La Chiesa ed il bene comune del suolo
Domenica scorsa la Chiesa italiana ha celebrato la Giornata del Ringraziamento, meditando sul messaggio dei vescovi ‘Il suolo, bene comune’, che ha preso spunto dall’Enciclica di papa Francesco, ‘Laudato sì’, per avere cura della terra, ma che non sempre l’uomo rispetta:
“Non sempre, infatti, l’uomo coltiva e custodisce la terra come amministratore responsabile e sul suolo vengono, così, a riflettersi quegli squilibri che a partire dal cuore umano trovano espressione nella società e nell’economia”. Perciò la Chiesa ha lanciato alcune importanti sfide per far fruttificare questo bene nell’anno internazionale del suolo:
“Si tratta in primo luogo di custodire la fertilità del suolo: occorre condividere e approfondire riflessioni da tempo avviate in Italia e a livello internazionale, su modelli agricoli e pratiche produttive che espropriano gli agricoltori e le comunità locali di questa responsabilità… Le comunità devono dotarsi di strumenti di valutazione e di scelta per riconoscere e promuovere quelle iniziative individua li e di reti di soggetti che tutelando il suolo si aprono alla valorizzazione dei beni comuni”.
Nell’Angelus il papa ha richiamato alla responsabilità per la custodia della terra come bene collettivo: “Sono vicino con gratitudine al mondo agricolo, e incoraggio a coltivare la terra in modo da custodirne la fertilità affinché produca cibo per tutti, oggi e per le generazioni future. In tale contesto si svolge a Roma la Giornata diocesana per la custodia del creato, che quest’anno è arricchita dalla Marcia per la terra”.
Infatti la difesa del suolo come bene comune, secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, ha influenze positive per l’economia italiana: “Non è un caso che il Made in Italy a tavola si appresta a mettere a segno nel 2015 il record storico nelle esportazioni grazie anche ad incrementi che vanno dal 70% della mozzarella di bufala campana al 25% delle mele del Trentino, dal 78% dell’ortofrutta del barese al 32% dei vini del Chianti ma anche un incremento del 22% per il prosecco di Conegliano Valdobbiadene e del 9% per il riso di Pavia”.
Secondo la Coldiretti alle tendenze positive determinate dalla ripresa economica e dal tasso di cambio favorevole si è aggiunta la spinta propulsiva determinata dalla vetrina mondiale dell’Expò che ha fatto volare i prodotti agroalimentari nazionali all’estero che faranno registrare nel 2015 il record storico con un valore annuale superiore ad € 36.000.000.000, con un incremento del 7% nei prodotti alimentari italiani.
Ad aumentare sono soprattutto i mercati extracomunitari (+11,8%) ma in crescita sono anche le esportazioni nei paesi dell’Unione Europea (+3,8%). Il Made in Italy a tavola fa registrare un vero e proprio boom soprattutto negli Stati Uniti con un +23,2% e in Cina (+32,7%). Il presidente Moncalvo nel commentare i dati ha ribadito il valore dell’esortazione inaugurale ad Expò di papa Francesco:
“Da parte nostra abbiamo voluto contribuire ad affrontare il tema dell’Expo accogliendo l’invito di Papa Francesco che, nel giorno dell’inaugurazione di Expo, ha esortato a non dimenticare in questo importante evento ‘i volti dei milioni di persone che oggi hanno fame e oggi non mangeranno in modo degno di un essere umano’.
Perciò non sono mancati momenti di approfondimento nel padiglione ‘No farmers no party’ e tanta solidarietà come la distribuzione della frutta agli immigrati o l’accordo con il Banco Alimentare per l’offerta settimanale da parte degli agricoltori della Coldiretti da tutte le regioni di olio extravergine di oliva, formaggi e vini a denominazione di origine, ma anche frutta, ortaggi e dolci”.