spirito che ci riporta alla comunione con la Trinità Santissima!”
“L’amore è il segno della presenza dello Spirito Santo! Le idee o le parole che mancano di amore –anche se appaiono sofisticate o sagaci – non possono essere “dello Spirito”, spiega il papa.
D’altronde lo Spirito Santo è dono, “che soddisfa la nostra sete più profonda e ci conduce al Padre. Il Dio che si concede a noi come dono e appunto lo Spirito Santo. “Al pari di una sorgente perenne, egli offre niente di meno che se stesso. Osservando questo dono incessante, giungiamo a vedere i limiti di tutto ciò che perisce, la follia di una mentalità consumistica.”
In conclusione il papa invita a rispondere allo Spirito anche nella vita di ogni giorno, come la chiesa fa “nell’intera umanità”. “Anche voi siete chiamati ad esercitare i doni dello Spirito tra gli alti e i bassi della vita quotidiana – ha detto – Fate sì che la vostra fede maturi attraverso i vostri studi, il lavoro, lo sport, la musica, l’arte. Fate in modo che sia sostenuta mediante la preghiera e nutrita mediante i Sacramenti, per essere così sorgente di ispirazione e di aiuto per quanti sono intorno a voi.” Tutto questo anche perché, “la vita non è semplicemente accumulare, ed è ben più che avere successo. Essere veramente vivi è essere trasformati dal di dentro, essere aperti alla forza dell’amore di Dio.”
“Accogliendo la potenza dello Spirito Santo – ha concluso – anche voi potete trasformare le vostre famiglie, le comunità, le nazioni. Liberate questi doni! Fate sì che sapienza, intelletto, fortezza, scienza e pietà siano i segni della vostra grandezza!”.
Dopo la veglia è iniziata la veglia di preghiera, condita dalla musica rock cristiana. I giovani della GMG si preparano ad affrontare la fredda notte di Sydney.
– Il testo integrale del discorso del papa
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