“L’Europa ha grandi problemi”. Il Papa incontra Van Rompuy

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Dura venti minuti l’incontro di Benedetto XVI con il presidente del Consiglio d’Europa Hermann Van Rompuy. Ma – più che alla durata di questo tipo di incontri, tra l’altro più o meno standardizzata – si deve guardare alla portata simbolica di un incontro che avviene in un momento di crisi particolare per l’Europa. E non può non notarlo Benedetto XVI, che ricevendo il belga presidente del Consiglio d’Europa, lo accoglie dicendo in francese: “Viviamo un periodo di crisi e l’Europa ha grandi problemi”.

Dirlo a Van Rompuy ha un suo peso diplomatico. Il presidente del Consiglio d’Europa è stato scelto a suo tempo per ricoprire questo incarico per il suo particolare profilo: è cattolico, ma allo stesso tempo considerato più accomodante di Benedetto XVI nei confronti del mondo secolare; e viene da un Paese, il Belgio, che ha dato molto all’integrazione europea e che allo stesso tempo è fortemente legato alla sua funzione di separatore-mediatore fra gli interessi francesi e quelli tedeschi. In un momento in cui l’asse franco-tedesco si rafforza e in cui le economie dei due Paesi sono chiamate a fare da traino ad un’Europa in crisi, Benedetto XVI mostra le sue preoccupazioni al presidente del Consiglio d’Europa.Dice il comunicato della Sala Stampa della Santa Sede che i colloqui si sono svolti “in un clima di cordialità” e “hanno permesso un utile scambio di opinioni sulla situazione internazionale e sul contributo che la Chiesa cattolica desidera offrire all’Unione Europea”. Inoltre, “nel corso del dialogo ci si e’ soffermati sulla promozione dei diritti umani ed, in particolare, della libertà religiosa”.

Il tema della libertà religiosa è particolarmente importante per Benedetto XVI. Nella commissione Europea, c’è una sezione apposita nell’ufficio del presidente Barroso che si occupa di religioni. Ma la loro impostazione – affermano alcuni addetti ai lavori – è più centrata sulla libertà di culto. In pratica, controlla che non ci siano restrizioni alla libertà di professare la propria religione, andando – ad esempio – in chiesa, in moschea o sinagoga. Ma la libertà religiosa va oltre, riguarda il pensiero stesso dell’uomo, e va a toccare diritti come quello all’obiezione di coscienza. Diritto che Benedetto XVI aveva rivendicato anche durante il consueto discorso di inizio 2011 al Corpo Diplomatico. L’asse con Van Rompuy sembra buono, sicuramente migliore di quello con Barroso.

Il Presidente del Consiglio Ue ha portato in dono a Benedetto XVI un libro intitolato “Europa. Abbozzo di un progetto”, che parla del progetto di integrazione europea. Che in questo momento difficile per l’Europa stessa si cerchi l’appoggio della Chiesa cattolica, è reso ancora più evidente dall’agenda di Van Rompuy, che oggi ha presenziato anche a un convegno all’università Gregoriana su “Vivere insieme l’Europa oggi” al quale partecipava anche Giovanni Maria Flick – presidente emerito della Corte Costituzionale e dato in pole position per la presidenza dell’Istituto Toniolo – e ha incontrato anche i vertici di Sant’Egidio, sempre più attivi nel creare una sorta di piattaforma internazionale. È chiaro che per Benedetto XVI i problemi dell’Europa derivano dal fatto che il continente ha perso la sua identità. Lo ha scritto, lo ha enunciato a Subiaco nella conferenza del 1 aprile 2005, alla vigilia della morte di Giovanni Paolo II (un testo che ha fatto da ulteriore trampolino di lancio alla sua elezione a Papa), lo ha detto più volte in vari interventi, contestando anche l’eccessivo “burocratismo” dell’istituzione. E lo ha ribadito certamente a Van Rompuy, di fronte a una crisi finanziaria che interessa principalmente Europa e Stati Uniti. E Van Rompuy ne ha parlato anche nel successivo incontro con il Segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, con il quale – comunica la Sala Stampa vaticana – c’è stato uno “scambio di opinioni sulla situazione internazionale e sul contributo che la Chiesa Cattolica desidera offrire all’Unione europea. Nel corso del dialogo ci si è soffermati, inoltre, sulla promozione dei diritti umani ed, in particolare, della libertà religiosa”.

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