Alla Lateranense «l’educazione è un affare del cuore»

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«L’educazione è un affare del cuore». Si è conclusa con la citazione di una delle più suggestive ed intense frasi di San Giovanni Bosco la lectio magistralis dell’arcivescovo di Bologna, il cardinale Carlo Caffarra, proferita il 9 novembre in occasione del solenne atto di inaugurazione dell’anno accademico della Pontificia Università Lateranense. In una gremita aula magna dedicata a Benedetto XVI, l’evento ha coinvolto studenti, docenti e amici di quella che a titolo speciale è l’Università del Papa ed è iniziato, come da tradizione, con il saluto del Gran Cancelliere dell’ateneo, il cardinale vicario di Roma Agostino Vallini. «L’Università con il suo rigoroso lavoro scientifico – ha spiegato il porporato – è chiamata ad affrontare sia la sfida del pensiero, ma anche quella di una fede pregata che illumina e trasforma la vita, e la sfida della testimonianza della comunità cristiana, casa di tutti, che mette al centro l’uomo redento.

In un mondo che sperimenta cambiamenti rapidi e tumultuosi, – ha aggiunto – è riconosciuto da tutti che il ruolo della religione diventa sempre più determinante nella priorità dei valori, nell’integrazione delle minoranze religiose, nell’esercizio del diritto alla libertà religiosa, nel ripensamento degli ordinamenti delle società. Tutto ciò chiama in causa il dialogo tra i popoli, la cultura, in definitiva l’educazione». Proprio la sfida all’emergenza educativa rappresenta una delle istanze programmatiche del rettorato di Enrico dal Covolo che, nella sua prolusione, ha individuato nella “formazione dei formatori” quella «meta ultima per educare mentalità capaci di sintesi filosofico-teologica» vera anima di quella che lui ha definito «fides quaerens intellectum». Di questo obiettivo – ha spiegato il vescovo – «tutte le nostre Facoltà e i nostri Istituti dovranno farsi carico, all’insegna del dialogo tra fede e ragione, tra “la scienza di Dio”e “le scienze dell’uomo”. Solo così la nostra Università potrà dirsi degna del suo nome, ed essere luogo del sapere universale».

È stato il concetto di “responsabilità” a caratterizzare l’intervento del cardinale Caffarra che ha posto l’accento sulla relazione che pone l’educatore in rapporto con gli uomini e le donne del nostro tempo: «l’educatore – ha ribadito – è responsabile di una persona umana e questa responsabilità esige che egli si ponga in modo giusto nei suoi confronti; in modo giusto, cioè adeguato alla sua natura di persona umana, commisurato alla sua dignità e valore». Nello stesso tempo l’arcivescovo di Bologna ha offerto una bussola per orientarsi nei territori spesso insidiosi dell’educazione chiedendosi quale potrebbe essere la modalità attraverso cui l’educatore possa proporre la propria visione del mondo e la propria proposta di vita: «la modalità propria del rapporto educativo – ha sottolineato – è la testimonianza dell’educatore, che non è mero insegnamento ma tocca intimamente la persona: muove l’io verso la sorgente profonda da cui la testimonianza sgorga.

La testimonianza – ha concluso Caffarra – implica l’esempio e quando l’educatore contraddice con il suo comportamento ciò che propone, normalmente la sua proposta non ha alcuna forza». L’iniziativa si è conclusa nell’hall dell’università dove è stata inaugurata la mostra libraria “Le radici cristiane dell’Italia unita”. A tagliare il nastro, il sindaco di Roma Capitale Gianni Alemanno che, accompagnato dalle note dell’inno di Mameli suonato dalla banda della Polizia Municipale di Roma, ha evidenziato come la Pontificia Università Lateranense sia «un punto di riferimento per la crescita della nostra città, uno dei fiori all’occhiello della Capitale».

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