Il Papa: il volontario cattolico ha come modello l’ amore di Cristo
Milioni di volontari cattolici che – ricorda il Papa – “contribuiscono, con regolarità e generosità, alla missione caritativa della Chiesa nel mondo”, soprattutto quando alcuni Paesi vengono colpiti da calamità naturali, dalla guerra o da crisi umanitarie. L’azione del volontariato cristiano non è espressione di semplice e buona volontà, ma fonda i presupposti della sua attività sull’esperienza personale di Cristo che rivela la nostra vocazione all’amore. La grazia di Cristo – prosegue il Santo Padre – “perfeziona, rafforza ed eleva quella vocazione e ci consente di servire gli altri senza ricompensa, soddisfazione o alcun compenso. Qui vediamo qualcosa della grandezza della vocazione umana a servire gli altri con le stesse libertà e generosità che caratterizzano Dio stesso. Diveniamo anche strumenti visibili del suo amore in un mondo che ancora anela profondamente a quell’amore in mezzo alla povertà, alla solitudine, all’emarginazione e all’ignoranza che vediamo intorno a noi”. Certamente il lavoro del volontario cattolico non ha la pretesa di poter rispondere a tutte le necessità del mondo, ma soprattutto – avverte Benedetto XVI – “non dovremmo lasciarci sedurre da ideologie che vogliono cambiare il mondo secondo una visione puramente umana”.
La natura del volontariato cattolico trae nutrimento dal messaggio evangelico di Cristo per offrirne i frutti a tutta la società; non attraverso un generico gesto di “filantropia” (un mezzo per alleviare l’indigenza e non è un fine) ma anteponendo la Carità che ha di mira la dignità e la bellezza sacra della persona. “Sebbene sia dovere dell’autorità pubblica riconoscere e apprezzare questo contributo senza distorcerlo, – ricorda il Pontefice rivolgendosi ai volontari – il vostro ruolo di cristiani consiste nel prendere attivamente parte alla vita della società, cercando di renderla sempre più umana, sempre più caratterizzata da libertà, giustizia e solidarietà autentiche”. Benedetto XVI ha poi ricordato che il suo incontro con i partecipanti alla riunione di “Cor Unum” coincide con la memoria liturgia di San Martino di Tours, considerato modello di carità in Europa e in tutto il mondo. Il lavoro di volontariato prestato come servizio di carità, capace di guardare ai bisogni e alla dignità dell’uomo, è una esperienza riconosciuta unanimemente in tutto il mondo e non si può non prendere atto che le sue origini siano visibili nella particolare sollecitudine cristiana, che riconosce in ogni persona l’immagine e la somiglianza di Dio.
“Se queste radici spirituali – precisa Benedetto XVI – vengono negate o oscurate e i criteri della nostra collaborazione divengono meramente utilitaristici, quel che c’è di più caratteristico nel servizio che offrite rischia di andare perduto, a detrimento della società nella sua interezza”. A conclusione del suo discorso, il Papa incoraggia e invita i giovani a scoprire nel volontariato “un modo per accrescere il proprio amore oblativo che dona alla vita il suo significato più profondo. I giovani reagiscono prontamente alla vocazione di amore. Aiutiamoli ad ascoltare Cristo che fa udire la sua chiamata nel loro cuore e li attrae a sé. Non dobbiamo avere paura di presentare loro una sfida radicale che cambia la vita, aiutandoli a comprendere che i nostri cuori sono fatti per amare e per essere amati. È nel dono di sé che viviamo la vita in tutta al sua pienezza”.