Il Papa al Bundestag: il diritto positivista rischia di togliere umanità all’ uomo

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Sembrava quasi che il leader dei verdi e il papa si fossero messi d’accordo sul tema del discorso tanto che Benedetto ha dovuto mettere in chiaro che non parlava a favore di un partito politico. Benedetto XVI, primo pontefice a parlare al Parlamento tedesco ha iniziato come sempre con un racconto tratto, questa volta, dalla Bibbia. Alcune sedie vuote, e una standing ovation di quasi un minuto hanno sottolineato il tipo di atmosfera volutamente informale. Il Papa è stato un ospite come tanti, ma con qualcosa da dire. Che cosa deve chiedere il buon politico? Come rispose il re Salomone a Dio: “un cuore docile che sappia rendere rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male:” Ma cosa è la giustizia, cosa è giusto oggi in un mondo cresciuto nel positivismo giuridico? Il Papa tocca fa un paragone diretto tra i cristiani di primi secoli che resistevano a certi ordinamenti giuridici e la resistenza ai nazisti. Per loro era evidente che “il diritto vigente era in realtà un’ingiustizia”. Allora su cosa basarsi per le giustizia in una società? Ed ecco una intera lezione sul positivismo giuridico, che pur essendo utile, rischia id limitare l’uomo e renderlo come un grattacielo con senza finestre, un mondo autoreferenziale. Il buon politico deve perseguire ciò che è giusto anche andando conto la legge positiva come fecero i cristiani e i partigiani contro il nazismo.

Affermazione forte che il Papa argomenta entrando nelle pieghe del positivismo giuridico. Sono venuto a parlare come Vescovo di Roma, aveva detto all’inizio del discorso, come a far capire subito che il suo scopo era riportare Dio al centro del dibattito giuridico, come della società. Il successo è una contraffazione del diritto. “Noi tedeschi- dice il Papa- sappiamo per nostra esperienza che queste parole non sono un vuoto spauracchio. Noi abbiamo sperimentato il separarsi del potere dal diritto, il porsi del potere contro il diritto, il suo calpestare il diritto, così che lo Stato era diventato lo strumento per la distruzione del diritto – era diventato una banda di briganti molto ben organizzata, che poteva minacciare il mondo intero e spingerlo sull’orlo del precipizio. Servire il diritto e combattere il dominio dell’ingiustizia è e rimane il compito fondamentale del politico. In un momento storico in cui l’uomo ha acquistato un potere finora inimmaginabile, questo compito diventa particolarmente urgente. L’uomo è in grado di distruggere il mondo. Può manipolare se stesso. Può, per così dire, creare esseri umani ed escludere altri esseri umani dall’essere uomini.” Il cristianesimo, non ha mai imposto allo Stato e alla società un diritto rivelato, spiega il Papa. A differenza di altre religioni. “Ha invece rimandato alla natura e alla ragione quali vere fonti del diritto – ha rimandato all’armonia tra ragione oggettiva e soggettiva, un’armonia che però presuppone l’essere ambedue le sfere fondate nella Ragione creatrice di Dio.”

I teologi cristiani si sono associati ai filosofi greci e ai gruisti latini, e i diritti che oggi difendiamo come “dell’uomo” non esisterebbero senza questa triplice radice culturale. Anche nella Legge Fondamentale tedesca, dice il Papa “con cui il nostro popolo, nel 1949, ha riconosciuto “gli inviolabili e inalienabili diritti dell’uomo come fondamento di ogni comunità umana, della pace e della giustizia nel mondo”. I teologi cristiani si sono messi contro il diritto religioso a favore del diritto basato su natura e coscienza, cioè su quel cuore docile, la “ragione aperta al linguaggio dell’essere”. E rilegge l’idea del diritto naturale “considerata- dice-come una dottrina cattolica piuttosto singolare, su cui non varrebbe la pena discutere al di fuori dell’ambito cattolico, così che quasi ci si vergogna di menzionarne anche soltanto il termine.” Entra in gioco il positivismo giuridico con l’ essere e il dover essere e l’ abisso che li divide. “La base di tale opinione è la concezione positivista, oggi quasi generalmente adottata, di natura e ragione, che pur essendo una parte “grandiosa della conoscenza umana e della capacità umana, alla quale non dobbiamo assolutamente rinunciare” non è però “una cultura che corrisponda e sia sufficiente all’essere uomini in tutta la sua ampiezza. Dove la ragione positivista si ritiene come la sola cultura sufficiente, relegando tutte le altre realtà culturali allo stato di sottoculture, essa riduce l’uomo, anzi, minaccia la sua umanità.” Un problema per tutta la cultura europea che viene posta “ di fronte alle altre culture del mondo, in una condizione di mancanza di cultura e vengono suscitate, al contempo, correnti estremiste e radicali.” La ragione positivista se assolutista rimane chiusa in se stessa “assomiglia agli edifici di cemento armato senza finestre, in cui ci diamo il clima e la luce da soli e non vogliamo più ricevere ambedue le cose dal mondo vasto di Dio.

“ Ecco la vera originalità del Papa che molti chiamano “verde”. Associare il movimento ecologista degli anni ‘70 in Germania che “pur non avendo forse spalancato finestre, tuttavia è stata e rimane un grido che anela all’aria fresca, un grido che non si può ignorare né accantonare, perché vi si intravede troppa irrazionalità. Persone giovani si erano rese conto che nei nostri rapporti con la natura c’è qualcosa che non va; che la materia non è soltanto un materiale per il nostro fare, ma che la terra stessa porta in sé la propria dignità e noi dobbiamo seguire le sue indicazioni.” E da qui scrosciano gli applausi. Da questo passare alla “ecologia dell’uomo” tema caro a Benedetto XVI, il passo è breve. “Anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere.” Il Papa ritorna al positivismo giuridico di Hans Kelsen, alla fine della sua vita, dopo aver negato il diritto naturale e sostenuto per tutta la vista la teoria del diritto puro, arriva a presupporre quasi un Dio creatore, la cui volontà si è inserita nella natura. “È veramente privo di senso riflettere se la ragione oggettiva che si manifesta nella natura non presupponga una Ragione creativa, un Creator Spiritus ?” Si domanda il Papa. E conclude: “Sulla base della convinzione circa l’esistenza di un Dio creatore sono state sviluppate l’idea dei diritti umani, l’idea dell’uguaglianza di tutti gli uomini davanti alla legge, la conoscenza dell’inviolabilità della dignità umana in ogni singola persona e la consapevolezza della responsabilità degli uomini per il loro agire. Queste conoscenze della ragione costituiscono la nostra memoria culturale. Ignorarla o considerarla come mero passato sarebbe un’amputazione della nostra cultura nel suo insieme e la priverebbe della sua interezza. La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra Gerusalemme, Atene e Roma – dall’incontro tra la fede in Dio di Israele, la ragione filosofica dei Greci e il pensiero giuridico di Roma. Questo triplice incontro forma l’intima identità dell’Europa.”

La visita era iniziata con un saluto privato alle autorità e la firma nel libro d’onore e un piccolo dibattito su quale doveva essere l’ordine di entrata nell’ Aula. Il pomeriggio del Papa prosegue con l’ incontro con i rappresentanti del mondo ebraico e si conclude con la Messa allo Stadio Olimpico, opera dell’architetto hitleriano Albert Speer . La città è sembrata abbastanza indifferente alla visita del Papa, come era prevedibile. Le manifestazioni decisamente in tono minore. Uno dei deputati dei verdi ha seguito il discorso nel parlamento, e poi è andato alla manifestazione. La cosa che so nota di più in questa città sempre in movimento e perfettamente efficiente, secolarizzata e disumanizzata dalle ferite della storia, è l’indifferenza. Del resto la visita a Berlino è una visita ufficiale, voluta soprattutto dall’establishment politico più che dai vescovi. I cattolici qui sono stati perseguitati per secoli o considerati popolazione di serie b. E il solo fatto che ben due pontefici abbiano visitato la città ha un valore storico per la Chiesa immenso.

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