Il futuro è Dio soprattutto in Germania

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Il Papa tedesco torna nella sua patria per parlare di Dio. E non potrebbe essere altrimenti, in una Germania in cui cala il numero di fedeli, in cui le comunità cristiane (sia protestanti che cattoliche) vivono un crollo profondo della fede, in cui la necessità è quella di tornare a parlare di Dio. Domani Benedetto XVI comincerà il suo viaggio in Germania, e Robert Zollitsch, presidente della Conferenza Episcopale Tedesca e vescovo di Friburgo, spiega le premesse di un viaggio. Un viaggio di Stato, tanto che saranno incontrate tutte le autorità, “nonostante il programma del primo giorno in Germania possa sembrare particolarmente duro per un uomo di 84 anni”. Un viaggio durante il quale Benedetto XVI “porrà importanti questioni su Dio, sull’importanza di Dio nella società. Porterà contenuti. Noi in Germania siamo pieni di aspettative, ma non ci aspettiamo miracoli”.

“Dio è il futuro”, è il tema del viaggio in Germania di Benedetto XVI. L’accoglienza del mondo intellettuale sembra essere fredda. Der Spiegel titola: “Il Papa incorreggibile”, da più parti si sottolinea il suo conservatorismo, dato ancora più importante quando in Germania è stato lo stesso Zoellitsch a delineare la necessità di una riforma della Chiesa, anche per seguire le istanze di quei circa 150 teologi che lo scorso anno avevano firmato un manifesto per ridiscutere la struttura della Chiesa e metterne in discussione alcuni aspetti, come il celibato sacerdotale e il divieto di sacerdozio femminile. “Il Papa – spiega Zoellitsch – è consapevole della situazione in Germania, sa che il credo cristiano qui si è indebolito, che la partecipazione religiosa è diminuita, che la gente non mostra più interesse verso la fede. E per questo ci chiede di riflettere su Dio, si pone la domanda di come possiamo incontrare Dio, ci fa vedere come incontrarlo nella Bibbia.

Lui porterà un messaggio molto importante a tutti noi, farà in modo che ci interroghiamo della crisi dei valori. Sarà portatore di molte domande, tra cui la questione principale è: ‘Cosa significa Dio?’”. Un punto cruciale che sarà alla base dei vari incontri con i rappresentanti delle religioni: domani il mondo ebraico, venerdì quello islamico (“Abbiamo fatto in modo – spiega Hans Lagendorfer, gesuita, coordinatore del viaggio papale – che nessun gruppo sovrasti l’altro, in modo che ci sia un vero dialogo tra le religioni, e non semplicemente una dialettica). Ma quello più atteso, specialmente in Germania, è l’incontro e la celebrazione ecumenica con la Chiesa protestante. Già nel 2008, Benedetto XVI aveva teso una mano ai seguaci di Lutero, ricordando come “la concezione luterana di ‘giustificazione’ per ’sola fide’ è vera se non si oppone la fede alla carità e all’amore, La fede è guardare Cristo, affidarsi a Cristo, attaccarsi a Cristo, e ciò significa anche conformarsi con Cristo, alla forma della sua vita, che è l’amore. La fede opera per mezzo della carità. Nella fede che crea la carità, tutta la fede è realizzata”. Zoellitsch spiega che l’evento è stato pensato anche come un passo verso la riconciliazione. “In fondo – afferma – Lutero non voleva creare uno scisma, voleva riformare la Chiesa. Poi sfortunatamente c’è stata la divisione, e la divisione è durata cinquecento anni.

 

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