I Borgia in tv, ma qualcuno conosce la vera storia? Un’occasione per rileggere Maria Bellonci

Condividi su...

In questi giorni furoreggia la “borgiamania”, complice una fiction trasmessa da Sky tivù e che racconta, appunto, le vicende della casata dei Borgia. Più che le vicende, le efferatezze, con molto spargimento di sangue e con molta attenzione per i particolari piccanti: insomma, sesso e sangue a volontà. Formula vincente, come ha già dimostrato, tra le altre, la serie dedicata ai Tudor britannici e quella sui gladiatori, “Spartacus”. Tutto tagliato con l’accetta, anche in senso storico. Perché è così che ormai si scrivono le sceneggiature, anche quando si ispirano a fatti accaduti. Di conseguenza, i Borgia ne escono come vuole la leggende nera di sempre, anzi di più: il papa Alessandro VII più che un papa è un tiranno assatanato, sempre in pieno complottiamo; Cesare Borgia un assassino sadico e Lucrezia una sorta di prostituta senza cervello. Intendiamoci, la casata i tratti inquietanti li aveva tutti. Ma la storia e la realtà sono ben più complesse.

La fiction un merito ce l’ha, quello di aver risvegliato l’interesse su questo periodo travagliatissimo e, insieme, fecondo della storia italiana e anche della storia della Chiesa. Allora, sfruttando l’onda della curiosità perché non andare a rileggersi un vero classico sul tema, ossia la “Lucrezia Borgia” di Maria Bellonci (nelle’dizione degli oscar Mondadori, del 1998, forse non molto facile da trovare, o in quella dei Meridiani Mondadori, molto più ampia, insieme ad altre opere)? Scritta nel 1939 non è una biografia in senso stretto, ne? Un’opera di scientifica rigorosità: è un’opera storica con il respiro del romanzo, della fascinazione narrativa, con un tratto originale di grandissimo respiro , il tutto sorretto da uno stile elegante, al quale, certamente, non siamo più abituati…. Circola in queste pagine il gusto per un linguaggio rigoroso ma anche ricercato e poetico, per la descrizione puntigliosa e sottile, per il frammischiare date, nomi, guerre e intrighi a sottili analisi di caratteri e di sentimenti. Le descrizioni hanno un gusto pittorico, la dimensione quella dell’affresco, in cui si sviluppa un senso per i dettagli e i particolari da pittore fiammingo.

Tra migliaia e migliaia di personaggi, tra minori, comprimari e primari – gli inevitabili padre e fratelli – si muove Lucrezia, più che segnata dal destino. Di lei si tramanda una fama tremenda, fatale, ma, almeno da come emerge dalle pagine della Bellonci, sembra che sia stata una vittima dle proprio pesante destino e della sua terribile famiglia. Andata sposa la prima volta a neppure dodici anni, ha dovuto subire un divorzio, l’uccisione – per mano del fratello – del secondo amato marito e poi, con il terzo matrimonio, finalmente trovare una dimensione più consono, come signora di Ferrara, protettrice di artisti e letterati, finalmente conscia delle proprie capacità. L’opera della Bellonci riesce a far convivere la precisione della ricostruzione storica con l’occhio interiore della creazione, la descrizione precisa con un’aria di malinconica poesia.

151.11.48.50