Olimpiadi: non è oro tutto ciò che luccica

A Rio de Janeiro la cerimonia ufficiale d’inizio delle Olimpiadi si svolgerà il 5 agosto; i giochi dureranno fino al 21 agosto, poi dal 7 al 18 settembre si svolgeranno le Paraolimpiadi per gli sportivi con disabilità. Previsti 3.000.000.000 di persone che rimarranno incollati davanti alle televisioni a guardare le varie gare.
Attesi 10.000 atleti e circa 300.000 visitatori (sono stati venduti il 70% dei biglietti). Sullo sfondo, e non da poco, la grave crisi politica ed economica del Brasile, con la presidente Dilma Roussef sotto accusa (il Senato deciderà l’impeachment il prossimo 20 agosto), un presidente ad interim e tre ministri dimessi per il coinvolgimento nello scandalo Petrobras, l’economia a rischio default, anche a causa del calo del prezzo del petrolio.
Lo Stato di Rio de Janeiro non se la passa meglio perché è praticamente in bancarotta. Inoltre la Chiesa brasiliana ha attivato una campagna di sensibilizzazione contro la tratta delle persone per lo sfruttamento sessuale, lavorativo o della dignità. Per questo la campagna ‘Gioca a favore della vita’ mira a informare e responsabilizzare cittadinanza, stampa e agenzie di viaggio su un fenomeno che può essere prevenuto e contrastato.
Inoltre alle Olimpiadi sarà anche presente una squadra di 10 rifugiati di 3 nazionalità (Siria, Sudan, Kenya) che parteciperà ai Giochi, in diverse discipline, per attirare l’attenzione sulla gravità della crisi migratoria in tutto il mondo. Intanto si è assistito ad uno scioccante aumento del 103% nel tasso di omicidi a opera della polizia a Rio de Janeiro tra aprile e giugno del 2016 e il 2015, che ha frantumato ogni possibilità di un’eredità positiva per i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro, come ha dichiarato Amnesty International rendendo noto il primo rapporto mensile sull’app collaborativa CrossFire. Nel solo mese di luglio, le persone hanno segnalato tramite l’app 756 sparatorie con 51 morti.
Ma per avere una visione reale di questa Nazione ospitante abbiamo chiesto alcune informazioni al saveriano padre Alberto Panichella, che per molti anni ha svolto la sua missione in terra brasiliana: dopo i Mondiali le Olimpiadi: come è la situazione economica brasiliana?
“La situazione economica brasiliana ha conosciuto un recesso da due anni, con la svalorizzazione del ‘real’, inflazione, diminuzione dell’ export, minor pagamento del debito estero, caro vita…”.
Perché stanno aumentando i poveri?
“Nei 10 anni del partito dei lavoratori i poveri sono diminuiti e sono aumentati ovviamente quelli della ‘sufficienza’, considerando anche che i ‘favelados’ erano 40.000.000 ed ora sono 19.000.000. C’è stato un grande sforzo per urbanizzare le favelas, con buoni risultati ed anche un grande miglioramento nei beni comuni, salari, borse-famiglia per i disoccupati, quote afrobrasiliane all’università, quote rosa nella politica e in tutto, gente della classe popolare al potere! I poveri sono in diminuzione, ma le informazioni sono adulterate dall’elite che vuole tornare al potere e ha applicato in combutta un impeachment ingiustificato, dai colori del tipico ‘golpe’ latino-americano”.
Dopo una crescita dirompente l’economia del Paese ha subito una battuta d’arresto: da cosa dipende?
“Negli ultimi 10 anni l’economia del Brasile è cresciuta molto, vuoi a livello nazionale, vuoi a livello privato e dei lavoratori, con processi di immigrazione da tutta l’America Latina e investitori dal nord del mondo. Ciò che ha fatto scattare il progresso è stato lo sganciamento dagli USA (sovranità nazionale), il pagamento degli interessi del debito economico, l’innalzamento del salario minimo di 5 volte proporzionali, il giacimento di petrolio tutto da sfruttare, con quantità dalle proporzioni di tutto il petrolio dell’Arabia Saudita, industrializzazione crescente nel Nordeste e in tutto il paese, agricoltura crescente nel Nordeste e in tutto il Brasile;
card per i disoccupati del valore di circa € 200 al mese che ha un potere di acquisio come se fossero € 400 in Italia, garantendo così tre pasti caldi al giorno, egemonia economica di tutta l’America latina, grande ampliamento dell’export, prima limitato agli ‘USA’ e ora distribuito verso tutti i continenti, aumento del potere acquisitivo e del consumo interno (maggiore mercato latino-americano), contenimento dei tassi di interesse delle banche a favore della produzione e dei crediti alle piccole e medie imprese, con sgravi fiscali…
Questi progressi hanno registrato una battuta d’ arresto e l’inflazione durante gli ultimi due anni, a causa di un boicottaggio del capitalismo mondiale egemonico (USA, UE, TIGRE ASIATICO) al BRIC e ai prodotti brasiliani, per impedire che gli emergenti diventino una minaccia e perché gli USA vogliono riprendere il controllo e lo sfruttamento economico di questo immenso paese; a questo s’aggiunge l’avidità dei potenti e lobby brasiliane e internazionali che destabilizzano il paese e vogliono dominare per avere più vantaggi, corruzione impunita, e privilegi”.
La Chiesa come agisce?
“La Chiesa era più critica negli anni 70/90. Ha visto bene l’ascesa del PT (partito dei lavoratori), con una grande presenza delle CEBs (Comunità Ecclesiali di Base), pastorali, pastori cattolici, operatori sociali, intellettuali cattolici, artisti…. Durante il governo Lula ( 2002-2010) la CNBB ( Conferenza episcopale brasiliana) è divenuta sempre più moderata. La CNBB, dinanzi all’attuale ‘golpe’ ha fatto fatica a reagire, a parlare chiaramente, anche se diversi vescovi e tanti sacerdoti hanno condannato l’usurpazione antidemocratica, come pure tantissimi laici/che, le CEBs e tante pastorali!”