Benedetto XVI: vergogna per i preti pedofili. Siano consegnati alla giustizia

“Desidero qui fare una pausa per riconoscere la vergogna che tutti abbiamo sentito a seguito degli abusi sessuali sui minori da parte di alcuni sacerdoti o religiosi in questa Nazione”. Le parole di Benedetto XVI sono forti, e vanno dritte al cuore delle polemiche sui preti pedofili, che hanno coinvolto la Chiesa Australiana, riemerse con forza proprio prima della GMG.
“Questi misfatti – aggiunge – che costituiscono un così grave tradimento della fiducia, devono essere condannanti in modo inequivocabile”. Benedetto XVI parla a oltre 3400 tra seminaristi, religiosi, sacerdoti e vescovi della Chiesa australiana, proprio alla vigilia della messa finale della XXIII GMG. Lo fa nella cattedrale di St. Mary, dove durante una messa solenne, ha consacrato un altare di marmo che rimarrà a perenne memoria della visita.
“Questa cattedrale esiste per quello che succede sull’altare – ha detto il cardinale Pell nel suo saluto – Questa cattedrale, come la Chiesa, disegna la sua vera vita e missione del Sacro Sacrificio della messa. Sono contento che questo nuovo altare sarà consacrato per gli speciali benefici della fede cattolica di Sydney in presenza di tanti giovani di ogni parte del mondo”.
Nella sua omelia, il papa si è rivolto in particolare ai giovani seminaristi e religiosi, “segno di speranza e di rinnovamento per il popolo di Dio”. Benedetto XVI ha ricordato le “schiere di sacerdoti” che hanno evangelizzato il paese. Così come accaduto ad aprile negli Stati Uniti, anche le considerazioni di Sydney sono nette. Secondo il papa, infatti, gli abusi sessuali “hanno causato grande dolore ed hanno danneggiato la testimonianza della Chiesa: chiedo a tutti voi – ha detto ai giovani seminaristi – di sostenere e assistere i vostri Vescovi e di collaborare con loro per combattere questo male. Le vittime devono ricevere compassione e cura e i responsabili di questi mali devono essere portati davanti alla giustizia”.
Benedetto XVI mette in risalto la “priorità urgente di promuovere un ambiente più sicuro e più sano, specialmente per i giovani” e di vivere un “tempo di purificazione” che porti con sé “guarigione, riconciliazione e una fedeltà anche più grande alle esigenze morali del Vangelo”. La richiesta è, insomma, quella di un rinnovamento dell’intera Chiesa in Australia.

Ai seminaristi e ai giovani religiosi, che “avranno il compito di edificare la casa di Dio per la prossima generazione”, il papa ricorda l’obiettivo “di essere consacrati nella verità, di crescere nella virtù, di raggiungere l’armonia fra pensieri e ideali, da una parte, e parole ed azioni, dall’altra”: indica la preghiera e la meditazione della parola di Dio come “lampada che illumina, purifica e guida i vostri passi lungo la via che il Signore ha segnato per voi” e suggerisce di fare “della celebrazione quotidiana dell’Eucaristia il centro” della propria vita. “Non dimenticate mai – dice loro – che la castità per il Regno significa abbracciare una vita dedicata completamente all’amore, un amore che vi rende capaci di dedicare voi stessi senza riserve al servizio di Dio per essere pienamente presenti ai fratelli e alle sorelle, specialmente a quanti sono nel bisogno”.
Di fronte ai vescovi il papa non manca infine di ricordare l’importanza della religione nello spazio pubblico: “Troppo spesso ci ritroviamo immersi in un mondo che vorrebbe mettere Dio ‘da parte’: nel nome della libertà ed autonomia umane, il nome di Dio viene oltrepassato in silenzio, la religione è ridotta a devozione personale e la fede viene scansata nella pubblica piazza”.
Un modo di pensare che può indurre a vivere la fede come “semplice sentimento”, “indebolendo così il suo potere di ispirare una visione coerente del mondo ed un dialogo rigoroso con le molte altre visioni che gareggiano per conquistarsi le menti e i cuori dei nostri contemporanei.”. “La storia, inclusa quella del nostro tempo – nota però Benedetto XVI – ci dimostra che la questione di Dio non può mai essere messa a tacere” e che “laddove l’uomo viene sminuito, è il mondo che ci attornia ad essere sminuito; perde il proprio significato ultimo e manca il suo obiettivo”.
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Foto Reuters/Ap Photo