Chi vuole cacciare i cristiani dall’ Egitto?

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La situazione dei cristiani in Egitto è diventata insostenibile. E ieri la tensione è diventata violenza con gli scontri tra soldati, polizia militare e copti che protestavano per far rimuovere dal suo posto il governatore Mostafa al-Sayed, di Aswan, dove la scorsa settimana e’ stata distrutta una chiesa. Un bilancio drammatico di più di 20 morti e centinaia di feriti. Una protesta annunciata del resto. Le chiese copte di Merinab (Aswan) ed Eldmadmar nell’Alto Egitto vivono ogni giorno un vero e proprio clima di terrore. L’ultima chiesa ad essere incendiata è quella di Aswan, nel sud dell’Egitto, con l’accusa di averla costruita senza il permesso delle autorità. Ad Elmadmar (provincia di Sohag – Alto Egitto), invece, il tentativo di un gruppo di islamici di demolire la chiesa di Santa Maria è stato fermato in tempo dalla polizia. Nessuno degli assalitori, però, è stato arrestato! Un missionario comboniano che opera al Cairo, p. Giovanni Esti, a tal proposito riferisce all’agenzia Fides: “Nelle aree rurali dell’Alto Egitto spesso prevale la legge del più forte ed anche la polizia assume una posizione di parte”.

I copti sono scesi in piazza per protestare contro una strategia che in tanti considerano volta ad eliminare definitivamente la presenza dei cristiani in Egitto; davanti al governatorato di Bani Suef (Aswan) chiedono la ricostruzione della chiesa di Merinab e le dimissioni del governatore. Il messaggio è fin troppo chiaro, dicono alcuni, c’è chi vuole trasformare il territorio egiziano in un regime islamico radicale. Pare siano già centomila gli egiziani di religione copta costretti ad abbandonare il Paese a causa delle persecuzioni religiose. “I copti con i quali siamo in contatto – dichiara ancora p. Giovanni Esti – affermano che nelle loro comunità tutti cercano di scappare all’estero o di ottenere una doppia cittadinanza. È vero che esistono episodi di intolleranza. Ad esempio una ragazza cristiana che cammina a volto scoperto in una strada di un quartiere popolare spesso viene fatta oggetto di insulti da parte dei passanti”. A spingere gli abitanti delle aree più povere del Paese a cacciare i cristiani il gruppo dei salafiti (un movimento integralista che si caratterizza per una rigorosa ideologia apocalittica e il netto rifiuto della cultura occidentale).

I salafiti – maggiormente presenti in Egitto, Siria, Libia, Tunisia, Iraq, Libano – riescono ad imporre ai governi provvisori la loro ideologia basata sulla sharia (la legge coranica) e sulla supremazia dell’islam sulle altre religioni. Nell’Alto Egitto, anche al Cairo ed Alessandria, le parrocchie si svuotano. La gente ha paura e si fa sempre più spazio l’idea che in questi territori non ci sarà più posto per i cristiani.

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