Quei sacchetti di spazzatura lasciati in Vaticano e rivenduti in libreria!
Vorremmo tranquillizzare la buona fede di tantissime persone, turbata in questi giorni dal cumulo di “spazzatura” (per altro già nota) lasciata in Vaticano e “rivenduta” da alcuni operatori ecologici per aiutare (dicono) Papa Francesco a fare pulizia. Un buon operatore ecologico, però, raccolta l’immondizia la porta presso un inceneritore, non la deposita dietro la porta di casa del cittadino, il quale sa bene che nel mondo esiste l’immondizia e che gli uomini ne producono tanta!
Certamente – vale la pena di ricordarlo – l’immondizia che viene raccolta in Vaticano non è diversa da quella che si raccoglie in Perù o in Francia, e se anche tutti gli uomini decidessero di raccoglierla definitivamente e contemporaneamente, difficilmente il problema della pulizia verrebbe risolto. Non c’è famiglia, infatti, che non produca almeno un sacchettino di spazzatura al giorno! Se poi decido di fare le pulizia a casa mia, non coinvolgo di certo tutto il condominio! Chi – peraltro – al mattino esce dalla propria abitazione, forse non si scandalizza tanto per il sacchetto delle immondizie posto davanti alla porta del vicino, ma per il gesto incivile di chi ha pensato bene di lasciarla fuori!
Attraverso l’immagine metaforica delle immondizie non si vuole di certo nascondere o giustificare nulla dello scandalo di questi giorni, relativo alla sottrazione e alla divulgazione di notizie e documenti vaticani riservati, ma non possiamo nemmeno lasciar passare l’idea di una chiesa corrotta e legata al denaro. Con le immondizie non si dovrebbero scrivere “Via Crucis”, con l’esclusivo intento di esaltare le immondizie e soprattutto parlando dell’immondizia degli altri!
Anche il card. Joseph Ratzinger parlò di sporcizie nel testo della Via Crucis al Colosseo del 2005, ma in modo assolutamente diverso e soprattutto pagando personalmente il prezzo delle inimicizie di molti suoi confratelli vescovi. «Quante volte – scriveva – celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza!»; poi nella preghiera concludeva: «Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti. Abbi pietà della tua Chiesa: anche all’interno di essa, Adamo cade sempre di nuovo. Con la nostra caduta ti trasciniamo a terra, e Satana se la ride, perché spera che non riuscirai più a rialzarti da quella caduta; spera che tu, essendo stato trascinato nella caduta della tua Chiesa, rimarrai per terra sconfitto».
Da quel momento (pochi mesi dopo l’elezione a Successore di Pietro del card. Ratzinger), di sporcizie nella chiesa ne sono state rimosse tante, fino a quando Benedetto XVI ha potuto e prima che i “corvi” del primo Vatileaks entrassero in azione con uno schema uguale a questo secondo Vatileaks: trafugamento, consegna del materiale e pubblicazione del libro.
L’obbiettivo dei volatili passeriformi è chiaro: affondare la Chiesa e due territori… pardon, due papi a scelta: Ratzinger e Bergoglio!
Foto: tg24.sky.it