Lefevriani: si prepara uno scisma nello scisma

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Se le trattative tra la SSPX e la Santa Sede falliranno non sarà certo per le newsletter del vescovo Wiliamson. Dal 14 settembre, giorno in cui il Vaticano ha consegnato un testo al vescovo Fellay che guida la SSPX, che contiene le condizioni per il rientro nella Chiesa cattolica, di ipotesi ne sono state fatte molte. Ma l’attività della Società fondata dal vescovo Lefebvre non è cambiata affatto, e anzi Fellay continua a predicare che la Nuova Messa non è valida negando di fatto il Concilio. Lo ha fatto ad esempio nella Filippine pochi giorni fa, il 16 ottobre.

In una conferenza a Manila, riportata da alcuni siti internet, riassumendo la situazione del confronto con la Santa Sede, il vescovo ha detto che si è in disaccordo su tutto: ecumenismo, collegialità e libertà religiosa. Inoltre, secondo Fellay, il preambolo dottrinale che la SSPX dovrebbe accettare “non contiene una singola parola che valuti i colloqui dottrinali fatti tra Roma e SSPX.” Insomma per Fellay siamo al punto zero. La Società si prepara ad essere considerata “scismatica”, ma Fellay lascia intendere che il Papa invece avrebbe “qualcosa di meglio per noi.” Tutto fa pensare che il capo della SSPX continui a giocare di sponda per non scoprire le carte e per forzare la mano a Roma. Non c’è alcuna intenzione di accettare il Vaticano II che pure sta tanto al cuore di Benedetto XVI che ne ha riproposto con forza gli insegnamenti nel Motu Proprio con cui ha indetto l’Anno della Fede. Fellay però ha un nemico interno: Wiliamson.

L’ex anglicano divenuto lefevriano continua tranquillamente a propugnare le sue teorie antisemite e anti cattoliche. E semina zizzania anche all’interno della SSPX tanto che lo scorso settembre Fellay è stato costretto ad inviargli una lettera di “richiamo” per certi comportamenti. La lettera, che avrebbe dovuto essere riservata, è stata pubblicata sul blog di Maurice Pinay. I toni sono duri. Fellay non si fida della discrezione di Williamson e non vuole dargli il testo del preambolo, e riporta una serie di episodi in cui il vescovo inglese si è dimostrato scorretto nei confronti della Società. Gli impone anche di non pubblicare più commenti della newsletter. Nulla però a proposito dell’antisemitismo. Insomma sembra nella SSPX stia maturando uno scisma nello scisma. A complicare le cose come sempre le esternazioni antisemite di Wiliamson tramite la sue newsletter. In una del 15 ottobre si scaglia anche contro il Papa e sostiene rocambolescamente la tesi che rende colpevole il popolo ebraico di deicidio.

Immediata e naturale la reazione del nuovo Presidente della Conferenza dei Rabbini Europei Pinchas Goldschmidt, che chiede addirittura al Papa di sospendere i colloqui con la SSPX. E intanto sul sito del Distretto italiano della SSPX si parla della giornata di Assisi come di “uno scandalo che si ripete”. In Vaticano si prega e si aspetta. Si riuscirà a far diventare cattolici i lefevriani?

 

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