Il perdono alla GMG, c’è anche la confessione con il linguaggio dei segni

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Le confessioni e la riconciliazione. I giovani della XXIII GMG hanno avuto a disposizione ben 3000 sacerdoti distribuiti in tutta la città per ricevere il sacramento, e per prepararsi alla messa finale di domani. Tende in tutti i parchi della città, postazioni in tutte le chiese, e all’università di Notre Dame, oltre che nei 235 luoghi delle catechesi.
Il luogo più frequentato per ricevere il sacramento è stato l’Adoration and Reconciliation Center al Sydney Convention and Exhibition Center, dove lunghe file di penitenti si incolonnavano dopo le catechesi mattutine. Volontari e religiose all’accoglienza dei pellegrini. “Noi aiutiamo i giovani ad accostarsi al sacramento della riconciliazione – spiega Suor Rosaria, americana, addetta all’accoglienza all’Hyde Park – Non forziamo nessuno, sono i giovani che ci chiedono numerosi di accedere al sacramento. C’è sempre la fila e diciamo sempre che dovranno attendere”.

“Tuttavia – aggiunge – è forte il desiderio di riconciliarsi con il Signore, soprattutto in un’occasione così importante come questa.” Confessandosi, vedendo la messa, e pregando per le intenzioni del papa, i giovani della GMG riceveranno l’indulgenza plenaria, così come disposto da Benedetto XVI, che ha replicato l’iniziativa di Colonia.

Il sacramento è amministrato in moltissime lingue, anche quella dei segni, per venire incontro ai pellegrini sordomuti. “La riconciliazione – spiegano i responsabili della GMG – rende attuali il potere di Dio di perdonare i peccati e di guarire le cause. Essa ha luogo grazie alla persona del parroco, a cui è data la grazia del Sacerdozio di Gesù Cristo.” “Il parroco è un uomo –precisano per gli scettici  – ma attraverso l’azione sacra della Chiesa agisce con l’Autorità e il Potere conferitogli da Dio”.

“La gente si sente colpevole anche se può non chiamare colpa quello che cerca di seppellire dentro di sé, ottenendo solo che poi emerga in ogni direzione inaspettata”, ha detto il cardinale Pell. “Nell’epoca del crescente business della psicologia – ha spiegato –, è triste che ci sia stato un allontanamento dalla pratica di confessarsi a un sacerdote, e la Giornata Mondiale della Gioventù sta aiutando a rinnovare proprio questo – uno dei più importanti doni offerti dalla Chiesa”.

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