Gender: la diocesi di Padova offre uno strumento per capire

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Sempre più il tema del gender suscita vivaci allarmismi, ma in questi casi è necessario fornire precise argomentazioni ai genitori che si trovano senza un punto di riferimento. Così la diocesi di Padova con un documento firmato da don Lorenzo Celi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale dell’educazione e della scuola, ha fornito alcune linee in quanto è stata sollecitata da

“numerose interpellanze da parte di genitori, insegnanti di religione, docenti, parroci e persino dirigenti scolastici in ordine alla cosiddetta ‘questione del gender’, sollecitati da allarmanti messaggi giunti attraverso i social network, scaturiti da incontri organizzati anche a livello parrocchiale nella nostra diocesi e nei territori circostanti”.

Il documento, di appena tre pagine quindi agile, afferma che per affrontare correttamente queste tematiche, superando posizioni preconcette e barricate ideologiche, è indispensabile anzitutto un’educazione delle coscienze e un’apertura dell’intelligenza alla comprensione della realtà, attraverso una corretta informazione e formazione culturale.

La questione del gender non può essere ridotta all’ideologia gender: la prima porta in sé alcune istanze che meritano di essere seriamente considerate: “Non è dunque corretto esprimersi su di essa senza prima averla conosciuta nella sua totalità, così da poter discernere quanto risponde alla visione antropologica cristiana e quanto invece ad essa si oppone. In quest’ultimo periodo, magistero e teologia si sono impegnanti non poco ad approfondire questi aspetti.

Ne è nata una pubblicistica di spessore che merita attenzione. A titolo di esempio cito l’agile testo del teologo morale Aristide Fumagalli, ‘La questione gender, una sfida antropologica’, edito nei mesi scorsi da Queriniana; l’ampio focus contenuto nel numero di gennaio-aprile 2015 della rivista Studia Patavina della Facoltà teologica del Triveneto, ‘Educare alla differenza di genere nella scuola italiana’, con l’apporto di competenti esponenti del mondo della teologia e della cultura”.

Nel secondo punto il documento esamina la legge della ‘buona scuola’, che introdurrebbe surrettiziamente nel sistema scolastico italiano i principi fondativi della ‘teoria del gender’, rendendo obbligatorie, peraltro anche nelle scuole paritarie, l’adozione di testi e la diffusione di metodi educativi ad essa ispirati (cfr. comma 16 dell’art. 1 della legge 107/2015).:

“Al proposito, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, rispondendo, durante il question time del 29 luglio alla Camera, ad una interrogazione su presunte iniziative di divulgazione di ideologie gender in ambito scolastico, ha ribadito chiaramente che la ‘teoria del gender’ non coincide con la cultura inclusiva e solidale che viene espressa nelle linee del governo, ispirate ai trattati internazionali e al modello educativo che nella cornice europea è sostenuto in tutti gli Stati membri.

Il Miur promuove invece attivamente tutte le iniziative relative alla prevenzione del contrasto di ogni tipo di violenza e discriminazione, anche con riferimento specifico al tema della discriminazione sessuale, dell’omofobia, in ottemperanza ai trattati internazionali e alle convenzioni, in particolare a quella di Istanbul che è stata ratificata due anni fa dal Parlamento della Repubblica”.

In questo caso la diocesi di Padova ha affermato: “Riteniamo che le delucidazioni apportate dalle competenti autorità ministeriali meritino la massima attenzione di tutti e vadano nella corretta direzione di favorire un sempre più consapevole e responsabile coinvolgimento delle famiglie nella scelta dell’indirizzo educativo per i loro figli”.

Con tale contributo la diocesi ha auspicato di “dipanare almeno alcune delle incertezze che sono andate affastellandosi in quest’ultimo periodo intorno a questa delicata questione. La Comunità ecclesiale è chiamata a vigilare e a prodigarsi con senso di responsabilità e di carità per promuovere sempre più la novità della persona umana che Cristo ci ha rivelato, impegnandosi a rendere ragione della speranza che porta nel cuore”.

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