Le famiglie italiane scendono in piazza
Le famiglie italiane, note in Europa per la loro propensione al risparmio, riescono sempre meno ad essere le formiche che sono sempre state. Lo ha rivelato, nei giorni scorsi, l’indagine dell’Istat che ha di fatto evidenziato come la propensione al risparmio degli italiani sia scesa all’11,3%, in calo dello 0,4% rispetto al 2010. Una percentuale più bassa si era registrata solo 11 anni fa, quando le rivelazioni del primo trimestre del 2000 indicavano un valore pari all’11,1%. Il dato è preoccupante soprattutto se si considera che durante la crisi economica mondiale del 2008 il sistema bancario italiano resse meglio di altri alle bufere dei mercati azionari proprio in virtù della solidità garantita dalla propensione al risparmio delle famiglie italiane. Infatti, sempre secondo i dati Istat, il reddito disponibile delle famiglie è aumentato del 2,3% rispetto allo scorso anno; ma a fronte di quest’aumento si è contemporaneamente verificato quello dei consumi, cresciuti fino al 3,7%. Per questo l’Associazione delle Famiglie Numerose manifesta a Roma mercoledì 12 ottobre.
A questo proposito Mario Sberna, presidente dell’Associazione delle Famiglie Numerose, ha chiesto a tutte le famiglie di scrivere ai prefetti: “La situazione delle famiglie in Italia è al collasso, i dati sull’attuale situazione di crisi economica e demografica sono drammaticamente noti, manca nel nostro Paese da sempre una politica familiare organica e strutturale. Le risposte elaborate dagli organi legislativi ed esecutivi purtroppo non vanno nella direzione del sostegno e del riconoscimento della famiglia come chiaramente sancito dalla nostra Carta Costituzionale agli artt. 29, 30 e in particolare 31.
La manovra economica recentemente approvata stabilisce piuttosto nuove tasse e nuovi tagli indiscriminati che colpiranno principalmente proprio le famiglie, in particolare quelle con figli e tra queste maggiormente le famiglie numerose. La famiglia, nucleo fondamentale del bene comune e attore esemplare di sussidiarietà, pare destinata a diventare rapidamente una ‘specie in via di estinzione’, senza nemmeno ricevere le stesse attenzioni riservate agli animali protetti! Le famiglie stentano e sempre più impoveriscono. I dati Istat ce lo ricordano impietosamente. La politica non sembra interessarsi della famiglie e mettere al mondo i bambini pare oggi un lusso o una colpa: siamo ancora lontani dal riconoscerli un bene per l’intera società, di inestimabile valore sociale, etico e persino economico.
La nostra Associazione, raccolte le preoccupazioni e le difficoltà delle famiglie, ha deciso una serie di iniziative per sensibilizzare la politica e l’intera società sulla necessità di varare un’inedita politica familiare capace di garantire il futuro del nostro stesso Paese… Le nostre proposte non stravolgono i conti dello Stato ma rappresentano un chiaro segnale di attenzione dell’art. 31 della Costituzione, una possibile risposta all’inverno demografico ed un passo concreto verso una politica lungimirante, capace di guardare al futuro. Non chiediamo assistenza ma il riconoscimento del valore dei figli per il bene di tutti e come investimento nel futuro”.
Anche il Consiglio direttivo del Forum delle Famiglie ha raccolto la voce che si leva con sempre maggiore urgenza dalle famiglie delle 50 associazioni che le rappresentano: “La crisi sta mettendo in ginocchio le famiglie e facendo precipitare molte di esse sotto il livello di povertà; la manovra finora approvata è fortemente insoddisfacente. All’approssimarsi della data fissata per la presentazione della seconda parte della manovra, quella destinata allo sviluppo, le famiglie tornano a far sentire il proprio appello perché negli interventi economici si torni a respirare aria di equità e di giustizia. Perché ad una manovra fatta di tagli indiscriminati si sostituisca una riforma del fisco nazionale (con l’introduzione del FattoreFamiglia) e del sistema tariffario locale (con la modifica dell’Isee).
Due elementi che oltre a riconoscere la funzione sociale delle famiglie consentirebbero un concreto rilancio dell’economia e del sistema Italia. Già alcune associazioni sono scese in piazza, tra queste Famiglie numerose (di cui condividiamo e sosteniamo le ragioni della protesta) che hanno manifestato senza trovare alcuna udienza e che per questo sono costrette a tornare in piazza il prossimo 12 ottobre. Cosa devono fare ancora le famiglie italiane per essere ascoltate? Probabilmente non ci resta che pensare ad una mobilitazione di tutte le famiglie e delle associazioni che le rappresentano. Al presidente Napolitano, al quale sono state consegnate il milione e mezzo di firme di italiani raccolte dal Forum negli anni scorsi a sostegno di un fisco a misura di famiglia, affidiamo questo desiderio di giustizia ed equità. Un appello che, siamo certi, il massimo garante delle Istituzioni non potrà non accogliere e condividere”.
In effetti, secondo il centro studi delle Acli, le famiglie italiane consumano di più di ciò che riescono a guadagnare e danno fondo ai loro risparmi per mantenere gli stessi standard di vita pre-crisi; infatti, il loro potere d’acquisto scende ancora dello 0,3% al netto di un’inflazione che si attesta invece al di sopra del 2,5%. Sono in particolare le spese incomprimibili a pesare sul bilancio familiare, come utenze e canoni d’affitto, cosicché le famiglie di trovano a dover risparmiare principalmente sulla spesa giornaliera (-1,5% secondo Coldiretti), prediligendo i discount e monitorando costantemente le offerte degli ipermercati. Quindi le Acli affermano che la situazione non è affatto semplice e di fronte ad essa è “ancor più evidente l’inadeguatezza delle misure economiche approvate nell’ultima legge finanziaria, che sembra proprio voler colpire la famiglia, primo e unico ammortizzatore sociale del nostro Paese.