A mente fredda: una settimana dopo l’incontro di Todi

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“Una nuova generazione di politici cattolici” era stata auspicata da Benedetto XVI a Cagliari, lo scorso 2008. Dopo quelle parole, in molti avevano detto di volersi impegnare di fare qualcosa di nuovo. Da una parte, tornava insistente l’idea di un partito sul modello della Democrazia Cristiana per “contare e non più contarsi”. Dall’altra, si pensava a nuove forme di attivismo politico all’interno dei partiti che già c’erano. E ancora, le idee di manifestazioni comuni, battaglie comuni, idee comuni, ma sempre mantenendosi all’interno della stessa parrocchia. In pochissimi hanno pensato ad avviare, silenziosamente ed efficacemente, una scuola di formazione per politici cattolici, qualcosa che educasse i giovani a pensare, che li rendesse meno schiavi degli schematismi e li portasse ad andare oltre questo disegno politico. Se n’è parlato, ma sempre come idea. Se ne è parlato anche a Todi. A quasi una settimana dal Forum delle Associazioni e delle Persone di Ispirazione Cristiana nel mondo del lavoro, è tempo di mettere insieme le voci a mente fredda. Il piccolo “conclave” di Todi era nato come una iniziativa del Forum del mondo del Lavoro, e voleva mettere insieme realtà del mondo sociale e dell’economia per cercare di dettare una agenda economica e politica. L’obiettivo era essere una sorta di “pensatoio cristiano riconosciuto”.

I primi invitati non erano più di una ottantina, e magari buona parte di loro accarezzava dentro di sé l’idea di entrare in politica. Di certo, tutti si facevano scudo delle parole di Benedetto XVI a Cagliari. Il progetto del Forum aveva subito due robuste accelerate. A marzo dello scorso anno, l’Azione Cattolica aveva radunato cinquecento persone per comprendere in che modo riuscire ad attivarsi in maniera visibille nella società. Un incontro molto poco pubblicizzato, ma che ebbe grande riscontro all’interno delle gerarchie ecclesiastiche. Tanto che il numero due della Cei, monsignor Mariano Crociata, sembra abbia chiamato la Fondazione Toniolo per chiedere di organizzare per ottobre un grande Family Day dei politici cattolici. L’idea di un nuovo partito era forte in alcuni. La seconda accelerata era venuta dalla cena organizzata alla Parrocchia Salesiana del Sacro Cuore. Nell’ambito di una scuola di formazione politica, al Sacro Cuore erano state organizzate due cene: una solo con i politici che erano intervenuti al corso, un’altra – su iniziativa degli stessi politici – allargata al mondo dei movimenti. C’erano anche i protagonisti del Forum. Alcuni di loro hanno preferito andarsene dalla cena, avendo compreso che non si andava né a formare un partito né a traghettare i cattolici nel Pd e nel Pdl. Altri rimasero, e da loro vennero indiscrezioni giornalistiche che descrissero la cena come “carbonara”.

La presenza di monsignor Mario Toso alla cena, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e salesiano, fece parlare di una “riunione carbonara organizzata dalla Segreteria di Stato per un nuovo partito dei cattolici”. Di partito nemmeno si parlò, in quella sera, ma il Forum subito ci tenne a spiegare di essere “altra cosa” presentandosi al pubblico in una conferenza stampa in cui raccoglievano il loro manifesto. Il luogo della conferenza stampa (non legato al Vaticano, ma al mondo politico) e i toni fecero capire bene che si trattava di un progetto politico, al limite pre-politico come si è detto chiaramente a Todi, in una soluzione di compromesso. Perché nel frattempo, divenuti chiari i giochi, alcuni movimenti hanno cominciato a far capire che loro non volevano essere parte di un progetto politico. Il loro era un impegno culturale, perché se la Chiesa si mette a fare politica – spiegavano – il rischio è che gli stessi cristiani siano fuorviati. Gli inviti al Forum intanto crescevano. E crescevano ancora di più dopo la prolusione del cardinal Bagnasco all’ultimo consiglio permamente, quando il numero della Cei parlò di “un nuovo corpo intermedio” formato dai cattolici impegnati. Una linea che il cardinale ha mantenuto nel conclavino di Todi, riequilibrando anche alcune posizioni della Cei: non ha negato i valori irrinunciabili della vita, ma ha marcato l’accento sui valori sociali, spiegando che “per i cattolici non essere assenteisti sul piano sociale è peccato di omissione”. Si spiega in questa prospettiva lo scollamento forte che si avvertiva al termine dell’incontro di Todi.

In conferenza stampa, il leader della Cisl Bonanni, il portavoce del Forum Forlani, i membri delle altre sigle che hanno dato vita al Forum, parlavano di un “governo che non ce la fa più” e allo stesso tempo sostenevano la necessità di non andare ad elezioni subito. Fuori, mentre i delegati uscivano, alcuni si dicevano visibilmente delusi perché non si era costituito nessun nocciolo duro di un nuovo partito o perlomeno un nuovo soggetto, altri continuavano a puntare sulla aggregazione laicale, dicevano che “c’è una gran voglia di stare insieme e fare cose insieme” ma non si riuscivano a riconoscere nell’attivismo politico di alcuni dei membri del Forum. Alla fine, un commento di uno partecipanti – che ha chiesto di non scrivere il suo nome – ha riassunto la situazione. “Nessuno lo ammetterà – dice – ma questo è un taxi per traghettare alcuni dei membri del Forum in politica”. Finito Todi, è continuato il lavoro silenzioso e prezioso di tante scuole di Dottrina Sociale sparse in Italia. La storia, in fondo, l’hanno fatta le persone che costruivano silenziosamente. Come silenziosamente costruirono i cristiani durante il regime fascista, per poi riunirsi a Camaldoli e creare il manifesto che farà l’Italia del dopoguerra.

 

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