Nuova Evangelizzazione, lavoro dei religiosi e spirito francescano
Negli anni a cavallo tra la fine dei Novanta e l’inizio del 2000, i salesiani avevano già compreso che c’era una nuova terra di missione: l’Europa. Così, cominciarono a formare i nuovi missionari europei. Prima terra di missione, la Francia. Poi, la Germania. Un’esperienza che va maturando nel tempo, e che si sta pian piano smarcando dallo stile soprattutto parrocchiale dei primi tempi, arricchendosi anche di contenuti teologici che vanno oltre le iniziative parrocchiali.
Ancora prima, i Gesuiti avevano avviato da tempo il progetto di inculturazione della fede: come raccontare la fede a chi non ne ha fatto esperienza? Inculturazione non significa solo adeguarsi a realtà totalmente differenti, come il regno di Cina. Inculturazione significa anche riuscire a parlare di Dio in una realtà secolare e secolarizzata. Uno dei precursori fu padre Federico Lombardi, il “microfono di Dio”: i suoi dibattiti pubblici, le sue predicazioni raccoglievano grande interesse e partecipazione.
Anche i Francescani hanno a lungo discusso di Nuova Evangelizzazione, e ne hanno fatto il centro di un recente capitolo internazionale. D’altronde, San Francesco è stato il primo nuovo evangelizzatore, capace di andare in terre lontane a parlare con il sultano, e allo stesso tempo di cambiare la Chiesa dal di dentro, evangelizzando nuovamente l’Italia, della quale è stato proclamato patrono. È in terra di missione, insomma, che ci si rende conto di quanto evangelizzare gli altri popoli diventi quasi secondario se poi chi evangelizza si è perso in una fede di routine.
Le radici della Nuova Evangelizzazione si trovano proprio nelle esperienze delle Congregazioni missionarie. Benedetto XVI ha raccolto questa sfida. Alla nuova evangelizzazione ha dedicato un dicastero ad hoc. Per la nuova evangelizzazione ha indetto un sinodo, che si svolgerà il prossimo anno. Si è parlato di Nuova Evangelizzazione durante il Ratzinger Schulerkreis, l’annuale ritrovo di ex allievi del Papa. La nuova Evangelizzazione è stata ben presente a Berlino nei discorsi del Papa. Il quale scenderà in campo in prima persona per promuovere il convegno per la Nuova Evangelizzazione, che preparerà al sinodo: sabato incontrerà i partecipanti del convegno, domenica presiederà la Messa per i nuovi evangelizzatori. Il convegno si terrà il 15 e il 16 ottobre.
E per certi versi sarà anche propedeutico all’incontro tra i leader religiosi ad Assisi, il 27 ottobre. Considerando San Francesco come evangelizzatore e tra i primi nuovi evangelizzatori (come San Benedetto, di cui il Papa porta il nome, che in un periodo di decadimento si ritira in un eremo da lì dà vita al la civiltà europea), tenendo conto dell’impegno che già era vivo nelle Congregazioni prima che Benedetto XVI lo rendesse ufficiale, la figura di San Francesco si propone come ponte tra dialogo tra le civiltà e nuova evangelizzazione. “Dal Concilio Vaticano II – dice Scott Thomas, docente di Relazioni Internazionali all’università di Bath – uno dei più importanti segni dei tempi che cambiano è stata la resurrezione globale del ruolo delle religioni nella politica mondiale. Cambiamenti che hanno contribuito a creare una diplomazia globale multilaterale, che comprende anche attori non diplomatici. Questo ha cambiato il modo in cui si guarda la diplomazia. Oggi più che mai, la tradizione di San Francesco dei francescani del dialogo con credenti e non credenti può essere rilevante nelle relazioni interne e nella nuova evangelizzazione”.