Il Papa: vigilate nella carità. E ricorda il sacerdote martire del nazismo Lampert

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“La consapevolezza del ritorno glorioso del Signore Gesù ci sprona a vivere in un atteggiamento di vigilanza”, commenta così Benedetto XVI la parabola dei talenti. Del servitore che sotterra il suo talento il Papa dice: “Quel servo, infatti, che ha tenuto nascosto il talento senza valorizzarlo, ha fatto male i suoi conti: si è comportato come se il suo padrone non dovesse più tornare, come se non ci fosse un giorno in cui gli avrebbe chiesto conto del suo operato.” All’ appuntamento consueto con la preghiera dell’ Angelus a mezzogiorno in Piazza San Pietro c’erano decina di migliaia di fedeli, grazie anche alla bellissima giornata di sole. Sulla Piazza si sta già iniziando a preparare il monumentale presepe che sarà inaugurato la vigilia di Natale. “Dio- ha detto il Papa- chiama ogni uomo alla vita e gli consegna dei talenti, affidandogli nel contempo una missione da compiere. Sarebbe da stolti pensare che questi doni siano dovuti, così come rinunciare ad impiegarli sarebbe un venir meno allo scopo della propria esistenza.”

Benedetto XVI ripropone un commento di san Gregorio Magno: a nessuno il Signore fa mancare il dono della sua carità, dell’amore. Un invito alla vigilanza dunque che è “l’atteggiamento di chi sa che il Signore ritornerà e vorrà vedere in noi i frutti del suo amore. La carità è il bene fondamentale che nessuno può mancare di mettere a frutto e senza il quale ogni altro dono è vano . Se Gesù ci ha amato al punto da dare la sua vita per noi , come potremmo non amare Dio con tutto noi stessi e amarci di vero cuore gli uni gli altri? Solo praticando la carità, anche noi potremo prendere parte alla gioia del nostro Signore.”

Prima di salutare i tanti gruppi linguistici presenti il Papa ha ricordato che la Giornata Mondiale del Diabete, “malattia cronica che affligge molte persone, anche giovani. Prego per tutti questi fratelli e sorelle, e per quanti condividono ogni giorno la loro fatica; come pure per gli operatori sanitari e i volontari che li assistono.” Una riflessione anche per la la Giornata del Ringraziamento, celebrata dalla Chiesa italiana: “Guardando ai frutti della terra che anche quest’anno il Signore ci ha donato, riconosciamo che il lavoro dell’uomo sarebbe vano se Lui non lo rendesse fecondo. “Solo con Dio c’è futuro nelle nostre campagne”. Mentre rendiamo grazie, impegniamoci a rispettare la terra, che Dio ci ha affidato.”

In francese il Papa ha ricordato il suo prossimo viaggio in Benin per la consegna della Esortazione post Sinodale. Ai fedeli tedeschi ha parlato della beatificazione del sacerdote martire Carl Lampert a Dornbirn. “ Nell’ epoca buia del nazionalsocialismo gli è diventato chiaro il senso delle parole di San Paolo: “ Noi non siamo della notte, né delle tenebre”. Durante un interrogatorio quando gli hanno fatto credere che potesse essere liberato ha potuto confessare pienamente convinto: Io amo la mia Chiesa, rimango fedele alla mia Chiesa e al sacerdozio. Io sono per Cristo e amo la sua Chiesa”.

Un saluto finale il Papa lo ha riservato anche ai volontari del Banco Alimentare che il 26 novembre organizzano la consueta colletta.

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