Archivi e modernità alla Gregoriana
“L’uomo dell’età moderna e la Chiesa” è il tema di un congresso che la Pontificia università Gregoriana organizza in questa settimana. A fianco alle relazioni una mostra : “Archivio: fonti per la modernità”.Dal 16 al 19 novembre sarà allestito nella sede dell’università. Un percorso espositivo di documenti che testimoniano l’attività accademica del Collegio Romano attraverso cinque secoli.
Accanto ai codici dove sono stati trascritti direttamente o attraverso dettatura le lectiones dei maestri e agli Atti accademici stampati per affissione, vengono esposti documenti inediti come il trattato scientifico De theorici planetarum di Christophorus Clavius o la Trutina opinonium moralium del teologo Alberto de Alberti che non superò il vaglio della censura. L’edizione glossata dell’Istoria del Concilio di Trento di Sforza Pallavicino è accompagnata da alcuni tra gli oltre cento documenti raccolti – in venticinque anni di lavoro – dal gesuita Terenzio Alciati ed utilizzati dal cardinale per realizzare l’opera definita dallo stesso Pallavicino «istoria mista d’apologia, anzi più veramente un’apologia mescolata d’historia».
I manoscritti del Collegio Romano, continuando ad essere realizzati insieme ai prodotti della stampa, subirono condizionamenti simili a quelli che è possibile riconoscere anche oggi nei passaggi ai new media dell’epoca contemporanea. Infatti, se «la stampa è la tecnologia che ha reso possibile l’èra moderna», dove e come si inseriscono questi materiali nella lunga strada della modernità? E, se «il medium è il messaggio», la nuova visibilità promessa dalla digitalizzazione come impatterà sulla comprensione dei contenuti? La conservazione, infine, da fenomeno di mantenimento di ciò che rivestiva un uso pratico è passata oggi ad avere caratteristiche di musealizzazione che possono far perdere ai documenti il senso per i quali sono stati creati.