Il Papa:la fedeltà a Dio è rimanere nella sua vigna
“ Dio ha un progetto per i suoi amici, ma purtroppo la risposta dell’uomo è spesso orientata all’infedeltà, che si traduce in rifiuto.” Il primo Angelus del Papa di ritorno in Vaticano è un commento alle letture della domenica, la parabola dei vignaioli infedeli. “Il Vangelo di questa domenica si chiude con un monito di Gesù, particolarmente severo, rivolto ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “A voi sarà tolto il Regno di Dio e sarà dato ad un popolo che ne produca i frutti” (Mt 21,43).
Sono parole che fanno pensare alla grande responsabilità di chi, in ogni epoca, è chiamato a lavorare nella vigna del Signore, specialmente con ruolo di autorità, e spingono a rinnovare la piena fedeltà a Cristo.” Benedetto XVI ha spiegato che “l’orgoglio e l’egoismo impediscono di riconoscere e di accogliere persino il dono più prezioso di Dio: il suo Figlio unigenito.” E rileggendo Agostino e Paolo VI il Papa ha detto che “saldamente ancorati nella fede alla pietra angolare che è Cristo, rimaniamo in Lui come il tralcio che non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite. Solamente in Lui, per Lui e con Lui si edifica la Chiesa, popolo della nuova Alleanza.” Un ricordo poi per la festa degli Angeli custodi : “Il Signore è sempre vicino e operante nella storia dell’umanità, e ci accompagna anche con la singolare presenza dei suoi Angeli, che oggi la Chiesa venera quali “Custodi”, cioè ministri della divina premura per ogni uomo. Dall’inizio fino all’ora della morte, la vita umana è circondata dalla loro incessante protezione. E gli Angeli fanno corona all’Augusta Regina delle Vittorie, la Beata Vergine Maria del Rosario, che nella prima domenica di ottobre, proprio a quest’ora, dal Santuario di Pompei e dal mondo intero, accoglie la fervida Supplica, affinché sia sconfitto il male e si riveli, in pienezza, la bontà di Dio.” Nel saluto in polacco Benedetto XVI si è rivolto “agli organizzatori e ai partecipanti al II Congresso Internazionale della Divina Misericordia, il quale in questi giorni si svolge a Cracovia-Lagiewniki. Carissimi, attraverso la comune riflessione e la preghiera rafforzate la vostra fiducia nel Signore, affinché efficacemente portiate al mondo il lieto messaggio che “La Misericordia è fonte della speranza”
Sono parole che fanno pensare alla grande responsabilità di chi, in ogni epoca, è chiamato a lavorare nella vigna del Signore, specialmente con ruolo di autorità, e spingono a rinnovare la piena fedeltà a Cristo.” Benedetto XVI ha spiegato che “l’orgoglio e l’egoismo impediscono di riconoscere e di accogliere persino il dono più prezioso di Dio: il suo Figlio unigenito.” E rileggendo Agostino e Paolo VI il Papa ha detto che “saldamente ancorati nella fede alla pietra angolare che è Cristo, rimaniamo in Lui come il tralcio che non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite. Solamente in Lui, per Lui e con Lui si edifica la Chiesa, popolo della nuova Alleanza.” Un ricordo poi per la festa degli Angeli custodi : “Il Signore è sempre vicino e operante nella storia dell’umanità, e ci accompagna anche con la singolare presenza dei suoi Angeli, che oggi la Chiesa venera quali “Custodi”, cioè ministri della divina premura per ogni uomo. Dall’inizio fino all’ora della morte, la vita umana è circondata dalla loro incessante protezione. E gli Angeli fanno corona all’Augusta Regina delle Vittorie, la Beata Vergine Maria del Rosario, che nella prima domenica di ottobre, proprio a quest’ora, dal Santuario di Pompei e dal mondo intero, accoglie la fervida Supplica, affinché sia sconfitto il male e si riveli, in pienezza, la bontà di Dio.” Nel saluto in polacco Benedetto XVI si è rivolto “agli organizzatori e ai partecipanti al II Congresso Internazionale della Divina Misericordia, il quale in questi giorni si svolge a Cracovia-Lagiewniki. Carissimi, attraverso la comune riflessione e la preghiera rafforzate la vostra fiducia nel Signore, affinché efficacemente portiate al mondo il lieto messaggio che “La Misericordia è fonte della speranza”