Il Papa: l’uomo ha bisogno di Dio che ha attraversto la morte
Benedetto XVI ha ricordato che l’uomo da sempre si è occupato dei suoi morti e “ha cercato di dare loro una sorta di seconda vita attraverso l’attenzione, la cura, l’affetto.” Ed ha aggiunto. “ La strada della morte, in realtà, è una via della speranza e percorrere i nostri cimiteri, come pure leggere le scritte sulle tombe è compiere un cammino segnato dalla speranza di eternità.” Allora perchè tanto timore davanti alla morte? In parte, spiega il Papa, “perché abbiamo paura del nulla, di questo partire verso qualcosa che non conosciamo, che ci è ignoto.” E poi perché quando “ci troviamo verso la fine dell’esistenza, c’è la percezione che vi sia un giudizio sulle nostre azioni, su come abbiamo condotto la nostra vita, soprattutto su quei punti d’ombra che, con abilità, sappiamo spesso rimuovere o tentiamo di rimuovere dalla nostra coscienza.” E’ proprio il giudizio sulla vita del defunto che stimola i gesti di affetto come “un modo per proteggerlo nella convinzione che essi non rimangano senza effetto sul giudizio.”
Oggi il mondo è, apparentemente, molto più razionale, o meglio, con la “diffusa la tendenza a pensare che ogni realtà debba essere affrontata con i criteri della scienza sperimentale, e che anche alla grande questione della morte si debba rispondere non tanto con la fede, ma partendo da conoscenze sperimentabili, empiriche. Non ci si rende sufficientemente conto, però, che proprio in questo modo si è finiti per cadere in forme di spiritismo, nel tentativo di avere un qualche contatto con il mondo al di là della morte, quasi immaginando che vi sia una realtà che, alla fine, sarebbe una copia di quella presente.” Ma per i cristiani tutto ha un senso diverso: “Se noi riduciamo l’uomo esclusivamente alla sua dimensione orizzontale, a ciò che si può percepire empiricamente, la stessa vita perde il suo senso profondo. L’uomo ha bisogno di eternità ed ogni altra speranza per lui è troppo breve, è troppo limitata. L’uomo è spiegabile solamente se c’è un Amore che superi ogni isolamento, anche quello della morte, in una totalità che trascenda anche lo spazio e il tempo. L’uomo è spiegabile, trova il suo senso più profondo, solamente se c’è Dio.” Il Papa ha riletto alcuni passaggi del Vangelo, dalla Croce all’incontro del Risorto con i discepoli. “Cristo- ha detto-ci sostiene attraverso la notte della morte che Egli stesso ha attraversato; è il Buon Pastore, alla cui guida ci si può affidare senza alcuna paura, poiché Egli conosce bene la strada, anche attraverso l’oscurità.”
E ha concluso: “nel recarci ai cimiteri a pregare con affetto e con amore per i nostri defunti, siamo invitati, ancora una volta, a rinnovare con coraggio e con forza la nostra fede nella vita eterna, anzi a vivere con questa grande speranza e testimoniarla al mondo: dietro il presente non c’è il nulla. E proprio la fede nella vita eterna dà al cristiano il coraggio di amare ancora più intensamente questa nostra terra e di lavorare per costruirle un futuro, per darle una vera e sicura speranza”.
Dopo la sintesi nelle diverse lingue e i saluti il Papa ha anche inviato un messaggio per il G20 che si pare domani a Cannes. “Auspico-ha detto- che l’incontro aiuti a superare le difficoltà che, a livello mondiale, ostacolano la promozione di uno sviluppo autenticamente umano e integrale.”