Il pranzo di Natale offerto dai ragazzi della scuola alberghiera di Roma

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C’è l’anziano rimasto vedovo e l’immigrato che ha lasciato tutto ma proprio tutto nel suo paese di nascita; e ci sono pure badanti, quarantenni disoccupati, che hanno perduto non soltanto il lavoro ma anche amicizie e vecchi contatti. Fanno parte, insieme ad altri casi, di quell’universo doloroso rappresentato dalla solitudine. Persone sole, private degli affetti più cari e vicini, che conducono un’esistenza scandita dal vuoto attorno a sé. Per un giorno, tuttavia, hanno ricevuto un abbraccio caloroso e speciale. È quello dell’Istituto Amerigo Vespucci di via Cipriano Facchinetti, neppure un chilometro dalla Stazione ferroviaria di Roma Tiburtina, che ha organizzato un pranzo di Natale i cui ingredienti hanno esaltato il sapore dell’incontro fraterno e dell’attenzione verso queste persone che la vita costringe a rinchiudersi in se stesse.  

Un gesto d’amore, di misericordia nell’anno del Giubileo straordinario, offerto da docenti e studenti che ogni giorno sono impegnati, ciascuno nel proprio ambito, nell’arte culinaria e dell’accoglienza. Quest’anno insieme ai ragazzi erano presenti anche i volontari delle ACLI di Roma e dell’U.N.I.T.A.L.S.I. (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) di Roma.

Presenti al pranzo, oltre a MARIA TERESA COREA, preside dell’Istituto Professionale Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera “Amerigo Vespucci“, DON GAETANO CAPUTO, parroco di S. Maria della Visitazione; EMILIANO SCIASCIA, presidente del IV Municipio di Roma Capitale; ALFONSO BENEVENTO, ANP Roma e Lazio (Associazione Nazionale Presidi); FIERO INNOCENZI, presidente dell’associazione “Banco di Solidarietà-L’Armonia”; LIDIA BORZÌ, presidente ACLI di Roma e provincia;EMANUELE TRANCALINI, presidente dell’U.N.I.T.A.L.S.I. di Roma.

“I fortunati sono purtroppo solo 40, – dice MARIA TERESA COREA, dallo scorso mese di settembre nuovo dirigente scolastico dell’Istituto Vespucci – estratti da un elenco che ciascuno di noi vorrebbe mai esistesse. Ringraziamo la parrocchia di Santa Maria della Visitazione per il supporto e la collaborazione, ma anche l’associazione “Banco di Solidarietà-L’Armonia”. Sia i docenti sia gli alunni sono entusiasti dell’esperienza che vivranno. Come Istituto intendiamo rappresentare un “unicum”, aprendoci con decisione all’esterno, interagendo non soltanto con il nostro territorio ma lanciando lo sguardo anche a collaborazioni internazionali nell’ottica di un interscambio costante e fruttuoso di idee e di esperienze”.

“La nostra iniziativa del pranzo di Natale, – aggiunge COREA – che quest’anno vanta anche la collaborazione delle ACLI di Roma edell’U.N.I.T.A.L.S.I. di Roma, assume un significato che va oltre il mero gesto di solidarietà. È attenzione concreta al vissuto di ciascun ospite e alla loro esperienza passata e attuale. Per gli alunni si tratterà pertanto anche d’un momento di insegnamento e di raccordo con le loro aspettative di inserimento nel mondo del lavoro che il nostro Istituto contribuirà costantemente a promuovere e favorire”.

“Siamo qui oggi – commenta Emanuele Trancalini, presidente dell’U.N.I.T.A.L.S.I. di Roma – al fianco dei giovani dell’istituto per testimoniare la nostra vicinanza a chi vive ai margini della città, ma anche per promuovere nelle scuole l’importanza del volontariato e far conoscere ai ragazzi il valore dell’aiuto al prossimo e della solidarietà”.

“Siamo molto soddisfatti – conclude Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma – di avere contribuito all’ottima riuscita di questa iniziativa. In primo luogo perché festeggiare il Natale accanto agli ultimi è segno concreto di vicinanza e attenzione all’altro che assume ancora più rilievo in questo Anno Santo della Misericordia. Inoltre in questa iniziativa sono state coinvolte le istituzioni, la scuola e la società civile, i più importanti presidi per costruire un senso di comunità e riportare coesione sociale. Occasioni come questa sono importanti anche per gettare insieme le basi per iniziative prossime”.

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