La giornata del papa. Via Crucis, incontri con le religioni e i giovani in difficoltà


Seconda giornata del programma di Benedetto XVI alla Giornata mondiale della gioventù. Un’agenda fitta, già dalla mattina con l’incontro ecumenico nella cripta della cattedrale e l’incontro interreligioso nell’arcivescovado. Poi, il pranzo con i giovani, la Via Crucis e l’incontro con i ragazzi delle comunità di recupero.
I MOMENTI DELLA GIORNATA
L’INCONTRO CON I GIOVANI DELLE COMUNITA’ DI RECUPERO.
L'”approccio permissivo alla sessualità” che “molte voci nella nostra società sostengono” significa “adorare una falsa divinità” che “invece di portare la vita, porta la morte”. Incontrando un gruppo di giovani disadattati nella comunità di recupero dell’Università di Notre Dame, a Sydney, Benedetto XVI punta il dito contro i “falsi dèi”, quasi sempre collegati all’adorazione di tre realtà: “i beni materiali, l’amore possessivo, il potere”. Da qui, l’invito a usare i beni per “portare la vita”, a vivere un amore che non conosca il possesso, rifuggire dalla tentazione di “comportarsi come Dio”, “senza prestare nessuna attenzione alla sapienza o ai comandamenti”. Il papa ammira il “coraggio dei ragazzi nello scegliere di ritornare sulla via della vita”, e aggiunge che adesso sono “ambasciatori di speranza per coloro che sono in situazioni simili”. E ancora: “Amare è ciò per cui siamo stati programmati”. Certo non per relazioni passeggere e superficiali, ma per l’amore che il cuore dell’ insegnamento morale di Gesù” . L’amore è “un programma saldato all’interno di ogni persona, se solo avessimo la saggezza e la generosità di conformarci ad esso, se solo fossimo disposti a rinunciare alle nostre preferenze per metterci al servizio degli altri, per dare la nostra vita per il bene degli altri, e in primo luogo per Gesù, che ci ha amati e ha dato la sua vita per noi. Questo è quanto gli uomini sono chiamati a fare, è ciò che vuol dire essere realmente vivo”. Le parole del papa
VIA CRUCIS. In preghiera nella cripta e preghiera nella prima stazione. Papa Benedetto XVI dà il via alla via Crucis della XXIII GMG, con la croce che ha fatto il giro del mondo tra i giovani dei cinque continenti. Proprio di fronte alla cattedrale di St. Mary, la prima stazione della spettacolare rappresentazione, fatta di musica, danze e balli. Il commento fuori campo fa apprezzare le performance mimiche dei giovani attori, tutti impegnati in un cammino nella diocesi, che provano da almeno sei mesi. Ad interpretare il personaggio di Gesù, Alfio Stuto, giovane australiano con i genitori di origine italiana. In tutto, oltre 80 attori per un cast fatto di soldati romani, donne di Gerusalemme e autorità religiose. Le stazioni sono prese dal nuovo testamento della Bibbia di Gerusalemme, mentre i testi delle riflessioni e le preghiere sono state preparate da Peter Steele, sacerdote australiano. Tanti i luoghi della città toccati, tutti pieni di giovani. Oltre al Domain, all’Art gallery e a Barangaroo, la vista si è fatta veramente spettacolare quando il corteo ha avuto come sfondo l’Harbour Bridge e l’Opera House. La cronaca

La Via Crucis (Foto Reuters)
IL PRANZO CON I GIOVANI. Spazio alla convivialità per il pranzo in arcivescovado. Benedetto XVI ha ospitato 12 giovani un americano, un neozelandese, due australiani, uno spagnolo, un nigeriano, un brasiliano, un francese, un coreano, un giovane da Timor est e uno dalla Papua Nuova Guinea. Il comitato organizzatore dell’evento ha così scelto un delegato di ciascun continente per rappresentare l’universalità della gioventù. Anche in occasione della scorsa Giornata mondiale della gioventù di Colonia, nel 2005, il papa pranzò con 12 giovani, tra i quali anche una ragazza cinese. La cronaca

Foto Osservatore Romano
INCONTRO ECUMENICO E INCONTRO INTERRELIGIOSO. La chiesa di St. Mary e l’arcivescovado hanno ospitato due momenti di dialogo importanti: l’incontro del papa con i rappresentanti delle confessioni cristiane e con gli esponenti delle altre religioni. Una breve preghiera con i primi, un discorso per i secondi. Parlando di ecumenicmo, Benedetto XVI mette in risalto il ruolo pubblico delle religioni, lodando la “discussione franca e cordiale” che ha portato all’Accordo siglato nel 2004 dai membri del Consiglio Nazionale delle Chiese, documento che “riconosce un comune impegno, indica degli obiettivi, dichiara punti di convergenza, senza passare frettolosamente sopra alle differenze”. Tuttavia, ammette il papa, “il movimento ecumenico è giunto a un punto critico” e l’obiettivo prioritario deve essere la celebrazione comune dell’Eucaristia. “Anche se vi sono ostacoli da superare, possiamo essere sicuri che un giorno una comune Eucaristia non farà che sottolineare la nostra decisione di amarci e servirci gli uni gli altri a imitazione del nostro Signore”. La cronaca – Le parole del papa

L’incontro ecumenico nella cripta della cattedrale e l’incontro interreligioso.
In basso a destra, il papa con lo sceicco Shardy, in rappresentanza dei musulmani australiani
(Foto Reuters)
Con gli esponenti delle altre religioni, invece, Benedetto XVI esprime apprezzamento per l’Australia, terra capace di rispettare il diritto alla libertà di religione soprattutto in un’epoca “nella quale alcuni sono giunti a ritenere la religione causa di divisione piuttosto che forza di unità”. Il papa affronta ancora il rapporto fra religione e vita pubblica e sottolinea la capacità della religione di offrire una visione della persona umana che non si gratifica nella realizzazione di desideri effimeri ma che spinge ad andare incontro alle necessità degli altri e a cercare vie concrete per contribuire al bene comune. Soprattutto ai giovani, dice Benedetto XVI, sono indirizzate parole tese a dimostrare che “è possibile trovare gioia in una vita semplice e modesta, condividendo con generosità il proprio superfluo con chi è nel bisogno”: la vita come dono e non come un prodotto di consumo. Compito delle scuole, confessionali e non, aiutare I giovani con una adeguata formazione a comprendere la limitatezza e la debolezza dell’uomo e a spingere a non riporre le nostre speranze ultime “in questo mondo che passa”. La cronaca – Le parole del papa