Il Papa: le migrazioni sono occasione per rievangelizzare la società

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La nuova evangelizzazione ha un ruolo specialissimo anche nel campo delle migrazioni. E questo è il tema che Benedetto XVI Migrazioni e nuova evangelizzazione: questo il tema scelto dal Santo Padre Benedetto XVI per la 98a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che sarà celebrata domenica 15 gennaio 2012. Il tema centrale è appunto l’annuncio di Cristo come unico Salvatore. Ai rifugiati che arrivano nei nostri paesi di antica tradizione cattolica, ma segnati dalla secolarizzazione, la Chiesa offre l’annuncio. Ma per farlo gli stessi cattolici devono risvegliare l’entusiasmo e il coraggio “che mossero le prime comunità cristiane ad essere intrepide annunciatrici della novità evangelica, facendo risuonare nel nostrocuore le parole di san Paolo: “Annunciare il Vangelo non è per me un vanto; perché è unanecessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!” (1Cor 9,16).”

Nel messaggio c’è una foto dalla situazione attuale dell’Europa e della società occidentale “Il nostro tempo- scrive il Papa- è segnato da tentativi di cancellare Dio e l’insegnamento della Chiesa dall’orizzonte della vita, mentre si fanno strada il dubbio, lo scetticismo e l’indifferenza, che vorrebbero eliminare persino ogni visibilità sociale e simbolica della fede cristiana.” Una situazione in cui i migranti sono “spinti a non ritenerlo più rilevante nella propria vita, a perdere il senso della fede, a non riconoscersi più come parte della Chiesa e spesso conducono un’esistenza non più segnata da Cristo e dal suo Vangelo. Cresciuti in seno a popoli marcati dalla fede cristiana, spesso emigrano verso Paesi in cui i cristiani sono una minoranza o dove l’antica tradizione di fede non è più convinzione personale, né confessione comunitaria, ma è ridotta ad un fatto culturale. Qui la Chiesa è posta di fronte alla sfida di aiutare i migranti a mantenere salda la fede, anche quando manca l’appoggio culturale che esisteva nel Paese d’origine, individuando anche nuove strategie pastorali, come pure metodi e linguaggi per un’accoglienza sempre vitale della Parola di Dio. In alcuni casi- prosegueil messaggio- si tratta di un’occasione per proclamare che in Gesù Cristo l’umanità è resa partecipe del mistero di Dio e della sua vita di amore, viene aperta ad un orizzonte di speranza e di pace, anche attraverso il dialogo rispettoso e la testimonianza concreta della solidarietà, mentre in altri casi c’è la possibilità di risvegliare la coscienza cristiana assopita, attraverso un rinnovato annuncio della Buona Novella e una vita cristiana più coerente, in modo da farriscoprire la bellezza dell’incontro con Cristo, che chiama il cristiano alla santità dovunque si trovi, anche in terra straniera.” L emigrazione dunque diventano una opportunità anche di prima evangelizzazione.

E il Papa conclude: “I rifugiati che chiedono asilo, fuggiti da persecuzioni, violenze e situazioni che mettono in pericolo la loro vita, hanno bisogno della nostra comprensione e accoglienza, del rispetto della loro dignità umana e dei loro diritti, nonché della consapevolezza dei loro doveri.” E per questo anche i media hanno un ruolo importante “nel far conoscere, con correttezza, oggettività e onestà, la situazione di chi ha dovuto forzatamente lasciare lapropria patria e i propri affetti e desidera iniziare a costruirsi una nuova esistenza.” Una nota speciale ancora una volta per la situazione degli studenti internazionali “che affrontano problemi di inserimento, difficoltà burocratiche, disagi nella ricerca di alloggio e di strutture di accoglienza. In modo particolare le comunità cristiane siano sensibili verso tanti ragazzi e ragazze che, proprio per la loro giovane età, oltre alla crescita culturale, hanno bisogno di punti di riferimento e coltivano nel loro cuore una profonda sete di verità e il desiderio di incontrare Dio.”

 

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