Verso il Giubileo

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Ci stiamo incamminando verso un nuovo Anno Santo, un Giubileo Straordinario indetto da Papa Francesco con la Bolla “Misericordiae Vultus”. Per il   mondo cattolico il Giubileo è un grande evento religioso. E’ l’anno della remissione dei peccati e delle pene per i peccati. Viene detto “Anno santo” non solo perché dal suo inizio alla sua conclusione si svolge con solenni riti sacri, ma anche perché è destinato a promuovere la santità di vita. E’ stato istituito  per consolidare la fede, favorire le opere di solidarietà e la comunione fraterna all’interno della Chiesa e nella società, richiamare e stimolare i credenti ad una più sincera e coerente professione di fede in Cristo unico Salvatore.V

Il Giubileo può essere “ordinario”, se legato a scadenze prestabilite; “straordinario” se viene indetto per qualche avvenimento di particolare importanza. Gli Anni Santi ordinari, celebrati fino ad oggi, sono 26.  Sotto il Pontificato di Giovanni Paolo II sono stati celebrati  due Anni Santi straordinari: quello del 1983, indetto  per i 1950 anni della Redenzione e quello del 1987  consacrato come Anno Mariano.

Ma,come nasce il Giubileo?

Nella Bibbia troviamo il testo fondante in Levitico 25,10-13 “Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina, né mietitura di quanto i campi produrranno da sé. Né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è il giubileo, esso vi sarà sacro; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi. In quest’anno del giubileo, ciascuno tornerà in possesso del suo”. Tutto nasce nell’Antico Testamento e successivamente,  nel corso della storia, verrà recepito nella tradizione ebraica e poi in quella cristiana di giubileo.

La parola giubileo richiama alla mente il concetto di esultanza, di festa, di giubilo, dal sostantivo latino iubilum: il grido di gioia dei pastori. In ebraico, con Yôbel, si designa invece il montone, il corno di ariete che la legge mosaica prescriveva di suonare per dare un segnale di guerra o per richiamare l’inizio di un anno santo tutto dedicato al Signore.

Nella Toràh, l’Anno sabbatico e il Giubileo venivano considerati strettamente collegati. Ogni sette anni ricorreva l’Anno sabbatico, durante il quale si lasciava riposare la terra, non doveva essere né arata, né seminata e ciò che produceva doveva essere destinato alle categorie sociali più deboli: vedove, orfani, poveri, stranieri. L’Anno sabbatico, come del resto il sabato settimanale, aveva lo scopo di fare del tempo un’opportunità per interrompere la schiavitù del quotidiano materiale ed evitare di chiudersi in una visione utilitaristica o edonistica della realtà. “Conterai pure sette settimane di anni, sette volte sette, cioè quarantanove anni; […] santificherai l’anno cinquantesimo, e annunzierai la remissione a tutti gli abitanti del paese” (Levitico, 25). Durante l’anno del giubileo i terreni dovevano rimanere incolti e i debitori rientravano in possesso del patrimonio che avevano perduto, mentre i servi venivano liberati.

L’antico giubileo ebraico, che ripristinava e la pace e la giustizia, proclamava il perdono per tutti gli abitanti della regione e  l’ideale di uguaglianza fra tutti i figli di Israele, ci ricorda il primato di Dio su tutte le cose, sul creato, sulla natura.

Questa armonia, questo desiderio di equilibrio primordiale viene sigillato da Gesù che, utilizzando le parole del profeta Isaia contenute nel libro omonimo (61,1-3), disse di essere venuto a ridare la libertà agli schiavi e ai prigionieri e a “predicare un anno di grazia del Signore” (Luca 4,18-19).

Per la Chiesa cattolica il Giubileo è un anno di grazia, legato alla concessione dell’indulgenza plenaria, cioè alla remissione dei peccati e alla liberazione dalle pene. Il Giubileo indica anche gioia, perché la Chiesa gioisce della salvezza che viene concessa da Dio agli uomini che si pentono.

L’obiettivo di Papa Francesco in questo Anno Santo straordinario, che inizierà il prossimo 8 dicembre, è far riscoprire alla Chiesa l’essenza del Vangelo, la Misericordia, che non è un’idea astratta ma si incarna nel volto di Gesù Cristo.

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