Fare silenzio: la spiritualità certosina nei libri

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Bisogna fare silenzio, bisogna lasciare che la voce di Dio penetri tra il clamore e il rumore della vita quotidiana. Il Papa lo ripete, con una certa insistenza, da diverso tempo. Così come spesso ha indicato nella vita monacale, nella scelta religiosa “più estrema” il modello “alto” della vita religiosa. Alla vigilia del suo viaggio in Calabria, molto atteso per molti motivi, bisogna ricordare che Benedetto XVI si recherà nella Certosa di Serra San Bruno, uno dei luoghi più importanti del monachesimo occidentale. Si tratta di un’occasione importante per riscoprire il fascino di questa scelta religiosa che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, sta vivendo un momento di rilancio. I dati dimostrano, infatti, che se è ormai confermato un calo delle vocazioni, nel nostro Occidente esangue, tra chi decide di dedicare la propria vita al Signore aumentano coloro che lo fanno in modo radicale, nella clausura e addirittura nell’eremitaggio. Per conoscere e comprendere meglio il mondo della Certosa, allora, segnaliamo alcune interessanti iniziative editoriali. E’ uscito proprio in questi giorni il libro intervista del vaticanista Luigi Accattoli con il priore che ho curato per l’editore Rubettino: Solo dinanzi all’Unico.

Luigi Accattoli a colloquio con il priore della Certosa di Serra San Bruno. Un dialogo intenso che vuole andare al cuore del senso di una vita tutta dedicata al rapporto con l’Infinito. , ha chiesto Accattoli al priore di Serra San Bruno Jacques Dupont, che risponde: «Il cammino nel deserto è l’unico che porti all’Oreb, il monte sul quale Dio si rivela. Nel silenzio del deserto, si sente più facilmente la voce di Dio. L’orecchio si affina nel silenzio e diventa capace di udire i mormorii più leggeri». Altra possibilità di viaggiare all’interno di questo universo sconfinato è seguire questa sera alle ore 23,37 su RaiDue la replica di Tg2 Dossier “I solitari di Dio”, girato nella clausura della Certosa di Serra San Bruno e andato in onda qualche anno fa. Se è stata aggiornata la versione precedente, ampliando le testimonianze dei monaci, che raccontano la loro scelta di totale donazione a Dio, che chiamano “l’Unico necessario”. Si tratta di un documento in qualche modo eccezionale perché di norma la loro clausura è inviolabile. Alla troupe Rai, guidata dal vaticanista Enzo Romeo venne dato il permesso di vivere in Certosa per dieci giorni perché i monaci sentivano la necessità di far conoscere la loro vita ai tanti che bussano alla porta della Certosa e che non possono essere accolti. Dal Dossier televisivo è stato anche tratto il libro con l’omonimo titolo ed edito da Rubbettino-Eri.

Gli stessi certosini calabresi curano una loro casa editrice, La Certosa, che presenta molti titoli interessanti, come “Certosini a Serra San Bruno. Nel silenzio la comunione”, di F. Moleres e F. Tassone o la nuova edizione di un classico, “san Bruno e i certosini”. Monaci, ma anche eremiti. Non sono in molti, i nuovi eremiti, ma la loro presenza e la loro testimonianza hanno un effetto potente, fascinatorio, riproponendo l’antichissimo modello in una realtà inedita: invece del deserto, del luogo dimenticato dagli uomini, si chiudono in piccoli appartamenti proprio nel cuore delle nostre città. Oppure vivono ai margini di boschi e paesi, costruendo da soli il loro eremo o rimettendo a posto vecchie canoniche e cappelle che prima cadevano a pezzi. Il fenomeno è stato rilevato sul finire degli anni Ottanta e negli ultimi quattro-cinque anni registra un costante aumento in termini numerici. Un saggio lo ha riportato in primo piano, “I nuovi eremiti” di Isacco Turina, pubblicato dalla casa editrice Medusa. Turina è un sociologo che, attraverso incontri e interviste, ha avvicinato trentacinque nuovi eremiti in Italia, giovani e anziani, uomini e donne. E ne sono usciti ritratti di un’umanità sorprendente, storie straordinarie di fede, coraggio e speranza, che colpiscono per la radicalità e insieme per la bellezza della vita che ne scaturisce.

 

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