In memoria dei martiri cristiani
Aiuto alla Chiesa che Soffre plaude all’idea di una Giornata in memoria dei martiri cristiani, suggerita più volte durante l’incontro dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) dedicato ai crimini contro i cristiani – «Prevenzione e risposta ai crimini d’odio contro i cristiani» – tenutosi ieri a Roma, presso il Centro Internazionale Alcide De Gasperi. Il Convegno ha ospitato illustri relatori – tra cui alcune delle massime autorità dell’Osce come il Segretario generale italiano, Lamberto Zannier, e il direttore dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani, Janos Lenarcic – oltre a Sua Eccellenza Monsignor Dominique Mamberti che ha portato il saluto della Santa Sede.
A testimonianza dell’impegno profuso da ACS in tema di libertà religiosa, l’Opera era stata invitata al vertice dalla delegazione Osce che a maggio, nel corso di una tre giorni di incontri con autorità italiane e della Santa Sede, aveva fatto visita alla sede del Segretariato italiano. «C’è una strada scivolosa che dall’intolleranza conduce alla discriminazione e da questa ai crimini d’odio» ha detto aprendo i lavori Massimo Introvigne, rappresentante personale per la lotta all’intolleranza e alla discriminazione nei confronti dei cristiani dell’attuale presidente Osce, il lituano Audronius Ažubalis. Durante il Convegno sono emerse alcune linee da seguire nella lotta e la prevenzione dei crimini d’odio contro i cristiani, riassunte dall’ambasciatore lituano Renatas Norkus, presidente del Consiglio permanente dell’Osce. La prima – che riguarda la raccolta del maggior numero di informazioni sui crimini contro i cristiani attraverso la creazione di una banca dati internazionale – è stata accolta con estremo favore da ACS che sin dalla sua fondazione si occupa del rispetto di questo importante diritto e che dal 1999 realizza il «Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo» che lo stesso Introvigne ha definito «un prezioso strumento d’informazione non solo in merito alle persecuzioni cristiane, ma anche nei confronti di qualsiasi altro credo».
L’Osce è consapevole dell’importante lavoro svolto da realtà associative come Aiuto alla Chiesa che Soffre, ed è per questo che auspica un ruolo sempre crescente delle organizzazioni esperte di crimini d’odio. I dati che verranno forniti serviranno anche a sensibilizzare l’opinione pubblica e ad avviare programmi di educazione al rispetto e alla tolleranza. Da ultimo, l’ambasciatore ha auspicato un maggiore contributo della religione alla sfera pubblica, spesso osteggiata, come ha ribadito più volte nel suo intervento l’arcivescovo Dominique Mamberti. «Non dobbiamo dimenticarci che anche dove non si registrano persecuzioni i cristiani sono comunque vittime di forti intolleranze» ha affermato il presule nel corso della Sessione di apertura, facendo notare come nell’area Osce – e perfino nei Paesi in cui i cristiani sono la maggioranza – non manchino episodi di discriminazione, sottolineando come la libertà religiosa sia «tutt’altra cosa rispetto alla tolleranza della religione. Spesso ci illudiamo che il relativismo morale sia la base per una giusta convivenza, quando è in realtà la negazione stessa dell’essere umano», ha aggiunto l’arcivescovo nel ringraziare quanti si adoperano per fermare le persecuzioni e le torture contro i cristiani. A sostegno delle parole di monsignor Mamberti, quelle del metropolita Hilarion, Presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del patriarcato di Mosca.
«È ora di rispondere a questa sfida insieme, ortodossi e cattolici», ha detto il vescovo di Volokolamsk, sottolineando un imperante atteggiamento di intolleranza verso i cristiani che è spesso nascosto dalle nuove esigenze della trama multiculturale delle società europee. «Si sta diffondendo l’erronea idea che le radici cristiane dell’Europa possano costituire una minaccia alle differenti culture religiose, ma è solo l’ultimo tentativo di usare la diversità per estromettere il cristianesimo dalla sfera pubblica», ha dichiarato il vescovo.
Fonte. ACS