Rwanda: una famiglia verso gli altari nel ricordo della guerra civile
Nel commemorare il 25^ anniversario dell’inizio del genocidio la chiesa rwandese ha aperto la causa di beatificazione dei coniugi Cyprien e Daphrose Rugamba, trucidati il 7 aprile 1994, insieme a sei dei loro dieci figli. Aprendo la causa della canonizzazione l’arcivescovo di Kigali, mons. Thaddeus Ntihinyurwa, ha letto la preghiera per ottenere la grazia:
“Ti preghiamo, Signore, per la beatificazione dei servi di Dio Daphrose e Cyprien donaci di avere, come loro, uno zelo incessante per la preghiera, un cuore ardente d’amore per te, e gesti di misericordia concreta per tutti coloro che soffrono, e aiutaci nel nostro servizio di evangelizzazione delle famiglie e poveri. In comunione con loro, ti affidiamo soprattutto le coppie che vivono difficoltà coniugali e le persone che stanno giungendo, non senza fatica, al perdono per i loro nemici e ti chiediamo di farci strumenti di pace”.
Infatti il 1 ottobre 1990 iniziò la guerra civile rwandese conclusasi nel luglio del 1994, al prezzo di 800.000 morti. Durante il genocidio la Chiesa cattolica pagò un prezzo altissimo, con circa 300 tra preti e suore uccisi (compresi un arcivescovo e tre vescovi). Purtroppo, però, non va dimenticato che altri uomini della chiesa locale si resero complici del genocidio e alcuni di loro sono finiti sotto processo.
Nel numero di aprile 2014 la rivista missionaria ‘Popoli’ ha dedicato un primo piano al genocidio rwandese raccontando dell’impegno del console onorario dal 1988 al 2003, Pierantonio Costa: “Ero il console d’Italia e, in quanto tale, avevo l’obbligo di mettere in salvo i miei connazionali.
Per farlo ho attuato un piano di emergenza che avevo studiato da tempo con l’ambasciata di Kampala (Uganda). Grazie a questo piano ho avuto la possibilità di mettere in salvo tutti gli italiani, ma anche molti occidentali. Quando mi recai a prelevare due missionari italiani che gestivano un orfanotrofio vidi negli occhi dei bambini la paura. Questo mi spinse a fare qualcosa anche per i ruandesi”.
In collaborazione con la Croce rossa e alcune Ong, Costa mette in salvo quasi 2000 persone, tra esse 375 bambini. Oltre a rischiare la vita, impegna nella sua azione anche una parte consistente del suo patrimonio. Alla fine del genocidio si calcola che abbia speso oltre tre milioni di dollari. L’Italia e il Belgio lo hanno insignito della medaglia d’oro al valor civile.
A distanza di 25 anni i processi sono ancora in corso per condannare i colpevoli, ma lo Stato africano è ancora in difficoltà di progresso, secondo quanto riporta il rapporto sulla povertà in Rwanda, rilasciato dall’Istituto Nazionale di Statistica del Rwanda (NISR), il ‘Rwanda Poverty Profile Report 2013/14, che fornisce un aggiornamento sul livello di povertà misurato in termini di consumo riscontrato nella popolazione del Rwanda.
A fronte dei numerosi elementi positivi, a partire da una crescita dell’economia nell’ordine dell’8% annuo rispetto al 2001, con un PIL pro capite più che triplicato da $ 211 nel 2001 a $ 718 nel 2014 cui ha fatto seguito una riduzione dal 58,9% al 39,1% (anche se l’obiettivo per il 2015 prevede un 30,2%) della percentuale della popolazione collocata sotto la linea nazionale di povertà e di quella di povertà estrema passata dal 40% al 16,3%, non nasconde diverse criticità, ancora esistenti all’interno della società rwandese.
La malnutrizione infantile, pur ridimensionata a partire dal 2010 dal 44,2% al 37,9% dei bambini sotto i cinque anni, non è stata ancora sradicata; la mortalità infantile è scesa da 107 morti ogni 1000 nati nel 2000 a 32 nell’ultimo anno, così come quella delle puerpere passate da 1071 morti ogni 100.000 parti a 210. Sono scomparse le case con coperture in paglia, mentre quelle con il tetto in lamiera sono cresciute dal 54,4% al 61,1%; l’accesso all’elettricità è passato dal 4,3% del 2005 al 19,8% .
Invece le famiglie che utilizzano servizi igienici adeguati sono passate dal 74,5% nel 2011 all’83,4% nel 2014; mentre nello stesso periodo le famiglie con accesso a fonti migliorate di acqua potabile è aumentato dal 74,2% al 84,8%. La proprietà di telefoni cellulari è aumentato dal 45,2% del 2011 al 63,6% nel 2014. Per il 20% della popolazione più povera, la proprietà dei telefoni cellulari è raddoppiata nel corso dello stesso periodo dal 17,6% al 36,4%.
Per quanto riguarda la governance, secondo l’ ‘Indice Ibrahim per la Governance’, realizzato dalla fondazione di Mo Ibrahim, il Paese ha un n punteggio globale di 60,7 ( 60,4 nel 2014), un punteggio di 60 per la sicurezza e lo stato di diritto, 63,5 per lo sviluppo economico durevole, 71 per lo sviluppo umano a cui concorrono la protezione sociale (79,2), l’educazione (48,8) e la sanità (85,1) e solo 46,3 per la partecipazione e diritti dell’uomo, che prende in esame diritti politici, partecipazione alla vita politica ed elezioni libere e trasparenti.