Le religioni ad Assisi. “Pellegrini della verità, pellegrini della pace”
<“Ancora oggi, come 25 anni fa, il mondo ha bisogno di pace. Ha bisogno che gli uomini e le donne sensibili ai valori religiosi, che gli uomini non credenti ma amanti del bene, ritrovino il gusto di camminare insieme”. Lo ha detto stamattina il cardinale Peter Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, ufficializzando il programma della “Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo”. Appuntamento ad Assisi, il 27 ottobre prossimo, dove Benedetto XVI, i rappresentanti delle religioni e gli agnostici si faranno guidare dal tema “Pellegrini della verità, pellegrini della pace”. L’occasione servirà a ricordare e commemorare lo storico incontro di Giovanni Paolo II con i rappresentanti delle grandi religioni di venticinque anni fa, ma soprattutto a “riattualizzare” quello “Spirito di Assisi” che ne scaturì.
“Il prossimo incontro di Assisi intende – ha aggiunto il cardinale – continuare l’esperienza di fraternità vissuta e sperimentata nel 1986. Vuole essere un sogno che continua e diviene sempre più realtà: ognuno insieme all’altro, non più uno contro l’altro; tutti i popoli in marcia da diversi punti della terra, per riunirsi in un’unica famiglia. Dopo 25 anni di collaborazione tra le religioni e di testimonianza comune è tempo di bilanci e di rilancio dell’impegno, a fronte di nuove sfide”.
Che non sono distaccate dal mondo in cui operano. Le religioni, infatti, secondo Turkson, “sono insite nella crisi finanziaria ed economica che dura più del previsto; nella crisi delle istituzioni democratiche e sociali; nella crisi alimentare ed ambientale; nelle migrazioni bibliche, nelle forme più subdole del neocolonialismo, nelle perduranti piaghe della povertà e della fame, nell’indomito terrorismo internazionale, nelle crescenti diseguaglianze e nelle discriminazioni religiose”.
In più, ha ammonito Turkson, “la violenza tra religioni è uno scandalo che snatura la vera identità della religione, vela il volto di Dio ed allontana dalla fede”. C’è bisogno invece che “il cammino delle religioni verso la giustizia e la pace” sia “caratterizzato da una comune ricerca della verità”. “È per questo che Benedetto XVI desidera porre l’esperienza di Assisi 2011 sotto la cifra del pellegrinaggio, che implica ascesa, purificazione, convergenza verso un punto superiore, assunzione di un impegno comunitario”.
D’altronde, “la ricerca della verità è premessa per conoscersi meglio, per vincere ogni forma di pregiudizio, ma anche di sincretismo, che offusca le identità”. Perchè “Ricercare la verità significa, poi, rinnovare uno sguardo di benevolenza nei confronti degli altri, per accettarsi reciprocamente, dialogare meglio, e collaborare al bene comune, su cui è possibile convergere sul piano di una ragione naturale”. Inoltre la ricerca della verità è “condizione per abbattere il fanatismo e il fondamentalismo, per i quali la pace si ottiene con l’imposizione agli altri delle proprie convinzioni. È, ancora, condizione per superare la babele dei linguaggi e quel laicismo che intende emarginare dalla famiglia umana Colui che ne è il Principio e il Fine”.
Alla conferenza stampa di questa mattina sono inoltre intervenuti il Vescovo Mario Toso, S.D.B., Segretario del medesimo Pontificio Consiglio; il Vescovo Pier Luigi Celata, Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso; Don Andrea Palmieri, Incaricato della Sezione orientale del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani; Monsignor Melchor José Sánchez de Toca y Alameda, Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura e il Padre Jean-Marie Laurent Mazas, che, nell’ambito del medesimo Dicastero, è Direttore del “Cortile dei Gentili”.