Il Papa al G20: “Cercate soluzioni eque”
“I capi di Stato o di governo del G20 si riuniranno in Francia il 3 e 4 novembre, per esaminare le principali problematiche connesse con l’economia globale cerchino soluzioni eque per il superamento delle difficoltà che, a livello mondiale, ostacolano la promozione dell’uomo nella sua integrità”. Risuona dall’udienza del mercoledì l’appello di Benedetto XVI ai membri del G20 che si riuniranno il 4 e il 5 novembre a Cannes. In agenda, la crisi economica mondiale e la riforma del sistema monetario, magari con una moneta universale ventilata in tempi non sospetti dal presidente francese Sarkozy e comparsa spesso in passato in documenti dei think tank economici più influenti, come la Trilateral Commission.
Sul tavolo del G20 ci sarà anche la proposta di riforma del Sistema Monetario Internazionale delineata dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, e pubblicata in una nota Una delle proposte avanzate dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace è quella di una tassa sulle transazioni finanziarie. Una proposta che ha fatto sua anche Rowan Williams, primate della Chiesa Anglicana, e chiesta anche nell’ultimo rapporto di Medici Senza Frontiere, che sottolinea come “anche solo una parte di quella somma rappresenterebbe una spinta significativa per affrontare le crisi della salute globale”. Nella nota si chiede anche la costituzione di una Autorità mondiale con competenze universali che controlli il mondo economico ed eviti le speculazioni. Sempre critica nei confronti dei vari “incontri G” (G7, G20) – considerati poco più che “un club di amici” – la Santa Sede punta a relazioni diplomatiche improntate sul multilateralismo.
Nel dicembre 2008, a Doha si tenne una conferenza che faceva seguito al Doha Round, il tavolo di negoziati commerciali con i quali la World Trade Organization mira a riformare il sistema finanziario mondiale. I negoziati del Doha Round erano proseguiti ad intermittenza, e addirittura le trattative sono state per un periodo interrotte. Celestino Migliore, allora Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, rivolse un accorato appello alla Comunità internazionale, perché nutra “maggiore rispetto per le voci di quei Paesi e di quegli individui più bisognosi di assistenza finanziaria. Bisogna prendere di nuovo in considerazione le istituzioni di Bretton Woods e i cosiddetti Paesi del g-8 e del g-20 devono garantire l’ascolto e il rispetto delle voci di quanti hanno maggiore bisogno di sviluppo. Un approccio meramente verticistico allo sviluppo resterà insufficiente a meno che non ci si preoccupi di più delle persone la cui vita e il cui Paese sono messi a repentaglio”.
È seguendo questa linea che L’Osservatore romano ha messo in luce il ruolo sempre più decisivo dei Paesi emergenti al prossimo G 20 di Cannes. Secondo il quotidiano della Santa Sede, a ridosso del G20 “i Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa), il gruppo delle economie emergenti, si sta mobilitando. Mosca ha promesso fino a dieci miliardi di dollari per aiutare i Paesi europei indebitati attraverso il Fondo monetario internazionale (Fmi). Ma anche possibili aiuti bilaterali ai singoli membri in crisi”. “In cambio – spiega l’Osservatore – la Russia vuole discutere altri problemi: in primis, la riforma dell’Fmi per dare un ruolo maggiore alle economie emergenti. Come ha spiegato ieri Arkady Dvorkovich, consigliere economico del presidente russo Dmitri Medvedev, il Cremlino non esclude possibili trattative con Obama, Merkel e Sarkozy”.