Terza giornata di catechesi. Lo Spirito della missione

Giovane italiana
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Ultima giornata di catechesi per i giovani della GMG. La veglia e la messa con il papa si avvicinano e si conclude l’itinerario di formazione, con un tema eloquente: “Inviati nel mondo: lo Spirito Santo protagonista della missione”. A parlare ai ragazzi, nelle parrocchie di Sydney, i vescovi, come fatto già nei giorni scorsi. Intensi gli spunti di riflessione offerti agli italiani.

La catechesi del presidente dei vescovi italiani, il cardinale Angelo Bagnasco, è tutta centrata sulla comunione. D’altronde, ha detto l’arcivescovo di Genova “la comunione corrisponde all’essere intrinseco e alla vocazione di ogni persona”. Un invito ad aprirsi all’altro per sconfiggere la paura e per non perdersi. “Non si può vivere isolati, dice, l’assenza di rapporti umani fa male al cuore, alla lunga uccide la mente e l’anima. L’uomo è creato per mettersi in rapporto con gli altri, per comunicare e farsi prossimo. Quando ci si chiude in se stessi, o gli altri ci confinano in noi stessi, il mondo diventa ostile e gli altri diventano estranei”. E poiché l’uomo porta in sé l’impronta del Creatore, “è solo nella viva fedeltà a questa somiglianza che l’uomo realizza se stesso e approda alla felicità”.

Il cardinale sottolinea che “la persona è relazione nella sua origine: relazione con Dio che lo crea; relazione con il mondo in cui vive; relazione con gli altri. Dio, in Gesù, si autocomunica all’umanità – potremmo dire esce da sé – non per perdersi, ma per donarsi. E’ questa la via di ogni uomo” .

“Testimoni” piuttosto che “testimonial” è lo slogan lanciato per la riflessione dei giovani da mons. Michele Pennisi, vescovo di Piazza Armerina, nella sua terza catechesi alla Gmg. “Il nuovo evangelizzatore – ha osservato – è colui che, docile allo Spirito, ha capito che essere cristiani non è conoscere una dottrina, ma è vivere l’incontro con Gesù Cristo”. Il vescovo siciliano ha parlato anche della “indubbia fatica degli adulti a incontrare in maniera comprensibile e convincente l’area giovanile “ questa però “può essere un segno con cui lo Spirito intende spingere voi giovani a farvi carico di questo. Voi conoscete le idealità, i linguaggi e anche le ferite e le attese dei vostri coetanei”.

Seconda catechesi anche per il vescovo di Macerata, mons. Claudio Giuliodori. “Nella vocazione cristiana -ha detto- non si può mai separare la chiamata alla santità dalla chiamata alla missione”. Una particolare missione attende i ragazzi “nei nuovi territori della cultura contemporanea”. Tre gli ambiti :“questione antropologica” ovvero “nel definire oggi l’identità dell’essere umano”; “rapporto tra ragione e fede”, che non significa “abdicare all’intelligenza e alla ragione”, ma “coltivare questi doni” per “custodire il creato” e “far crescere tra gli uomini la collaborazione, la concordia e la pace”; “povertà e dell’ingiustizia”, perché “l’annuncio del Vangelo non può essere disgiunto dalla piena liberazione dell’uomo”.

Nella catechesi tenuta per i giovani tedeschi, il vescovo ausiliare di Magonza, mons. Ulrich Neymeyr, ha sottolineato il vero significato della santità della Chiesa. ”La Chiesa non è santa in quanto organizzazione umana perfetta, ma in quanto fondata da Dio”. Neymeyr ha ricordato che “per realizzare la propria missione, la Chiesa ha bisogno anche delle virtù di ogni persona che realizza l’annuncio di Gesù Cristo nella vita e nelle opere. Anche il dono, il carisma più piccolo che viene usato per la vita della Chiesa, è animato dallo stesso Spirito Santo che rende la Chiesa nella sua totalità un sacramento, un segno della presenza di Dio nel mondo”.

GMG di Sydney. Tutti gli articoli di Korazym.org

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